Iniziative

Il Train(n)o porta "a scuola d’italiano" gli agricoltori stranieri

Appena concluso il Corso di alfabetizzazione per chi lavora nelle stalle o nei campi e deve conoscere i gergo tecnico del mestiere

Il Train(n)o porta "a scuola d’italiano" gli agricoltori stranieri
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Si è appena concluso, a Borgo San Giacomo , con un grande successo il primo corso di italiano dedicato ai lavoratori stranieri impiegati nel mondo dell’agricoltura.

Un corso per chi lavora nel mondo agricolo

L’idea è venuta ai membri dell’associazione perché, come in tutti i settori, chi lavora deve adottare un linguaggio tecnico, cosa non semplice quando si è stranieri.
Sei lezioni per un totale di 9 ore di corso, nell’aula della biblioteca comunale di Borgo San Giacomo, ma soprattutto tante richieste, quindici i corsisti, un numero che nessuno si aspettava, che di fatto hanno trasformato l’iniziativa in un corso di alfabetizzazione quindi non solo del mondo agricolo. Un percorso che gli allievi hanno affrontato insieme diventando amici, si è creata una bella atmosfera che ha fatto abbattere ogni barriera. Tra gli studenti anche un gruppo di ragazzi egiziani de L’alternativa cooperativa sociale di Quinzano d’Oglio, con presidente Mariangela Lamagni e coordinatrice Debora Castiglione. C’era chi è stato iscritto dal proprio datore di lavoro e chi, come un agricoltore di Trenzano, Pietro Pierani, che per tutte le lezioni ha portato un suo collaboratore, un mungitore, e lo ha aspettato per tutta la durata delle lezioni per poi portarlo a casa.

"Questo è l’esempio dei più veri e tradizionale sentimenti dell’agricoltore ricolti verso il prossimo e verso o un futuro migliore - ha sottolineato il segretario del Train(n)o Giovanni Martinelli - un grande ringraziamento ai nostri sponsor, all’Amministrazione Comunale che ha messo a disposizione l’aula della biblioteca ad uso gratuito, soprattutto nella figura del vicesindaco Silvia Sbruzzi e dell’assessore ai Servizi sociali Giovanna Ghirardi che erano presenti e un doveroso e sentito grazie all’insegnante Anna Tomasoni che ha sposato a pieno il nostro progetto, ha capito cosa volevamo fare ed è stata bravissima ad interagire con i ragazzi nonostante fossero su livelli diversi l’uno dall’altro".

Uno sguardo lungimirante

In poche parole un successo davvero oltre ogni più rosea aspettativa, del resto quando si inizia un progetto non si sa mai quale impatto possa avere, a conti fatti si può dire che ancora una volta il Train(n)o abbia centrato in pieno un bisogno, una necessità che aleggiava già da tempo non solo nel mondo agricolo, ma soprattutto nelle comunità di stranieri. L’associazione si dimostra così capace di leggere il territorio e i tempi che corrono, basti pensare che è di pochi giorni fa la notizia di un corso per muratori dedicato ai migranti realizzato nella sede di Ente sistema edilizia Brescia. In questo caso l’obiettivo è formare i manovali, cercando di favorire l'integrazione dei corsisti, e di riempire le scarne leve del ricambio generazionale nel settore edilizio, uno tra i più affamati di personale qualificato e non. Il progetto è di Ance e Confcooperative Brescia.

Il corso è strutturato su 155 ore di lezione: dall'alfabetizzazione di base nella lingua italiana, alla formazione sulla sicurezza in cantiere in vista del primo accesso. Ci sono poi ore di studio sulle tecnologie dei materiali, ed esercitazioni pratiche per sviluppare la manualità e la precisione nel lavoro in cantiere: dalla preparazione della malta alla stesura dell'intonaco, fino alla gestione di pilastri e muri. Il Train(n)o ha capito l’importanza della formazione, dell’alfabetizzazione, ma ancora di più, in perfetta linea con la mission dell’associazione, vuole recuperare quel patrimonio di valori tipici del mondo agricolo: il senso della comunità, l’aiuto reciproco, la generosità e non da ultimo il lavorare duramente per un obiettivo. Galvanizzati da questo successo sicuramente si sta già pensando ad una futura edizione, perché, anche questo è un tratto distintivo del Train(n)o, se da una parte si hanno i piedi piantati nella tradizione dall’altro lo sguardo è sempre rivolto al futuro, e nel futuro di Borgo San Giacomo c’è sicuramente tanta voglia di crescere insieme nel nome dell’agricoltura.

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