Flero e poncarale

In Avis sulle orme di papà: la storia di Omar e Silvia

Una giovanissima volontaria del sangue della sezione Poncarale-Flero ha festeggiato il dono con il suo esempio di vita

In Avis sulle orme di papà: la storia di Omar e Silvia
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A diciott'anni diventa volontaria avisina seguendo le orme di papà. Lo scorso sabato lui ha effettuato le 100 donazioni, lei la sua prima

In Avis sulle orme di papà

Da 1 a 100: la solidarietà è una questione di famiglia, l’Avis e i Savoldi lo sanno bene.
Ogni giorno è spesso abitudine, quasi come bere un caffè, fare congetture sui giovani facendo strani paragoni tra la società di ieri e di oggi, tra le generazioni passate e quelle presenti. Mai azione può essere più opinabile, perché le variabili da considerare sono troppe.

Ma c’è un “campo neutro” in cui le variabili non esistono, in cui la protagonista è la solidarietà a braccio teso. Un campo neutro in cui i valori di ieri sono gli stessi di oggi, così come lo saranno domani. Qui i giovani ripetono quello che dalle generazioni di genitori, nonni, formatori, è stato trasmesso loro.

La storia

Questa è la storia di un padre e di una figlia, di Omar e di Silvia. Questa è la storia di un legame dentro e fuori le mura di casa. La storia di un legame trasmesso tramite un filo rosso invisibile ma a tutti gli effetti, soprattutto verso gli altri, assolutamente tangibile e concreto.

Perché si sa che “l’essenziale è invisibile agli occhi” come scritto ne “Il piccolo principe” e lo è a maggior ragione nel caso delle donazioni di sangue e di emocomponenti, dove gli occhi del paziente non incontreranno mai quelle del proprio donatore e viceversa, ma questi sconosciuti resteranno legati per la vita e nella vita.
In preda alla curiosità e alla voglia di mettersi in gioco "per far qualcosa di utile per gli altri" Omar nel 1990 aveva convinto un gruppo di amici a iscriversi all’Avis, "per vedere cos’era questa associazione e com’era donare il proprio sangue per qualcuno che ne aveva bisogno, anche senza conoscere la persona che lo riceveva".
Così a vent’anni questi amici fleresi varcarono la soglia della porta della sezione locale, la Poncarale-Flero, e iniziarono a contribuire a scrivere la storia avisina.

"Una volta iniziato è stato facile continuare, essere motivati, aver voglia di dare il proprio apporto. Sì, perché nella nostra sezione Poncarale-Flero ho trovato una seconda famiglia qui siamo tutti amici, ci si conosce ed è sempre bello stare insieme - ha raccontato Omar - Ogni volta che faccio una donazione attendo con entusiasmo il prossimo appuntamento. Mi sento bene, mi fa bene, e credo che in tutti questi anni anche la mia famiglia lo abbia notato, mia moglie Mariateresa, mio figlio Stefano e di certo mia figlia, Silvia".

La carriera Avisina di papà Omar

Omar ha proseguito imperterrito, puntuale, deciso, a dare il proprio contributo alla comunità nonostante alcuni degli amici degli inizi abbiano dovuto smettere per motivi sanitari o personali: "ho proseguito perché mi è sempre piaciuto fare qualcosa nel sociale e a maggior ragione in questo ambito" ha commentato il noto elettricista e volontario anche in altre realtà di Flero.
Ha continuato al punto di raggiungere lo scorso sabato 10 febbraio il traguardo delle 100 donazione, e diverse medaglie conquistate, presso il Centro Raccolta di Avis Provinciale Brescia.
"Non è un punto d’arrivo ma semplicemente uno dei traguardi raggiunti su questo percorso avisino - ha sottolineato - finché potrò donare continuerò a farlo, con la stessa volontà che mi ha accompagnato in tutti questi anni".

Lo scorso 10 febbraio

Ma questa data, il 10 febbraio 2024, passerà alla storia sia nella sezione Avis locale che in quella della famiglia Savoldi stessa, perché anche Silvia era presente, in poltrona, accanto al papà, entrambi a braccio teso, per effettuare la sua prima donazione. "L’azione di mio papà, donare sangue, ha reso questa scelta di volontariato naturale, era ovvio farla - ha spiegato Silvia - Inoltre anche mio cugino Matteo, un pò più grande di me lo sta già facendo, ed è stato un motivo in più. Non appena compiuti i 18 anni lo scorso settembre, ho chiesto a mio papà di avviare l’iter di iscrizione anche per me, così abbiamo affrontato le prove di idoneità sanitaria e sabato abbiamo condiviso questa esperienza per la prima volta insieme".

Silvia alla sua prima donazione con a fianco papà Omar giunto alla sua centesima, lo scorso 10 febbraio nella centro raccolta di Avis Provinciale Brescia
Silvia alla sua prima donazione con a fianco papà Omar giunto alla sua centesima, lo scorso 10 febbraio nel centro raccolta di Avis Provinciale Brescia

Influenzata dunque dall’orgoglioso papà avisino, dai formatori che in questi anni sono andati a scuola e hanno raccontato di Avis, dalla sua naturale curiosità verso l’aspetto sanitario (la giovane flerese è infatti iscritta all’indirizzo biomedico del Copernico di Brescia dove sta concludendo il quinto anno, dopo di ché continuerà con scienze infermieristiche, per svolgere una professione che sia vicino alle persone) ecco che, compiuti i 18 anni, ha chiesto di potersi iscrivere all’Avis e iniziare a donare.

Silvia e il papà Omar mentre stavano entrando nella sala prelievi del centro raccolta di Avis Provinciale Brescia, lo scorso 10 febbraio
Silvia e il papà Omar mentre stavano entrando nella sala prelievi del centro raccolta di Avis Provinciale Brescia, lo scorso 10 febbraio

"Sabato stato molto semplice, curiosa della professione infermieristica ho osservato tutte le fasi del prelievo e al termine della donazione mi sono sentita davvero bene, sia fisicamente che per la consapevolezza di aver aiutato qualcuno. E’ un’esperienza troppo bella per non essere condivisa" ha raccontato la giovane studentessa che quel giorno donava nella poltrona a destra di papà Omar, il quale ormai rodato in tale ambito seguiva, con lo sguardo, passo passo quanto avveniva alla sua Silvia.

"Quando Silvia mi ha detto che sarebbe diventata avisina, è stato un motivo di grande orgoglio, mi ha aperto il cuore - ha commentato l’artigiano 53enne - Così vorrei dire ai giovani che non sai mai cosa ti possa succedere nella vita, ma ciò che da speranza è sapere che se dovesse accaderci qualcosa di critico, c’è qualcuno disposto ad aiutarci. Oggi siamo dalla parte di chi aiuta, ma non dobbiamo dimenticare che potremmo trovarci anche dall’altra e quindi poter ricevere aiuto da gente come noi sarebbe altrettanto gratificante, ma serve chi si doni per poterlo far accadere".

Più determinata di quanto lasci trasparire Silvia ha coinvolto anche una sua amica che dovrebbe iniziare a breve l’iter di ammissione. "L’esempio di famiglia nel mio caso ha reso il tutto facile, ma non tutti i giovani donano o prendono questa possibilità seriamente in considerazione. Quando incontriamo i formatori che vengono nelle scuole, siamo tutti d’accordo che sia una bellissima cosa, donare sangue, ma poi viene accantonata. Ecco vorrei spronare i miei coetanei e i giovani anche di qualche anno in più di me a fare un passo in più e far parte di Avis - ha commentato la giovane avisina - la paura dell’ago? Superabile pur di far del bene".

L'orgoglio in sezione Poncarale-Flero

Grande l’emozione da parte di Avis Poncarale-Flero, espressa attraverso la voce della presidente Federica Savoldi.

La solidarietà è una questione di famiglia. Da sinistra Silvia neodiciottenne alla sua prima donazione, al centro Federica presidente dell'Avis Poncarale-Flero, a destra Omar papà di Silvia giunto alla sua centesima donazione
Da sinistra Silvia, al centro Federica presidente dell'Avis Poncarale-Flero, a destra Omar.

"E’ sempre emozionante vedere i volontari e le volontarie del sangue offrire il proprio braccio e parte di sé per perfetti sconosciuti, con la consapevolezza che quella è la cosa giusta da fare - ha dichiarato la dirigente Savoldi - A renderci ancor più orgogliosi del volontariato che portiamo avanti sono i giovani, ragazzi e ragazze come Silvia, storie di famiglia come la loro e come altre di cui la nostra sezione è ricca, perché fa capire che stiamo provando e talvolta stiamo riuscendo a far sopravvivere la solidarietà anche nelle attuali e future generazioni, grazie a tutti gli avisini e alle avisine, quanto ai giovani: vi aspettiamo!".

di Marianna Baldo

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