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Al rogo di mezza quaresima bruciati per la prima volta una vecchia e un vecchio

Al rogo entrambi a a Pompiano in favore della parità di genere per allontanare tutte le maldicenze e le negatività

Al rogo di mezza quaresima bruciati per la prima volta una vecchia e un vecchio
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Un’inedita iniziativa quella che da quest’anno è andata in scena in piazza Sant’Andrea a Pompiano.  

Rogo di metà quaresima

Alla Peschiera alle 15 lo scorso giovedì a salire sul banco degli imputati è stata una vecchia accompagnata dal vecchio. A nulla sono valsi i tentativi del Vecchio per risparmiare la compagna al suo destino. Al rogo quindi entrambi a favore della parità di genere per allontanare maldicenze, le negatività accumulate, scacciare l’inverno aprendo la porta alla primavera. Il falò del giovedì grasso è una tradizione carnevalesca a cui il Centro «Gabriele Gardoni» e Cooperativa La Nuvola non rinunciano promuovendo una versione più inclusiva. La proposta di cambio di direzione rendendo più attuale e al passo con il mondo dell’attualità, un rituale che si perde nella notte dei tempi discendendo, infatti, da tradizioni pagane precristiane, per poi fondersi con elementi folcloristici e cristiani. 

I Celti, per esempio, accendevano dei fuochi per ingraziarsi le divinità e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato. Mentre il falò ardeva, i contadini invece in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali. Ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio. Il rogo è talvolta benedetto dal parroco e lo scoppiettare dell’acqua santa nel fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fuggiva. La direzione delle scintille veniva letta come presagio per il futuro.

Tradizione

E se da un lato in piazza il falò si accende prima in Oratorio come da tradizione il rituale ha raccolto la sera sotto lo stesso tetto le famiglie con i bambini in attesa dello stupore. Inedita la proiezione di un cortometraggio confezionato dai ragazzi delle medie e dagli adolescenti che hanno lanciato il j’accuse sulle tematiche che stanno affrontando nei vari gruppi di lavoro, come la violenza o prendere di mira i più deboli mentre i cartelloni appesi hanno acceso i riflettori sugli aspetti da valorizzare. Il fuoco purificatore ha bruciato così le cose cattive, brutte, che guardano al passato e non al futuro.

Un doppio rogo nato anche dall’esigenza di condividere una tradizione anche per chi la sera non riuscirebbe a parteciparvi che fa da ponte tra generazioni.

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