Chiari

E' realtà il debutto di "Plattoi" con "Giovane Star"

Sono già migliaia le visualizzazioni del suo videoclip girato nella meravigliosa cornice di Villa Mazzotti

E' realtà il debutto di "Plattoi" con "Giovane Star"
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di Federica Gisonna

Sul volto la soddisfazione di chi sa di avercela messa tutta, negli occhi l’umiltà di non pensare di essere arrivato in vetta, ma soltanto di aver intrapreso la strada giusta. Lui è Ivan Platto, vent’anni di Chiari, protagonista indiscusso degli ultimi giorni. Sui social e non solo. «Plattoi» è il suo nome d’arte, quello con cui firma i pezzi.

E' realtà il debutto di "Plattoi" con "Giovane Star"

"Giovane star" è il titolo del suo singolo, lanciato lunedì su YouTube (e tutte le altre piattaforme streaming) il cui video è stato girato nel parco della residenza storica clarense per eccellenza, la maestosa Villa Mazzotti. Il suo è un genere rap/trap, racconta quello che gli passa per la mente. Compone le sue strofe da solo. Ha tante cose da dire e questa prima uscita è solo "un primo pezzo di un progetto più grande che si svilupperà nel corso dell’anno". Lo abbiamo incontrato in redazione e gli abbiamo chiesto di aprirsi a noi.

Raccontaci un po’ di te, chi sei, cosa fai e da dove arriva la passione per la musica?

Ho vent’anni e lavoro come operaio, ma ho una grande passione per la musica. Mi piacerebbe, un giorno, poterne fare un lavoro.
Hai studiato musica? Come hai coltivato questa passione?
Ho fatto tutto da solo. Mi sono impegnato fortemente, per oltre due anni, provando e riprovando per allenarmi nella composizione delle strofe. Più ti alleni e più ti vengono. Un po’ come funziona in palestra. Inizi con pesi più bassi e poi, man mano, ne sollevi di più. E’ più o meno lo stesso metodo.

Canti ciò che hai scritto? E’ tutta farina del tuo sacco?

Esatto. Proprio così. Le parole sono mie, mentre la musica, che comunque ha i miei diritti, è stata prodotta da dei ragazzi di Milano con i quali lavoro in studio.

Quando hai capito di volerti lanciare nella carriera musicale?

Già prima della quarantena avevo iniziato a fare dei freestyle in giro con gli amici. Inizialmente era soltanto un hobby, ma fin da subito ho capito che mi piacevano tanto. Poi è arrivata la quarantena ed è stata l’occasione per mettermi a pensare. Mi sono detto: “Devi fare questo perché è una cosa che ti piace”. Man mano che passava il tempo mi sono reso conto che migliorava la qualità, mi venivano maggiormente le parole e ho capito di poterci realmente provare. E’ stato un mio lavoro da autodidatta, a 360 gradi. Mandavo, magari, delle bozze ad alcuni amici ma per chiedere un parere, ma non ho avuto insegnanti.

Questo è effettivamente il tuo primo singolo?

Diciamo così. L’anno scorso ce n’è stato un altro, «Con i miei», ma non volevo che quello fosse il mio pezzo di lancio. E’ stata una mia prima presentazione alle persone, il mio modo di accendere una curiosità. «Giovane star» invece mi rappresenta di più. Anticipa un progetto che si evolverà nel corso di tutto l’anno. Ci saranno varie uscite, ci sto lavorando molto. Spero di riuscire a farmi sentire.

Che riscontri hai avuto dal lancio del primo singolo? Chiari è una piccola città e il tuo video ha fatto davvero il giro. Come l’hai vissuta?

Inizialmente ero scettico. Io sono consapevole di ciò che ho fatto uscire, ma non per peccare di arroganza. Sono consapevole di aver portato qualcosa che prima non c’era. Sapevo che il mio pezzo avrebbe potuto avere un riscontro maggiore rispetto a quello di altri. Sono davvero contento di tutti i complimenti ricevuti, ma allo stesso tempo mi rendo conto di tutto il lavoro che c’è ancora da fare.

Dove possiamo ascoltarti?

I miei pezzi sono disponibili su YouTube, Spotify e tutti i digital store. Basta cercare «Plattoi».

A casa come hanno preso la tua volontà di volerti lanciare nel mondo della musica?

Quando ho deciso di intraprendere una carriera musicale, se così possiamo definirla, andare a Milano a registrare e tutto il resto, sicuramente erano un po’ scettici. Forse non hanno capito subito che era realmente quello che volevo e si sono preoccupati anche del dispendio economico. Non ho voluto chiedere nulla per la produzione dei brani e tutto il resto, mi sono mosso con i soldi che ho messo da parte lavorando dunque hanno avuto paura che potessi buttare via dei soldi. Non è mancata nemmeno qualche discussione. Poi, però, si sono resi conto e hanno iniziato ad appoggiarmi. Ora sono contenti, hanno visto la mia dedizione. Hanno capito che voglio fare sempre di più. Si sono ricreduti. Sono uscito dalla mia bolla, ho imparato ad esprimermi e mi supportano.

E adesso?

Adesso si vedrà. Non credo di essere arrivato da nessuna parte. So soltanto che mi sono impegnato al massimo e continuerò a farlo. Spero davvero che un giorno la musica possa diventare il mio lavoro, ma resto con i piedi per terra e non farò alcun passo avventato. Vedremo che sarà. Io ce la metto tutta.

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