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Franciacorta e transizione ecologica: "Serve una visione univoca"

Per fare il punto sul futuro del territorio Legambiente ha organizzato un convegno aperto anche agli imprenditori

Franciacorta e transizione ecologica: "Serve una visione univoca"
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Stimolare una riflessione sullo sviluppo del Basso Sebino e della Franciacorta fra pubblico e privato, affinché si intraprenda la strada della transizione ecologica tenendo conto da un lato dei cambiamenti climatici in atto e, dall’altra, delle peculiarità di quella che negli anni è divenuta un’area sempre più all’avanguardia per le sue produzioni agricole e manifatturiere, ma anche per il turismo.

Con questo obiettivo il circolo Legambiente Franciacorta e l’associazione culturale Il Viandante hanno organizzato una tavola rotonda coinvolgendo alcuni imprenditori e il sodalizio Terre di Franciacorta, che riunisce tutti i Comuni dell’omonimo territorio.

Franciacorta e transizione ecologica: "Serve una visione univoca"

"E’ importante parlare di transizione ecologica in Franciacorta perché c’è l’urgenza di fare chiarezza su questo tema. Ne sentiamo tanto parlare ma i contorni sono sfumati e, quando si parla di transizione ecologica e cambiamento climatico, si pensa a qualcosa di esterno a noi - ha spiegato Ada Rosa Balzan, esperta e docente di sostenibilità in Business School e Accademia Symposium - In realtà è l’attività antropica che impatta. Quindi è necessario stimolare una riflessione sulla necessità di lavorare in sinergia con il territorio e con le aziende per il territorio, stimolando una nuova governance per portare un nuovo modello innovativo di business economico che conviene anche alle aziende. Si deve lavorare per preservare e valorizzare, oltre che per mettere a fattor comune la ricchezza della Franciacorta e la sua unicità. Bisogna lavorare in maniera sinergica per raggiungere prima dei risultati".

Una riflessione che punta a stimolare la sinergia tra pubblico e privato per ottenere risultati in armonia con il territorio e un turismo e una mobilità sempre più sostenibili.

"C’è bisogno di fare ciò che questo territorio fortunatamente può consentire: per merito del vino e del sistema industriale che si è insediato il nostro è un territorio ricco, quindi dobbiamo puntare a fare quelle trasformazioni necessarie sul piano ambientale e non solo per essere sempre più all’avanguardia - ha dichiarato Silvio Parzanini, presidente del circolo Legambiente Franciacorta - Ciò significa trasformare le aziende e fare una serie di interventi che portino alla transizione ecologica".

L’invito è a servirsi del Ptra, Piano territoriale regionale d’area già attivo da cinque anni, come strumento da cui partire per una gestione unitaria della Franciacorta, superando i campanilismi e studiando scelte che vadano verso una cultura "ecologica" del territorio.

"Il Ptra della Franciacorta fa ancora fatica a fare i passi necessari - ha concluso Parzanini - Chiediamo a tutti di andare verso una gestione unitaria, dicendo sì a determinate opere e no a determinate altre opere che danneggiano la Franciacorta, come la Concert hall o le tangenziali, incentivando invece l’utilizzo dei mezzi pubblici come la ferrovia".

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