Cologne

"E' stato un gran privilegio": l'intervista di fine mandato al sindaco Chiari

Primo cittadino dal 2014, Carlo Chiari ha ripercorso i dieci anni in fascia tricolore

"E' stato un gran privilegio": l'intervista di fine mandato al sindaco Chiari
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di Emma Crescenti

Carlo Chiari, sindaco per 10 anni, ha raccontato la sua esperienza con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto.

"E' stato un gran privilegio": l'intervista di fine mandato al sindaco Chiari

Entrando nel palazzo del Municipio, nessuno ti ferma. Dal portone principale all’ingresso degli uffici, imboccando le scale e il corridoio del primo piano, il percorso che porta all’ufficio del sindaco è libero e accessibile, così come è stato per dieci anni. Eletto nel 2014, confermato nel 2019, il primo cittadino Carlo Chiari non si è mai negato a nessuno, porte aperte e massima disponibilità per lui sono sempre state un biglietto da visita. E probabilmente lo saranno anche quando, tra poco più di un mese, consegnerà al suo successore la fascia tricolore, chiunque esso sia. Come già annunciato, per lui non ci sarà il terzo mandato.
A giugno si concluderà un’esperienza iniziata nel 2014.

Com’era il paese 10 anni fa e com’è il paese che lascia adesso?

Cologne è sempre stata una comunità molto aperta, accogliente. Nel 2014, quando sono stato eletto, ho trovato un paese molto disponibile e questo è già un grande valore. Al di là dell’opera di questa Amministrazione, in questi 10 anni ho cercato di avvicinare le istituzioni ai cittadini: la mia porta è sempre stata aperta, anche senza appuntamento, a tutti i colognesi che volevano parlare di questa o quella cosa, e lo stesso succede anche solo camminando in paese. Io volevo fare questo e questo ho fatto, certo per altro di aver mantenuto l’unica promessa che avevo fatto 10 anni fa. Durante un dibattito pubblico avevo detto che al termine della mia esperienza i miei concittadini avrebbero trovato lo stesso Carlo di prima. Con i suoi pochi pregi e i tanti difetti.

Il suo nome non comparirà nella rosa del gruppo di Cambiamo Cologne. Ma il futuro cosa riserva? La porta dell’esperienza amministrativa è chiusa per sempre o no?

Mai dire mai è il mio modo di vivere. Gli assolutismi non mi sono mai piaciuti, le persone nella vita possono cambiare opinione, indirizzo ed è normale. Terminato questo mandato non avrò alcun ruolo istituzionale, questo è fuori discussione perché credo che la nostra esperienza amministrativa in dieci anni abbia fatto crescere tante persone, gli assessori hanno goduto di piena autonomia e quindi penso che possano andare avanti con le loro gambe. Mi è sempre piaciuto il lavoro di squadra e non ho mai pensato alla figura del sindaco come accentratore di tutto, anche se deve essere in grado di svolgere un ruolo di sintesi e di coordinamenti del gruppo. L’esperienza amministrativa mi è piaciuta moltissimo, ma è giusto dare spazio ad altri: con le elezioni di giugno si concluderà il mio ruolo istituzionale, ma se i cittadini avranno bisogno della mia umile figura sapranno sempre dove trovarmi, non in qualità di amministratore ma di amico. Detto questo, non posso escludere a priori che in futuro io non possa ricandidarmi per qualcos’altro.

Amministrare non è semplice e questi ultimi anni sono stati caratterizzati da numerose difficoltà. Se potesse tornare indietro, al 2014, si ricandiderebbe?

Lo rifarei sicuramente. Questa esperienza è stata una grande opportunità. Io sono nato qua, tutti sanno chi sono e per me questo è stato un vantaggio: ma al di là degli amici, che ti sostengono e ti aiutano ad andare avanti nei momenti delle decisioni difficili e anche quando le cose non vanno bene relativamente alle opere che vuoi fare o meno, tanti attestati di stima sono arrivati anche dalle persone che magari non condividevano la mia storia o il mio modo di pensare. Questo fa piacere, così come mi sono piaciuti i toni contenuti della politica. Abbiamo sempre cercato di smorzare le polemiche dando le giuste risposte, concentrandoci più sul lavoro da fare che sulle dinamiche di contrapposizione tra fazioni. Detto questo, l’opposizione fa il suo lavoro, è ovvio, e abbiamo sempre dato spazio a tutti. Abbiamo garantito la democrazia.

Ogni mandato amministrativo è segnato da alti e bassi: qual è il risultato che l’ha resa più orgogliosa e cosa invece non ha potuto realizzare?

Non ho grossi rimpianti. Le situazioni vanno affrontate con la giusta programmazione, ma non si può mai sapere come si evolvono le cose. Diciamo che questi anni di Amministrazione hanno seguito un percorso inverso rispetto a quello che mi sarei aspettato. Se di solito il primo mandato è visto come il più complicato, perché non nasci imparato e devi capire come funzionano i meccanismi di un Comune, noi invece abbiamo maturato molto in fretta le esperienze e realizzato tante cose: i primi cinque anni di governo abbiamo ottenuto bei risultati anche dal punto di vista delle strutture, come la scuola primaria e il campo sintetico allo stadio, e di tante attività che sono andate via lisce, creando i presupposti per fare altrettanto anche nel secondo mandato. E invece, partendo dal Covid, c’è stato un susseguirsi di problemi e situazioni (la crisi economica e sociale, la guerra, il caro energia e i prezzi della materia prima alle stelle, ndr) che ci hanno fatto faticare su tante questioni. Circostanze che non riguardano solo Cologne, ma sono condivise con altri Comuni e colleghi sindaci. La cosa che mi ha reso più orgoglioso? Non sono nemmeno i risultati, non mi sono mai posto l’obiettivo di dire “questo l’ho fatto io”. Sono invece orgoglioso di essere riuscito a essere trasversale con tutti, dalle associazioni alla parrocchia alle tante realtà di Cologne, di aver fatto sentire queste persone accolte. Mi sembra di aver fatto da punto di incontro.

In questi ultimi anni, per ripartire dopo il Covid, i Comuni hanno potuto beneficiare dei fondi del Pnrr. Risorse preziose, che hanno permesso di fare e realizzare tanto, ma non infinite: per lei, quali sono le sfide che chi vincerà queste elezioni si troverà ad affrontare?

E’ un falso problema. O meglio, un problema che non deve essere una giustificazione. Dieci anni fa, quando mi presentai, avevo dichiarato che non è vero che i soldi non ci sono, bisogna andare a prenderli: se no non mi spiego come chi si candida intende realizzare i punti e le proposte del suo programma. All’epoca fui molto criticato, ma alla fine i fondi sono arrivati. Come? Non ho nemmeno tessere di partito nè alcun padrino: oltre a utilizzare con criterio quelli del Comune abbiamo intercettato bandi e le varie occasioni. Ora ci sono i fondi del Pnrr, in passato ci sono stati i mutui Bei a cui abbiamo avuto accesso: un finanziamento a fondo perduto di due milioni di euro che ci ha permesso di riqualificare la scuola primaria.

Siamo arrivati alla fine e forse non c’è modo migliore di concludere che con i ringraziamenti. C’è qualcuno in particolare che le è stato vicino in questi dieci anni, a cui vuole dire grazie?

Qui l’emozione si fa strada: è umano, è comprensibile. Condiviso o meno, il 10 giugno si concluderà non solo il percorso di un’Amministrazione, ma anche quello di un uomo. Un capitolo di vita che ha tolto ma anche arricchito, che ha richiesto sacrificio e impegno ripagando a volte con critiche, ma anche tante soddisfazioni. Gli occhi si fanno lucidi, la voce si blocca in gola. Ci vogliono diversi minuti prima che riesca a uscire e il primo pensiero, commosso, è per chi non c’è più.

Prima di tutto i miei genitori, perché mi hanno insegnato a essere sempre me stesso, accogliente e disponibile. Poi la mia famiglia, mia moglie e miei figli: quando una persona prende un impegno di questo tipo inevitabilmente sparisce. La mia squadra (Cambiamo Cologne, ora nelle mani di Francesca Boglioni, ndr) e tutti i miei concittadini. Mi sono sempre sentito bene accolto e sono certo che lo faranno anche con chi verrà dopo. Penso che la comunità di Cologne saprà scegliere un sindaco probabilmente migliore di me e questo me lo auguro. Poter fare il sindaco, poter rappresentare la mia comunità, per me è stata una grande responsabilità, ma soprattutto un grande privilegio. Spero di averlo fatto al meglio.

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