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Addio a Giammy: mente brillante e solidale, ha superato tutti i limiti per fare del bene

Affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne, si è spento a 43 anni dopo una vita spesa promuovendo iniziative e progetti di carattere sociale. Martedì i funerali

Addio a Giammy: mente brillante e solidale, ha superato tutti i limiti per fare del bene
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di Emma Crescenti

"Oggi possiamo dare una mano a chi soffre e non si arrende mai". Lo ripeteva sempre, Gianmario Fortunato, quando ogni estate scendeva in strada per partecipare alla "Quattro passi con Giammy", la camminata solidale ideata proprio dal colognese per raccogliere fondi per la ricerca scientifica e, in particolare, sulla distrofia muscolare di Duchenne: quella malattia che lo accompagnava dalla nascita, che gli aveva tolto l'autonomia, quasi tutta la voce, ma mai la voglia di vivere. Non solo, quella frase era diventata il mantra di un'intera esistenza che ha affrontato di petto, usando la sua mente brillante per spostare sempre più in là i limiti imposti dal corpo, sperimentando, creando, sempre attivo nel sociale, nella cultura, nel promuovere i diritti e l'inclusione. Giammy ora non c'è più: si è spento stanotte, a 43 anni, lasciando una Cologne più vuota, più povera, ma anche un'eredità costruita con la forza di volontà, il coraggio e il sincero desiderio di fare del bene.

Chi era Gianmario "Giammy" Fortunato

Classe 1981, nato e cresciuto a Cologne, Gianmario Fortunato era affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne. Una condizione che lo aveva costretto in carrozzina e all'utilizzo di un respiratore, una presenza ingombrante che ha purtroppo giocato un ruolo di rilievo nella sua vita, ma senza annichilirla. Il desiderio di agire, di conoscere, scoprire, provare che bruciava  nel cuore di Giammy non lo ha mai permesso.

Inesauribile uragano di idee, il 43enne negli anni è diventato un punto di riferimento e un modello per tutta la comunità, facendosi spazio nel cuore dei colognesi: in quello del gruppo Trek&Run, con cui da otto anni organizzata la camminata solidale, dell'associazione Amici del Centro Culturale Paolo Borsellino, di cui faceva parte, e così via di tantissime realtà con cui aveva collaboratorato per realizzare tantissimi progetti. Appassionato di natura e della fotografia (nel 2016 aveva organizzato la sua prima mostra "Segni indelebili" sul tema della violenza contro le donne), nel 2019 aveva pubblicato il volume autobiografico "Fortunato come Giammy" per raccontare tutte le sfide superate, ma anche i suoi  sogni, la forza, la speranza e tutti i suoi obiettivi che, nella loro varietà, convergevano nell'unico desiderio di fare la differenza e aiutare chi era più in difficoltà.

E le azioni si traducevano sempre nel sostegno e nel contributo alla ricerca "con la speranza che presto ci sia un mondo senza duchenne e che nessun altro bambino debba stare a patire quello che ho sofferto io". Parole sue, che saranno la forza di chi continuerà la sua opera.

I messaggi di condoglianze

Questa mattina, domenica 7 aprile, Cologne si è svegliata nel dolore. Dal Trek&Run al centro culturale, dalle istituzioni agli amici, sono tantissimi i messaggi di condoglianze e vicinanza di chi si è stretto alla famiglia e soprattutto alla madre del 43enne, Gigliola Facchetti, che l'anno scorso aveva anche ricevuto il riconoscimento civico per la dedizione e l'amore con cui si è sempre presa cura di suo figlio.

La camera ardente è stata allestita nella casa del Commiato Marini in piazza Garibaldi. Il funerale verrà celebrato martedì 9 aprile, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Cologne.

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