SOLIDARIETA'

Operai morti nel crollo del cantiere di Firenze: da Palazzolo parte la raccolta fondi

La tragedia si è consumata venerdì, sei persone hanno perso la vita. Il sindaco Cossandi: "Troppi morti sul lavoro, è una situazione inaccettabile che non possiamo ignorare"

Operai morti nel crollo del cantiere di Firenze: da Palazzolo parte la raccolta fondi
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Una telefonata che nel giro di pochi istanti, venerdì, ha sconvolto tutti. Da un lato della linea, uno dei clienti della macelleria islamica Assalam di Laghlimi Jaouad in via Sarioletto a Palazzolo sull'Oglio; dall'altro uno degli operai scampati al crollo avvenuto nel cantiere dell'Esselunga dell'ex panificio militare in via Mariti a Firenze, una tragedia che è costata la vita a Toufik Haidar, 43enne originario del Marocco, i connazionali Mohamed El Farhane, 24 anni, e Bouzekri Rahimi, 56 anni e Muhamed Toukabri, tunisino di 53 anni. Una notizia che ha sconvolto tutta la comunità musulmana di Palazzolo, città in cui a Haidar e El Farhane aveva abitato in passato, e dove sembra che le altre vittime fossero ospiti di amici o parenti da poco tempo, da cui è salito un grido di rabbia ma anche di solidarietà, a partire dalla raccolta fondi avviata per sostenere le loro famiglie.

Operai morti nel crollo del cantiere: da Palazzolo parte la raccolta fondi

Il cartello posizionato sul bancone recita "Raccolta per fratelli morti", una scritta che trasuda dolore tradotta sia in italiano che in arabo. Punto di ritrovo della comunità musulmana del territorio, la macelleria di Jaouad Laghlimi nei giorni scorsi è diventata anche il centro focale dell'iniziativa promossa da amici e conoscenti per sostenere le famiglie delle vittime, molte delle quali si trovano nei paesi di origine degli operati morti nel crollo. "Eravamo qua, quando ci hanno chiamato: ci ha detto che era crollato tutto, che erano morti", ha raccontato uno dei clienti abituali fuori dal negozio, dove nei giorni scorsi c'è stato un grande via vai di persone. C'è poco da aggiungere, l'accaduto ha lasciato tutti senza parole.

E infatti non "non ci sono parole per esprimere il dolore per questa tragedia e a nome dell’Amministrazione voglio esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie", ha invece commentato il sindaco di Palazzolo sull'Oglio, Gianmarco Cossandi. Al di là della residenza, dei legami o meno con il territorio, rimane il fatto che cinque persone abbiamo perso la vita soltanto perchè colpevoli di lavorare. "Troppo spesso assistiamo a incidenti sul lavoro e sono già 145 i morti dall’inizio dell’anno. è una situazione inaccettabile che non possiamo ignorare - ha continuato il primo cittadino - Ogni vita persa crea un vuoto incolmabile, occorre moltiplicare tutti gli sforzi affinché sia sempre garantita l’assoluta sicurezza sui luoghi di lavoro".

Chi erano le vittime

Da quanto emerso Toufik Haidar era in Italia da 15 anni: per 8 aveva abitato effettivamente a Palazzolo, mentre da poco (ma non è chiaro da quanto) aveva trovato casa a Chiuduno: lavorava per mantenere la moglie e i due figli, che aveva lasciato in Marocco. Anche El Farhane risulta essere vissuto a Palazzolo per un paio di anni e pare essersi spostato nella Bergamasca di recente, mentre per quanto riguarda le altre vittime sembrano fossero ospiti di conoscenti sul territorio, ma non è ancora stato chiarito.

Nei giorni scorsi si è tanto anche di ricostruire a che titolo i quattro operai morti nel crollo (a loro si aggiunge anche una quinta vittima, il livornese Luigi Coclite, di 60 anni, mentre altre tre persone sono rimaste ferite) si trovassero nel capoluogo toscano. Si è parlato anche di un collegamento con la ditta Go Costruzioni di Villongo, che aveva preso in subappalto dei lavori presso il cantiere.

Come si legge in un comunicato di FILLEA-CGIL di Bergamo, Toufik Haidarè stato iscritto alla Federazione e alla Cassa edile di Bergamo, e risultava alle dipendenze di un’azienda con sede a Brescia che però aveva aperto un cantiere a Treviglio. Anche Toukabri risulta essere  stato iscritto alla Cassa edile bergamasca, ma ad oggi i loro nomi non risultano in nessuno degli elenchi, nè con la ditta di Villongo nè con altre imprese. "Ma questo fatto ha una ragione tecnica precisa", ha spiegato la segretaria generale della FILLEA-CGIL di Bergamo, Luciana Fratus, che, dopo una serie di verifiche svolte in queste ore è intervenuta sulla vicenda. "La posizione della Go Costruzioni di Villongo e dei suoi dipendenti attivi in Edilcassa è aggiornata al 31 dicembre 2023. In generale, di mese in mese, i dati relativi alle ore lavorate e alle generalità dei lavoratori impiegati devono essere comunicati dalle imprese alle casse secondo tempi tecnici precisi. I dati del mese di gennaio vanno comunicati entro il 20 di febbraio, ecco forse perché al momento non abbiamo traccia dei nomi delle vittime".

Il crollo e le indagini

L'incidente si è verificato venerdì mattina, quando una grossa trave di cemento è crollata travolgendo alcuni operai che stavano lavorando su un solaio, probabilmente a causa del cedimento di uno dei piloni portanti. Tre erano stati estratti vivi, mentre per gli altri cinque (il corpo di Bouzekri Rahimi non è ancora stato ritrovato) non c'è stato nulla da fare nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi e dei Vigili del Fuoco.
Come raccontano i colleghi di PrimaFirenze, la Procura di Firenze ha aperto un procedimento penale, al momento senza indagati, per omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Il cantiere è stato posto sotto sequestro e le indagini sono partite per chiarire innanzitutto i motivi del cedimento e dunque se la trave fosse stata o meno fissata al momento del crollo. L'ipotesi è che vi sia la possibilità di un errore umano e in particolare di comunicazione fra le numerose ditte a lavoro nel cantiere. La prima azienda verso la quale sono state rivolte le attenzioni è la Rdb Italprefabbricati, colosso del calcestruzzo. "Il personale della ditta - racconta il Tgr dell'Abruzzo - non aveva ancora concluso il fissaggio della trave quando gli operai avrebbero invece avviato già a gettare il cemento nella stessa area".

L'ipotesi emersa nel crollo del cantiere di Firenze è dunque quella dell'errore umano e in particolare di un errore di comunicazione e coordinamento tra ditte. Ipotesi tutte da confermare mentre partono le prime ispezioni. Al momento, ripetiamo, non vi è nessun indagato. Ricordiamo inoltre come sono ben 61 le ditte in subappalto impiegate per i lavori della nuova Esselunga.

Oltre all’errore umano nell’assemblaggio o a quello di calcolo nella progettazione, si starebbero effettuando verifiche anche per escludere un problema di natura strutturale.

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