il caso

Lega "contro" Lega sull'ampliamento della cava tra Capriolo e Palazzolo

Lo sfogo dei consiglieri del Carroccio Raccagni e Caruna, che hanno scritto in Regione esprimendo la loro ferma contrarietà al reinserimento dell’area

Lega "contro" Lega sull'ampliamento della cava tra Capriolo e Palazzolo
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Il caso dell’ampliamento della Cava Rossi di Capriolo è tornato sul tavolo della Regione, ancora una volta per mano della Lega, ma con intenti ben diversi. Se infatti a fine gennaio l’emendamento presentato dai consiglieri regionali Davide Caparini e Floriano Massardi aveva proposto e ottenuto il reinserimento nel pcp delle aree stralciate dell’Ateg05 (tra Capriolo e San Pancrazio), la lettera firmata dai consiglieri comunali Stefano Raccagni e Michele Caruna si pone in contrapposizione con i colleghi seduti a Palazzo Pirelli, esprimendo la netta contrarietà all’insediamento di una nuova cava sul territorio di Palazzolo sull’Oglio.

Lega "contro" lega sull'ampliamento della cava

Il caso era scoppiato due settimane fa quando i consiglieri della maggioranza del sindaco Gianmarco Cossandi, emendamento alla mano, avevano chiesto al Consiglio di votare una mozione urgente contro la decisione del Governo Fontana di reinserire le aree in questione, permettendo all’attività estrattiva di allargarsi su Palazzolo. Una situazione che di fatto aveva colto di sorpresa non solo i nomi del Carroccio (ignari dei fatti accaduti in Regione) ma l’intera opposizione che aveva chiesto tempo per aggiornarsi sul caso, visionare i documenti ed esprimere un voto consapevole.

Una risposta che, ancora prima della nuova convocazione, non è tardata ad arrivare. «E’ con profonda delusione che osserviamo di non essere stati consultati o ascoltati in merito a questa decisione: in quanto membri della stessa forza politica, riteniamo che prendere decisioni per noi senza tener conto delle nostre opinioni non sia stato né rispettoso, né corretto dal punto di vista istituzionale», si legge nella comunicazione rivolta da Raccagni e Caruna non solo ai consiglieri firmatari dell’emendamento, ma anche al presidente regionale Attilio Fontana e all’assessore all’Ambiente Giorgio Maione (che assieme al consigliere di Fratelli d’Italia, Giorgio Bontempi, avrebbe dato il necessario benestare perché la richiesta giungesse in un’aula). Ben più importante dello sfogo è la decisione, granitica, di «opporsi all’inclusione di una parte del territorio di Palazzolo sull’Oglio nel nuovo piano cave» e di intraprendere «tutte le azioni e iniziative necessarie per prevenire l’attuazione della cava» in linea con le promesse fatte agli elettori. Una seconda lettera, redatta sulla falsariga di quella inviata in Regione, è stata protocollata nei giorni scorsi in Comune. La minaccia di una cava (e la possibilità concreta che un giorno, quel buco, si trasformi in una discarica) su un territorio che attualmente è libero da siti estrattivi è riuscita forse nell’impossibile: mettere d’accordo maggioranza e opposizione.

Tutta "colpa" della bretella verso Adro

A posizioni prese rimane da capire però come l’area dell’Ateg05, già stralciata dal piano cave provinciale, sia stata nuovamente inserita e senza interpellare i Comuni di Capriolo e Palazzolo, su cui insisterà l’eventuale ampliamento, salvo passi indietro. La ragione in verità è nero su bianco nello stesso emendamento, nell’accordo stipulato dal Comune di Adro con l’operatore della cava che si è impegnato a realizzare a spese proprie la bretella per collegare la zona industriale di Adro al casello dell’autostrada A4 a San Pancrazio: la famosa «tangenzialina» pensata per agevolare il transito dei mezzi pesanti in uscita dal casello verso le industrie adrensi e allo stesso tempo una soluzione per sgravare Capriolo dal traffico di camion che spesso ne soffoca la viabilità verso il centro, sulla sp469.

L'accordo di programma sottoscritto tra il 2007 e il 2008 dai tre sindaci di allora (Oscar Lancini per Adro, Silvano Moreschi per Palazzolo e Amerigo Lantieri de Paratico per Capriolo) per la realizzazione della via era però naufragato e l’intesa si era invece trasformata in una lunga «querelle», un rimpallo di responsabilità e colpe finite nel nulla. Fino ad oggi. Tra i tre litiganti, il terzo gode. E così di fronte allo stallo, qualcuno ha agito in autonomia, appellandosi «a chi di dovere» ha commentato il sindaco di Adro Paolo Rosa. «Sono trent’anni che Adro aspetta questa strada, ma per un motivo o per l’altro non si è mai trovato l’accordo. Non ho fatto altro che l’interesse dalla mia comunità, cogliendo l’occasione per realizzare finalmente la bretella che sarà a carico del privato».

Da qui la mozione presentata dai consiglieri regionali della Lega ignari o indifferenti, questo non è chiaro, di scontentare gli esponenti locali del partito che siedono in Comune a Capriolo e Palazzolo. Contattato, Massardi ha passato la palla al primo firmatario. Dal canto suo Caparini, si è negato al confronto con la Redazione di Chiariweek.

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