Iseo

"Il gioco è metafora del mondo" nel Game Care di Bombardieri

Elefanti, gorilla, trottole e tanto altro nell’originale mostra «en plein air» tra le vie di Iseo

"Il gioco è metafora del mondo" nel Game <> Care di Bombardieri
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Ci sono elefanti, gorilla, rinoceronti, uno struzzo e una trottola gigante tra le opere installate sul lungolago di Iseo e Clusane e in prossimità di alcuni edifici simbolo del capoluogo Sebino in occasione della mostra diffusa "Game <> Care", personale dell’artista contemporaneo di fama internazionale Stefano Bombardieri che verrà presentata domani, sabato, alle 17 nella sala civica di Castello Oldofredi."

Il gioco è metafora del mondo" nel Game <> Care di Bombardieri

Nata dall’unione del concetto di gioco, inteso come atto ludico e creativo, a una riflessione sulla cura, e con la curatela di Anna Lisa Ghirardi, il percorso espositivo "en plein air" della mostra, voluta dalla fondazione Arsenale con il supporto e il patrocinio del Comune, si compone di nove sculture su scala monumentale che puntano a condurre lo spettatore in un viaggio giocoso, ma allo stesso tempo di riflessione sull’ambiente e l’ecologia, il tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore e il senso dell’esistenza.

Se infatti, come sottolinea Ghirardi nel testo che accompagna la mostra, citando il filosofo Eugen Fink «il gioco è metafora del mondo», nel «gioco» di Stefano Bombardieri il pubblico è chiamato a farsi «nautilus», navigante, sia attraverso i luoghi fisici in cui è articolato il percorso, sia attraverso le diverse declinazioni di significato assunte dalle opere. «Nautilus», non a caso, è il titolo di una delle grandi sculture in mostra, emblematica nel contesto della produzione dell’artista, che tratta il tema dell’estinzione animale: il nautilus è infatti un mollusco protetto, sopravvissuto relativamente immutato per migliaia di anni, mentre la forma spiraliforme rimanda al perpetuo moto evolutivo dell’universo. Nella scultura è inoltre presente il tema del gioco: i bambini giocano con gli esoscheletri marini e, come i più grandi, ascoltano i suoni che in esso germinano.

L’infanzia torna puntuale nelle opere «Elia e l’elefante» ed «Elefante con bambino/ Omaggio a Colbert». La prima, nella quale un bambino solleva un pachiderma, è un invito a cercare la forza nella potenza della fantasia e mostra come un approccio alternativo agli eventi possa generare una percezione diversa di cose apparentemente insostenibili. Nella seconda - traduzione scultorea di una fotografia di Gregory Colbert in cui un bambino legge un libro a un elefante – il libro rappresenta il sapere, l’elefante la memoria e la saggezza.

Al filone dell’estinzione è ascrivibile «Testa di Gorilla», tra le specie più simili all’uomo, il cui monito sottinteso riguarda tanto l’animale quanto l’essere umano che, schermato nella sua indifferenza, sottovaluta la mancanza di tutela verso l’ecosistema di cui è esso stesso parte.

Altro simbolo dell’essere vivente in costante pericolo - e in questo caso anche alter ego dell’artista – è il rinoceronte presente in «RPC Rhino Petrol Company», in cui un rinoceronte trattenuto da corde ad una catasta di barili di petrolio diventa il simbolo dei risvolti deleteri del consumismo e del fagocitante sistema del mercato artistico. L’opera, omaggio a Christo, che già dagli anni Cinquanta impacchettava barili, connette idealmente sullo sfondo del lago, protagonista nel 2016 del The Floating Piers, le poetiche dei due artisti contemporanei, entrambe caratterizzate da una consolidata esperienza nel creare dialoghi tra l’opera e lo spazio urbano e paesaggistico circostante.

La grande «Trottola» in corten, gioco dell’infanzia per eccellenza, in questa sede è indagata nella sua declinazione di ruota della fortuna. Il moto, una volta innescato senza che la fine sia prevedibile, sta a significare l'instabilità e la mutevolezza delle vicende degli uomini.

Il tentativo umano di comprendere tali meccanismi universali è il perno attorno al quale ruota il significato dello «Struzzo Rubik»: l’animale non insinua la testa sotto la sabbia bensì all’interno del celeberrimo cubo, raccontando la volontà di osservare dall’interno i meccanismi del rompicapo e affrontare le difficoltà.

La speculazione più filosofica del lavoro di Bombardieri si trova nelle due opere dai titolo «Il peso del tempo sospeso/Rino» e «La forma e il contenuto». La prima è un riferimento al tema del dolore, della paura, di una percezione dilatata o, viceversa contratta, dello scorrere del tempo. La seconda - un telo che delinea la silhouette di un rinoceronte senza tuttavia contenerne la sua fisicità – è un sottile ragionamento sulla contrapposizione tra involucro e contenuto, che elegge il lavoro dell’artista all’interno di un discorso ben più ampio sulla differenza tra essere ed apparire.

A completamento del progetto, a partire dal 15 giugno e sempre fino al 29 settembre, gli spazi espositivi della Fondazione L’Arsenale ospiteranno una serie sculture, bozzetti e progetti grafici che documentano la produzione di Stefano Bombardieri dai primi anni Duemila a oggi, comprese molte opere inedite.

 

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