Borgo San Giacomo

"Le Vittorie: tra agricoltura e filosofia": una riflessione attraverso i secoli

Storia e filosofia si incontrano nell’ultima fatica letteraria di Francesca Nodari e Paolo Zanoni presentata a Villachiara

"Le Vittorie: tra agricoltura e filosofia": una riflessione attraverso i secoli
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La cascina Le Vittorie avvolta nella nebbia è ancora più suggestiva. La sede della Fondazione filosofi lungo l’Oglio negli scorsi giorni è stata doppiamente protagonista ospitando la presentazione di un libro proprio a lei dedicato.

"Le Vittorie: tra agricoltura e filosofia": una riflessione attraverso i secoli

"Le Vittorie: tra agricoltura e filosofia" è l’ultima fatica letteraria della presidente della Fondazione Francesca Nodari, in cui ha raccontato l’avventura di Filosofi lungo l’Oglio, e dello storico locale Paolo Zanoni, che ha ricostruito la lunga storia della cascina dai sui albori.

A questa inaugurazione si è parlato di filosofia, storia, ma più in generale dell’importanza di investire in cultura, non solo nel patrimonio culturale, grazie al contributo del professor Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’Università degli studi di Bologna, della necessità di fare rete come hanno sottolineato i tanti ospiti.

Infatti la serata è stata aperta dal Prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà.

E’ bello poter riscoprire una parte del territorio e l’atmosfera contadina, una realtà di cui sentiamo la mancanza, fatta di fatica e condivisione, ma senza la solitudine che c’è oggi - ha esordito il Prefetto - L’Intuizione di Nodari è stata di creare in questo luogo un punto di riferimento per tanti Comuni, una bella soluzione che fa rivivere i luoghi.

Anche Laura Bonfiglio sindaco di Villachiara, ha voluto sottolineare le origini agricole del territorio.

«Siamo un piccolo comune vicino al fiume Oglio con una vocazione agricola che segna l’intera nostra storia: grazie a Francesca Nodari questo è diventa un luogo dove incontrarsi», ha sottolineato.

Non sono mancati i contributi di Carlo Lombardi assessore alla Cultura di Orzinuovi e del sindaco di Lograto Gianandrea Telò. Nel corso della serata sono stati tanti gli spunti di riflessione offerti: necessità di investire nella cultura, condizione necessaria per lo sviluppo umano come ha ben argomentato il professor Zamagni, insistendo su quanto sviluppo e matrice culturale siano inscindibili, di quanto l’investimento sulla cultura sia necessario per «aggiornare lo sguardo sulla realtà».

E questo è quello che Nodari in questi lunghi anni ha fatto con grande impegno e cura. Con un valore aggiunto. Mai come adesso enti politici e associazioni si sono rese conto dell’importanza, anzi di quanto sia fondamentale se non necessario essere in grado di fare rete. E il Festival di Filosofi lungo l’Oglio, con la sua matrice itinerante ha fatto proprio questo: ha creato legami, connessioni, ha unito studiosi, appassionati e curiosi desiderosi di aprirsi e conoscere il prossimo con tutto il bagaglio di idee che ne consegue.

Il bilancio dell'anno

«La filosofia fa diventare amici gli estranei», non poteva non iniziare che con una citazione di Aristotele Francesca Nodari che coglie questa occasione per tirare le somme dell’avventura intellettuale di cui è promotrice.

Il Festival come laboratorio del pensiero: tutti questi temi affrontati cosa ci hanno lasciato, ma soprattutto quali avvertimenti ci hanno lasciato: solitudine, digitale, cyber bullismo, dialogo interculturale, la nostra identità percepita solo nell’altro, passaggio dal noi all’io, solitudine, paura del dolore, non si può dire che non si sta soffrendo. Bauman parla del mondo come grande città dei solitari, ma noi non siamo nati per stare da soli, ciascuno di noi avverte grande necessità di stare insieme e arricchirsi nell’altro, se c’è una speranza viene solo da un tema impiegato bene, non solo agende piene di cose da fare, ma persone da incontrare per arricchirsi dell’umanità che ognuno dona all’altro, si aspetta il sabato del villaggio dove ci si incontra, dove si vivono relazioni autentiche.

Ecco che il bilancio dunque non può che essere positivo: «In 18 anni abbiamo fatto comunità».

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