Alluce rigido, una patologia da non sottovalutare: le cause e la cura

Alluce rigido, una patologia da non sottovalutare: le cause e la cura
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L'alluce rigido è una patologia del piede degenerativa a carico dell'articolazione che si trova alla base del primo dito del piede. Colpisce circa il 2% della popolazione, con una netta prevalenza degli uomini sulle donne, tra i 30 e i 60 anni di età. Ne parliamo con il dottor Guido Carbone,, ortopedico di riferimento nel territorio bresciano.

Alluce rigido, le cause

Le cause dell’alluce rigido possono essere molteplici. La patologia può essere conseguenza di malattie sistemiche metaboliche come la gotta. O infiammatorie e autoimmuninatarie come l’artrite reumatoide e similari. Tra le cause ci sono anche pregressi traumi o microtraumi ripetuti con lesioni articolari, ad esempio in caso di attività particolari svolte dal paziente. Come il calcio, danza classica, arrampicata, ecc..
"Voglio rassicurare gli sportivi: per quanto concerne questi ultimi casi, deve essere presente una conformazione anatomica del piede che predispone a questa patologia. Non tutti gli sportivi sono soggetti all’alluce rigido" spiega il dottor Guido Carbone. "I soggetti predisposti presentano un piede in cui la lunghezza dei metatarsi interni è eccessiva rispetto ai metatarsi laterali" precisa il medico.
Infine, conta anche la familiarità: circa l’80% dei pazienti con un alluce rigido ha una storia familiare di patologie legate all’alluce.

Dottor Guido Carbone

I sintomi

Spesso il primo campanello d’allarme è il dolore quando si cammina, dovuto alla ridotta mobilità dell’alluce in estensione. Le donne saranno impossibilitate a causa del dolore a portare scarpe coi tacchi, anche se bassi. E i pazienti noteranno la tendenza a spostare il peso del corpo sul margine esterno del piede.
"L’alluce rigido presenta diversi stadi. Se non riconosciuto e trattato, altera il normale svolgimento del passo che può avvenire soltanto ruotando esternamente il piede. Creando così inoltre una serie di squilibri meccanici secondari che vanno ad aggiungersi ai sintomi principali. Non necessariamente questa fase è associata al dolore: è importante individuare una scorretta deambulazione per iniziare delle terapie conservative che rallentino la degenerazione articolare" spiega il dottor Carbone. "Quando questo avviene, la sporgenza sottocutanea dell’osso neoformato va in conflitto e sfregamento all’interno della calzatura, causando arrossamento doloroso, talvolta similare alla più nota borsite da alluce valgo. E, con il passare del tempo, porta a una vera e propria limitazione meccanica dell’estensione dell’alluce sul metatarso".

La diagnosi

La diagnosi di alluce rigido è essenzialmente clinica. Durante la visita specialistica l’ortopedico osserverà la deformità articolare, la borsite, valuterà l’entità del dolore quando si muove l’alluce. "Questa patologia non deve essere confusa con un alluce semplicemente valgo, con conservazione invece delle superfici articolari poiché il trattamento sarà differente. A supporto della diagnosi, sarà quindi necessario eseguire una radiografia del piede" raccomanda il dottor Guido Carbone. Tanto più precoce sarà la diagnosi, tanto più agevole sarà la cura. Lo specialista valuterà consultando le radiografie, la presenza di osteofiti e la quantità di cartilagine consumata. E constaterà l’ampiezza del movimento articolare residuo accompagnato o meno da dolore per poter classificare la patologia ed instaurare un piano terapeutico adeguato.

Quando ricorrere alla chirurgia

Per ogni patologia del piede, il primo approccio del dottor Carbone è sempre conservativo. Nel caso dell’alluce rigido, il trattamento conservativo (indicato nelle prime fasi) deve essere mirato alla riduzione del dolore. Con l’utilizzo di opportuni mezzi ortesici: suolette, plantari, calzature idonee, ecc. Il trattamento conservativo può risultare utile per alleviare i sintomi ma non ha alcuna efficacia terapeutica.

Quando questi accorgimenti non saranno più sufficienti, è necessario il trattamento chirurgico. Il dottor Carbone, medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia, ha approfondito le tematiche relative alle tecniche chirurgiche mini-invasive. "Si tratta di un intervento poco invasivo in regime di day surgery" spiega Carbone. Che raccomanda di non rimandare una visita specialistica in caso di dolore o se si nota l’attitudine a camminare scorrettamente. "Conviene intervenire precocemente per decomprimere l’articolazione. In modo da preservare lo spessore cartilagineo che come sappiamo non può essere ricreato in alcun modo".

Alluce rigido in provincia di Brescia: a chi rivolgersi?

In caso di dolori ai piedi e alle loro articolazioni, in provincia di Brescia è possibile rivolgersi al dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle innovative terapie mini-invasive. Ogni giorno al servizio dei pazienti all’Istituto Sant’Anna di Brescia (030.31971119), al Poliambulatorio San Matteo di Roncadelle (030.2585435), al Poliambulatorio San Gregorio di Cologne (030.7156761), presso il poliambulatorio Corte dei Disciplini di Travagliato (030.6862404) e, infine, a Travagliato nel suo studio privato.

Per maggiori informazioni: 335.6635217 o visitare il sito dottorguidocarbone.it

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