Appello

Diritti del malato: una lettera da Montichiari per Mattarella firmata da Nicola Colosio

Non così invalido da percepire una pensione decorosa ma abbastanza per dover rispettare restrizioni pesanti per la guida

Diritti del malato: una lettera da Montichiari per Mattarella firmata da Nicola Colosio
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Diritti dei disabili dimenticati: Nicola Colosio di Montichiari ha scritto al presidente Sergio Mattarella evidenziando una situazione personale e famigliare pesantissima.

Diritti del malato: Nicola Colosio scrive al presidente Mattarella

Nicola Colosio, noto a Montichiari per il suo impegno con l'associazione SaPSo, marito di Carla Montanari, la malata di Sma2 più anziana d'Italia, la coppia è conosciutissima in città, ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella "per illustrare la sua situazione e per chiedere aiuto, sperando serva a qualcosa". Nicola racconta a Mattarella la sua biografia personale e professionale e scrive che "solo recentemente" ha potuto scoprire di essere affetto da DSA.

Nicola nella lettera sottolinea che dopo aver trascorso alcuni anni occupandosi esclusivamente della moglie Carla, il 12 settembre 2018 ho potuto riprendere a lavorare,

"Ma nel frattempo - scrive - anche io mi sono ammalato; in seguito alle complicazioni dovute alla diagnosi di Siringomielia e Midollo ancorato ho dovuto cambiare mansione lavorativa e richiedere un orario ridotto. Sono stato assunto part-time da una Cooperativa Sociale come Assistente ad Personam facendo attività di sostegno a bambini e ragazzi a scuola, questo sino a gennaio 2023 quando mia moglie è stata ricoverata in un ospedale lontano da casa ed ha avuto nuovamente bisogno di un'assistenza continuativa. Essendomi licenziato non ho potuto accedere neppure alla Naspi. Nel frattempo le mie condizioni di salute sono peggiorate e per questo il 17/08/23 ho presentato domanda per aggravamento dell'invalidità, mi era già stato riconosciuto il 70% e inabilità al lavoro. Il 10 agosto vengo quindi chiamato in commissione Medica che mi riconosce un invalidità pari all' 80% e uno stato di handicap in situazione di gravità (comma 3 art. 3) con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta e ridotte le capacità motorie permanenti. Mi viene riconosciuto quindi un assegno di 313,91 euro e riferito che successivamente sarei stato sottoposto ad altra commissione INPS per visita di inabilità al lavoro".

 

"Dopo 2 rinvii, finalmente il 17 novembre 2023 mi presento alla sede INPS di Brescia, ma il medico che doveva visitarmi aderì allo sciopero nazionale e quindi il personale presente ritirò solo i miei documenti, Il 1° dicembre mi arrivò comunicazione che la mia domanda di Pensione Ordinaria di inabilità non era stata accettata, in quanto non risultava un'infermità tale da determinare una assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa; mi chiedo come sia possibile dato che non sono stato accolto dalla commissione. Viene riconosciuta invece la riduzione a meno di 1/3 della capacità di lavoro. Seguiranno accertamenti dei requisiti assicurativi e contributivi, conclusi il 18 gennaio scorso con rifiuto della domanda perché negli ultimi 5 anni non risultano versati almeno 156 contributi settimanali, ma solo 137. Il medico della commissione per aggravamento invalidità il 7/9/23 mi informa che, viste le patologie e la terapia in atto, devo sottopormi alla Commissione Patenti per una revisione, quindi il 3 gennaio 2024 (prima data disponibile dal 7/9) mi presento alla suddetta commissione dove mi fanno la prova della vista, alcune domande e mi viene richiesto un ulteriore esame dei riflessi, esame (che mi viene detto verbalmente) ho superato a pieno il 18/01/2024. Il 22 gennaio mi arriva una comunicazione che recita: “Ricevuta idoneità alla guida per la revisione della patente B Speciale per anni 1".

"Sulla nuova patente saranno presenti le seguenti limitazioni: Obbligo di lenti, Percorso limitato: guida entro un raggio di 5 km dalla residenza; guida non autorizzata in autostrada e le seguenti modifiche da apporre al veicolo: cambio automatico, freno manuale, sterzo con forza massima di azionamento di 200N, acceleratore manuale, il tutto con validità dal 19/01/2024 (quindi retroattiva). Ovviamente ho gia provveduto a fare ricorso presso il Medico legale delle ferrovie dello Stato. Signor Presidente le spiego quali sono le difficoltà che sto attraversando. Sono disoccupato dal 14/01/2023 (scelta dettata in parte dalla mia salute ed in parte dal peggioramento di mia moglie) e con Carla viviamo della sua Pensione con accompagnamento, fortunatamente lei ha anche la reversibilità dei genitori e la misura B1, e proprio in questi giorni è giunta notizia che Regione Lombardia voglia rimuovere. Le precarie condizioni di salute di Carla e mie, ci impongono una assistente personale che segua Carla nelle attività igieniche e di mobilizzazione ed entrambi nelle attività domestiche, compito che per me diventa sempre più pesante. Questo aiuto ci costa circa 1000 euro al mese più i contributi e le spese di gestione delle buste paga. Come le ho già ben dettagliato prima, io non ho mai percepito NASPI e non prendo nessun tipo di pensione se non i 333.33 euro dell'assegno d'invalidità".

 

"Questo contributo non mi permette nemmeno di far fronte alle spese farmaceutiche e riabilitative. Ho lavorato quasi ininterrottamente dal 1991 al 2017 a tempo pieno e dal 2018 a gennaio 2023 part-time ciclico, ma l'INPS valuta solo gli ultimi 5 anni, periodo in cui la nostra situazione familiare è diventata precaria per l'aggravarsi delle patologie di entrambe, e questi sono i motivi per cui non ho raggiunto i 156 contributi. Trovo discriminatoria l'istanza della Commissione Patenti dell'ASST Spedali Civili di Brescia, conosco persone con invalidità al 100% e disabilità molto più gravi della mia, che guidano macchine attrezzate senza nessun tipo di limitazioni. Se tali limitazioni fossero dovute ai farmaci che assumo, per quale motivo io posso portare la macchina fino a 5 km di distanza dalla mia abitazione? All'interno di questo kilometraggio non sono pericoloso? Probabilmente no, ma questo mi impedisce di poter lavorare, se io potessi farlo. Credo che tutto ciò sia anticostituzionale, ci sono degli articoli che recitano principi fondamentali oltre ai diritti e doveri dei cittadini (art.2, art.3, art.38). Non comprendo come sia possibile non avere idoneità alla guida ma al lavoro si. La patente mi serve per fare le spese, andare in farmacia, raggiungere il centro dove faccio fisioterapia, andare a fare visite o ricoveri in ospedale e accompagnarvi mia moglie, per fare commissioni per l'associazione di cui sono presidente e perché no, anche per svagarmi con mia moglie, la vita è fatta anche di questo. Nel ringraziarLa per l'attenzione che vorrà riservare a questa mia richiesta - conclude Nicola - Le porgo i miei più cari saluti".

 

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