Mal di piedi e chirurgia, quando operarsi e quali tecniche preferire

Intervista al dottor Guido Carbone, chirurgo ortopedico, specializzato in tecniche mini-invasive

Mal di piedi e chirurgia, quando operarsi e quali tecniche preferire
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Mal di piedi e chirurgia mini-invasiva, quando è consigliabile ricorrere all'intervento? Ne abbiamo parlato con il dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle tecniche più evolute, grazie alle quali finalmente un numero sempre più grande di pazienti sta trovando sollievo ai propri problemi.

Mal di piedi e chirurgia mini-invasiva vanno d’accordo?

«Non è detto», spiega il dottor Carbone. «Spetta sempre allo specialista, infatti, la decisione finale. Spesso, infatti, ci sono situazioni in cui l’intervento è l’unica via d’uscita, ed altre nelle quali, invece, è meglio procedere sulla strada delle terapie conservative».

A proposito di tallodinia

«La tallodinia è una malattia che deriva dal sovrautilizzo a carico di tendini e fasce. Colpisce di frequente gli sportivi a ogni livello e si manifesta solitamente a livello posteriore e plantare. Quando dopo diversi mesi di terapia conservativa non si ottengono risultati di rilievo (almeno 6-8), qualora interessi il tendine d’Achille, si può risolvere attraverso un approccio endoscopico. L’intervento consiste in un piccolo forellino sul tallone attraverso il quale si seleziona la fascia in tensione scarificandola e creando sanguinamento. In tal modo si innesca il processo riparativo che porta alla guarigione».

Mal di piedi e chirurgia

Chirurgia mini-invasiva e metatarsalgia

Anche le metatarsalgie, tra cui rientrano l’alluce valgo e il dito a martello, quando non trovano rimedio con metodi conservativi possono essere curate sfruttando la chirurgia mini-invasiva percutanea. «I vantaggi di queste metodiche tanto innovative – spiega il dottor Carbone – in casi selezionati sono veramente straordinari. La durata media dell’intervento è di appena una ventina di minuti e gli esiti sono molto incoraggianti. Il chirurgo, a seconda della malattia da correggere, esegue solo piccole incisioni in punti determinati, attraverso le quali effettua le necessarie correzioni ossee e dei tessuti molli. La ripresa della deambulazione è immediata e il dolore post-operatorio ridotto al minimo».

Metodiche di agevole esecuzione

La chirurgia mini-invasiva, come detto, permette di risolvere molte patologie dell'avampiede compreso il dito a martello e la deformità del quinto dito. Tutto questo è possibile grazie all'utilizzo di piccole frese, non più grandi di quelle per uso odontoiatrico, introdotte fino all'osso attraverso piccole incisioni. «Le frese – commenta il dottor Carbone – permettono di eseguire resezioni scheletriche e osteotomie di riallineamento. Questo tipo di intervento, solitamente, si porta a termine sotto il controllo di immagini radioscopiche».

Mal di piedi e chirurgia

Prima di procedere...

Per determinare le corrette modalità d’intervento sono indispensabili un’accurata visita specialistica e mirati esami strumentali. «Radiografia e risonanza magnetica sono gli esami diagnostici per immagini ai quali lo specialistica deve ricorrere per definire la problematica e il miglior approccio chirurgico possibile», commenta lo specialista bresciano.

A chi rivolgersi?

Se il mal di piedi non passa è possibile rivolgersi al dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle innovative terapie mini-invasive. Ogni giorno al servizio dei pazienti all'Istituto Sant'Anna, al Poliambulatorio San Matteo e allo studio Maraton di Brescia, nonché a Travagliato nel suo studio privato, è disponibile per informazioni ai telefoni 393.3278751 e 335.6635217.

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