Antenne 5G: una tecnologia necessaria o un rischio per la salute?
L'installazione di un ripetitore porta sempre qualche malcontento: i casi di Barbariga e Villachiara
Antenne 5G, due casi a confronto: a Villachiara sono nati diversi malumori, ma l'Amministrazione si è mossa prontamente, a Barbariga è persino nato un comitato.
Villachiara
C’ è un dibattito che ha animato il paese di Villachiara nelle ultime settimane: 5G, un’occasione o un pericolo per la salute? Alla notizia che un ripetitore 5G sarebbe stato installato in paese la comunità si è divisa tra chi era contento di poter beneficiare di una connessione più stabile, ormai imprescindibile nella vita privata e in quella lavorativa e chi teme per la propria salute. Come di consueto i primi commenti sono stati affidati a Facebook e poi qualcuno ha bussato alla porta del sindaco Laura Bonfiglio per avere spiegazioni. Villachiara è una così detta «zona bianca», cioè è un territorio non coperto dalla rete, per ovviare alle tante zone bianche sul territorio italiano è stato dato vita ad un piano a livello nazionale: Piano Italia 5G, finanziato con i fondi del Pnrr. "Appena abbiamo saputo dell’installazione dell’antenna ci siamo immediatamente mossi per comprendere la situazione e verificare che non ci fossero pericoli di salute per i cittadini - ha spiegato il primo cittadino - Subito abbiamo contattato Arpa, che ha dato il suo parere favorevole sottolineando che non ci sono rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini, poi abbiamo offerto alla ditta che ha vinto il bando, la Inwit, di mettere l’antenna vicina al depuratore, questa è una zona che già nel Pgt avevamo indicato come idonea, ma la ditta non ha accettato". Le istituzioni hanno fatto tutto quello che era in loro potere, ma la legge del 2003 parla chiaro: le ditte possono mettere dove meglio credono i ripetitori, devono seguire certi parametri tecnici, ecco perché non è stato possibile decentrare la struttura, perché il segnale sia efficace deve essere in una zona centrale. In ultimo il ripetitore a Villachiara è stato posizionato in un’area privata, anche su questo il Comune non ha alcun controllo. In nome della chiarezza e della trasparenza L’Amministrazione ha redatto una lettera in cui è spiegata per filo e per segno tutta la vicenda e l’ha consegnata ad ogni cittadino. I «brontoloni» del resto ci sono stati e sempre ci saranno, ma se si vuole un segnale stabile per le proprie attività commerciali, piuttosto che per lo studio o il divertimento, questa è l’unica strada. Arpa ha dato il suo parere favorevole, gli ultimi studi dicono che il 5G è un segnale più potente, ma più sicuro perché non disperde i raggi, inoltre tra telefoni, smartphon, assistenti vocali e quant’altro, le radiazioni sono un po’ ovunque.
Il Comitato nato a Barbariga
"Come reagiresti se a 51 metri dalla finestra della camera di tuo figlio improvvisamente spuntasse un'antenna 5 G?" Con questa frase, che racchiude un po' tutto, alcuni cittadini di Barbariga che hanno anche creato un Comitato, hanno invitato la popolazione a firmare contro l'installazione. Domenica 19 novembre infatti, in piazza della Conciliazione, c'è stata una raccolta firme che è poi continuata nei giorni successivi e che ha portato, al momento, ad oltre duecento firme raccolte. I cittadini direttamente coinvolti da questo problema hanno trovato comunque l'appoggio di parte dei barbarighesi, come dimostrano appunto le oltre duecento firme raccolte. Tutti sanno che il problema del segnale telefonico esiste e c'è ancora attualmente, ma chi ha portato avanti questa raccolta firme sostiene che sarebbe stato opportuno valutare posizioni alternative, in primis vicino al cimitero, perché così è da considerarsi troppo vicino alle case. Da capire ora cosa succederà e se le firme raccolte potranno fermare in qualche modo questa situazione, oppure se rimarrà tutto invariato.
La risposta del primo cittadino
Sull'argomento «infrastruttura per telefonia mobile a Barbariga» ci ha tenuto a dire la sua e dare il suo punto di vista il sindaco Giacomo Uccelli. "Facciamo un po’ di chiarezza. Alla fine del 2022 una società mandataria di Tim ha richiesto la possibilità di installare sul nostro territorio un’infrastruttura per telefonia mobile localizzandola a sud di via Indipendenza adiacente al centro abitato. Premetto che da anni ricevo centinaia di sollecitazioni per l’installazione di questa tecnologia da parte degli abitanti di via 26 aprile, via Indipendenza e di tutta la frazione di Frontignano; si parla di circa 700 persone che hanno un segnale pressoché nullo sul proprio telefonino. In passato si era pensato di inserire questa infrastruttura nel parcheggio del cimitero ma si è convenuto con la società mandataria di Tim che la sovrintendenza avrebbe dato parere sfavorevole perché intralciava la visuale della facciata di un bene artistico monumentale (chiesetta del Ducco inserita nel cimitero stesso). Dopo un confronto abbiamo individuato l’isola ecologica come miglior location e a questo punto la questione passa agli organi preposti alle autorizzazioni». E dunque il passaggio in Consiglio comunale. "Il primo organo deliberante è il Consiglio comunale che, occasione più unica che rara, ha votato all’unanimità per la concessione di questo spazio all’agenzia in questione. Non c’è stata neppure una discussione, si è passati subito alla votazione favorevole. Vi garantisco in questa legislatura è successo pochissime volte. La seconda autorizzazione è passata al Cpu per l’aspetto urbanistico. Dopo una breve valutazione lo stesso ha il parere favorevole. La terza autorizzazione, quella più importante, riguarda l’aspetto di sanità pubblica e in tal senso abbiamo richiesto un parte all’Arpa. La stessa agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha risposto con nota protocollata adducendo parere favorevole perché questa infrastruttura rispetta i limiti imposti dalla legge per l’inquinamento elettromagnetico. Premetto che il limite italiano è 10 volte inferiore a quello comunitario e l’infrastruttura locale rientra ampiamente nel limite imposto dal dettame legislativo italiano. Per scrupolo abbiamo fatto un sopralluogo in alcuni paesi dove è stata installata questa tecnologia e abbiamo scoperto che molte volte è inserita in contesti urbani, infatti la legge non prevede distanza minima dalle abitazioni. Siamo altresì disponibili a richiedere la presenza dei tecnici Arpa per un’assemblea pubblica a Barbariga che possa affrontare eventuali perplessità". Insomma: anche secondo l’Amministrazione, con buona pace del neonato Comitato, i cittadini di Barbariga possono dormire sonni tranquilli.
Davvero il 5G fa male?
Scie chimiche, 5G, cerchi nel grano, ogni tanto questi argomenti suscitano ampie discussioni tra approcci semi seri e reali preoccupazioni. Le grandi antenne del 5G certamente non sono un bello spettacolo, impoveriscono il paesaggio dal punto di vista estetico ma d’altro canto offrono una tecnologia ormai irrinunciabile. Va chiarito che le preoccupazioni sanitarie legate all'«elettrosmog» derivante dal 5G sono in gran parte eccessive. Il 5G, come il 3G, il 4G, è uno standard per le telecomunicazioni a banda larga e utilizza sostanzialmente la stessa tecnologia utilizzata da anni dai cellulari. Le onde elettromagnetiche utilizzate per le trasmissioni in 5G hanno però una frequenza più alta, rispetto a quella utilizzata dai sistemi precedenti. E qui sta il «fraintendimento» che in tante occasioni ha generato, negli anni scorsi, parecchia apprensione pubblica quando si parla di nuove antenne. Le norme in materia, in Italia sono persino più stringenti di quelle raccomandante a livello europeo, ma nonostante ciò è nato un movimento di opinione che invocando più o meno esplicitamente il «principio di precauzione» agita i sonni di molti cittadini. Anche se le preoccupazioni in materia sono state sconfessate, da tempo, dalla comunità scientifica: non ci sono evidenze del fatto che l’esposizione a queste frequenze siano più dannose di quelle che già normalmente utilizzano i cellulari «senza» 5G.