Archeologia

Il Museo civico archeologico di Manerbio: da quarant’anni racconta la storia del territorio

Come vivevano i nostri antenati, cosa mangiavano, come si divertivano, quali erano le mode delle varie epoche, l’archeologia racconta questo e molto di più

Il Museo civico archeologico di Manerbio:  da quarant’anni racconta la storia del territorio
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Non solo un’esposizione permanente con reperti dalla Preistoria al post Medioevo che cresce anno dopo anno, ma anche didattica per le scuole, laboratori, conferenze, letture e tante iniziative per raccontare chi ha abitato il nostro territorio e scoprire che il loro lascito è più vivo che mai.

Il Museo Civico Archeologico

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C’è un luogo in paese che è più vivo che mai e assolve in pieno la sua missione culturale. E’ il Museo Civico Archeologico di Manerbio che da oltre 40 anni tutela e racconta la storia del territorio. Un territorio molto più ricco di quello che si può pensare, come gli addetti ai lavori ben sanno.

«Il museo è stato istituito negli anni ‘80 grazie al Comune e al Gruppo archeologico - ha raccontato la curatrice scientifica Elena Baiguera che ormai da diversi anni si occupa delle molte attività dell’istituzione - Il Gruppo archeologico aveva raccolto molti materiali sia dalle attività di survey, indagini di superficie, che da piccoli scavi, quindi si era reso necessario trovare un ambiente adeguato allo studio e alla tutela dei reperti".

Il Comune ha messo così a disposizione le sale sopra la biblioteca: circa 200 mq dedicati ad un’esposizione museale permanente, anzi in continua crescita perché ogni anno si arricchisce di nuovi reperti, con materiali che coprono le diverse epoche dalla Preistoria all’età post Medievale, articolati in ambito cronologico e tematico. Un vero e proprio viaggio nel tempo che racconta come gli antichi "manerbiesi" vivevano in questa grande pianura: cosa mangiavano, come erano le loro case, come vestivano, persino le mode che si sono susseguite nelle varie epoche sono studiate dagli archeologi che nelle loro ricerche non tralasciano proprio nulla per restituire alla collettività un’immagine sempre più precisa e dettagliata della vita nell’antichità.

Un museo, tante attività

Ecco perché se la prima mission di ogni museo è quella della ricerca, tutt’ora molto attiva a Manerbio con studi, ricerche di superficie e scavi, la seconda e non meno importante è quella della divulgazione scientifica.
Dalla metà degli anni ‘90 è attivo un servizio didattico per le scuole di ogni ordine e grado che comprende non solo la visita guidata, ma anche laboratori didattici, percorsi tematici, svariate attività che possono essere svolte sia negli ambienti del museo sia in classe grazie alla disponibilità degli operatori che portano l’archeologia direttamente nelle scuole. Dall’asilo alle superiori le attività possono essere declinate e realizzate in base alle necessità di studio e ai percorsi didattici che i ragazzi stanno affrontando. Perché per lasciarsi affascinare dalla storia non si è mai troppo piccoli o troppo grandi, c’è sempre qualcosa da scoprire. Infatti ogni anno ci sono nuovi reperti che raccontano nuove storie e nuovi percorsi come quello di Educazione civica legato alla tutela dei beni culturali, altra funzione principe del museo è infatti la conservazione e la tutela del patrimonio.

"Siamo partiti dalla Costituzione analizzandone i predicati: tutela e valorizzazione che cosa sono e quale percorso fa il bene prima di arrivare qui nel museo", ha continuato Baiguera raccontando una delle attività di maggior successo proprio perché ancora troppi non sanno cosa fare quando trovano fortuitamente in un reperto.
"Può succedere che ci si imbatta in un reperto o sospetto tale- ha continuato l’archeologa - Se il bene non è a rischio, si deve procedere con la segnalazione alla Soprintendenza di riferimento o ai Carabinieri, se si reputa invece che il bene sia a rischio cioè possa andare perduto o possa rovinarsi, allora lo si può portare al Museo dove lo studieremo e lo catalogheremo: queste segnalazioni sono importantissime per salvaguardare e tutelare il nostro territorio".

Due nuovi bandi per la tutela del territorio e la diffusione della cultura classica

Novità di quest’anno è un importante progetto di catalogazione Sirbec, sistema Informativo dei Beni Culturali di Regione Lombardia, che è una vera e propria infrastruttura della conoscenza di lungo periodo (un sistema di catalogazione compartecipata del patrimonio culturale lombardo, pubblico o privato, diffuso sul territorio o conservato all'interno di musei, raccolte e altre istituzioni culturali, dal sito di Regione Lombardia). Infine ancora un bando: grazie a Fondazione Cariplo si darà vita al progetto «Classici ma non troppo» un’attività fatta in collaborazione con la biblioteca che prevede un percorso sul teatro, naturalmente quello greco e romano e letture dei classici partendo proprio da un reperto del museo, si parlerà di cibo di viaggi, temi che hanno sempre affascinato l’uomo dall’antichità ai giorni nostri.

Una collezione in continua crescita

In poche parole il museo di Manerbio è un luogo sempre in fermento con tante proposte per grandi e piccini, ma sopratutto è il posto ideale per riscoprire la storia del territorio raccontata dai suoi reperti, dai più famosi come le fàlere, 14 dischi d’argento, probabilmente ornamenti per finimenti per i cavalli, esposte al Museo di Santa Giulia, ma qui riprodotte, la Tomba del guerriero di Flero, un prezioso corredo funerario della seconda metà del III secolo a.C., fatta di reperti per lo più in ferro, ornamenti e oggetti per la cura del corpo. Tra questi anche un esempio di vasellame di epoca etrusca, l'umbone, la spada ritorta nel suo fodero (simbolo del legame tra l'uomo e la sua arma) e una interessante panoplia tipica delle sepolture di un guerriero, i reperti della necropoli di Cascina Trebeschi, tra i quali spicca la coppa in Terra Sigillata Aretina con tanto di bollo con il nome del titolare della bottega in cui fu realizzata, Marcus Perennius Bargathes, ma questi sono solo alcuni esemplari dell’ampia collezione che aspetta solo di essere scoperta. Ad agosto il museo rimarrà aperto negli orari della biblioteca e a settembre ci sarà una bella novità: tutti i sabato mattina il museo sarà aperto dalle 9 alle 12 per trascorre qualche ora immersi nella storia, ci sarà anche tempo per una bella merenda. Quindi non resta che lasciarsi conquistare dalle tante storie dei suoi reperti:

"Perché visitare un museo è un’esperienza sempre sorprendente: c’è sempre qualcosa di nuovo o diverso che cattura l’attenzione. Il nostro patrimonio insegna anche ad essere un cittadino migliore, parla di noi, della nostra storia di chi eravamo e magari si scoprono passioni e interessi inaspettati", ha concluso Baiguera.

Il museo è davvero un posto per tutti: per chi non sa niente di storia e la vuole conoscere, l’apparato didattico è esemplare, per chi è appassionato e vuole approfondire, per chi ha voglia di lasciarsi sorprendere da reperti e storie inaspettate, in poche parole non resta che varcare la soglia e tuffarsi nel mondo dell’archeologia.

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