Intervista

L'esperto: "Non è un'influenza ma non bisogna avere paura"

Il dottor Fabrizio Pregliasco spiega che il problema del Coronavirus non è tanto la gravità, ma la sua diffusione

L'esperto: "Non è un'influenza ma non bisogna avere paura"
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Perché il Coronavirus fa così paura? Uno dei problemi principali per il cittadino è che tra fake news, allarmismi, (finti) tuttologi che impazzano in rete e strumentalizzazioni (talvolta al servizio della politica), è difficile reperire informazioni scientifiche imparziali e corrette. Per capire meglio quali sono gli effetti e il tasso di mortalità del Coronavirus e per rispondere a chi si chiede se le misure contenitive varate da Governo e Regioni siano effettivamente necessarie o eccessive, ecco uno stralcio dell'intervista al dottor Fabrizio Pregliasco, ricercatore all'Università degli Studi di Milano, direttore sanitario dell'Istituto Galezzi ed esperto in virologia e scienze biomediche per la salute, pubblicata sui settimanali Chiariweek, Montichiariweek, Manerbioweek e Gardaweek.

"Non è un'influenza"

Alla domanda se il Coronavirus sia come un'influenza, il dottor Pregliasco ha risposto che "è una cosa diversa. L'influenza ha una mortalità dello 0,1% e si registrano dai 4 agli 8 milioni di casi l'anno. Il Coronavirus è simile perché colpisce il sistema respiratorio, ma è più pesante: nell'80% dei casi i sintomi sono banali, nel 15% sono più seri e si sviluppa una polmonite, nel 5% si verifica uno stress respiratorio è c'è necessità di intubazione dei pazienti. Il tasso di mortalità è del 2% e i decessi riguardano i soggetti più fragili".

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"Il problema è la diffusione"

L'esperto ha spiegato che la paura è legata al fatto che si tratta di "un virus nuovo e dunque, se non lo si controlla, il contagio potrebbe diffondersi velocemente". Una circostanza che genererebbe una serie di problemi, tra cui un intasamento del Sistema sanitario che potrebbe non reggere una concentrazione eccessiva di casi e di ricoveri. Insomma, il punto non è tanto la gravità del Coronavirus, quanto piuttosto la sua diffusione. Ecco perché il Ministero della Salute d'intesa con le Regioni più colpite ha disposto una serie di misure contenitive volte ad arginare il contagio.

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Perché i bambini sono i meno colpiti?

Il dottor Pregliasco ha spiegato che non ci sono al momento spiegazioni scientifiche del fatto che i bambini siano i meno colpiti dal Coronavirus. Potrebbe essere dovuto alla risposta immunitaria più giovane, ma c'è anche la possibilità che molti casi non siano stati trovati perché la sintomatologia era talmente lieve da non far pensare a questa infezione.

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