Gioielli del territorio

Giornate Fai di Primavera il 23 e 24 marzo 2024: i luoghi da visitare a Brescia e in provincia

750 luoghi speciali in 400 città, dai grandi capoluoghi ai piccoli comuni, dai centri storici alle province, da Nord a Sud della Penisola

Giornate Fai di Primavera il 23 e 24 marzo 2024: i luoghi da visitare a Brescia e in provincia
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Giornate FAI di primavera, tornano sabato 23 e domenica 24 marzo 2024. Si tratta del più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia e alle storie inedite e inaspettate che custodisce con visite a contributo libero in 750 luoghi speciali in 400 città, dai grandi capoluoghi ai piccoli comuni, dai centri storici alle province, da Nord a Sud della Penisola.

Il 23 e 24 marzo tornano le giornate del Fai

Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi più importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Un’esclusiva opportunità di scoprire un’Italia meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi città ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese.

Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato. È questa la missione del FAI: "curare il patrimonio raccontandolo" a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante l’anno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono.

I luoghi aperti a Brescia e in provincia

Brescia

Palazzo Provaglio

 

 

Palazzo Provaglio si trova a Brescia, a pochi passi dal cuore del centro storico della città e dalle sue attrattive culturali principali.

L'edificio fu costruito nel 1750 come dimora della famiglia Provaglio su progetto dell'architetto luganese Antonio Turbino. In questo palazzo nacque nel 1781 Marzia Provaglio Martinengo, animatrice di un importante cenacolo culturale frequentato anche da Ugo Foscolo. Durante i bombardamenti del ‘45 il complesso fu notevolmente danneggiato: si salvarono solamente alcune parti della facciata, lo scalone monumentale e la "sala d'Ercole", ora aula insegnanti. In seguito il palazzo fu acquistato da don Alfredo Buratti, che vi istituì un collegio maschile, per poi passare nel 1954 sotto la gestione dei Frati minori del convento di San Gaetano, che vi insediarono l'Istituto "Ven. A. Luzzago".

 

La parte sopravvissuta della facciata originaria mostra linee semplici e, su di essa, fu installato il portale cinquecentesco proveniente dalla chiesa di Sant'Alessandro. Una volta varcato l'ingresso si accede allo scalone monumentale a doppia rampa, molto simile a quello di Palazzo Lechi a Montirone, sempre progettato dal Turbino e da cui proviene il leoncino adagiato sulla balaustra mentre le altre sculture erano originariamente collocate nella parrocchiale di Offlaga. La volta a botte è ornata da eleganti stucchi che incorniciano tre medaglioni in cui sono inserite scene mitologiche, quali "Il tempo che svela la verità vincendo sulla menzogna", "Gli dei dell'Olimpo" e, infine, "Bacco e Arianna". Una volta raggiunto il piano nobile si accede alla "Sala d'Ercole", integralmente recuperata eliminando la controsoffittatura applicata nel dopoguerra. L'affresco del soffitto, ornato lungo il suo perimetro da sofisticate quadrature, esalta il personaggio mitologico di Ercole, mentre nei quattro angoli trovano spazio alcune delle sue fatiche.

Palazzo Bargnani

Palazzo Bargnani si trova nella quadra di San Giovanni, all'interno delle mura cittadine. La sua costruzione, commissionata da Gaspare Giacinto Martinengo, corrisponde a una precisa volontà di riorganizzare questa porzione urbana, a fine Seicento ancora caratterizzata da un tessuto irregolare. La fabbrica di Palazzo Bagnani, la cui costruzione dura quasi un secolo, costituisce quindi una delle più maestose, in termini di ampiezza e monumentalità, dimore affacciate su Corso Matteotti.

Edificata a partire dal 1671 per volere del marchese Gaspare, la fabbrica del palazzo fu particolarmente impegnativa e riguardò una vasta area della quadra di San Giovanni; anche grazie all'importante dote portata dalla moglie, la famiglia poté acquisire numerosi lotti, anche se il completamento avverrà solo alla metà del secolo successivo. Risale infatti al Settecento la facciata e l'atrio monumentale, realizzati con la consulenza di Filippo Juvarra, sul modello delle architetture torinesi. Nella seconda metà del secolo, il palazzo fu venduto a Gaetano Bargnani che lo cedette infine al Regno d'Italia. L'edifico appartiene oggi alla Provincia di Brescia.

Palazzo Gaifami

Il Palazzo Gaifami si trova nel centro di Brescia, seppure in una posizione più defilata. Rispetto al vecchio impianto cittadino esso era infatti posto nella vicinanza delle mura veneziane. Ciò nonostante la sua grandiosità estetica (che non corrisponde alla profondità dei volumi architettonici) lo rende uno dei più interessanti esempi del ‘700 bresciano.

Il Palazzo è probabilmente di origine cinquecentesca. Fu però la famiglia Gaifami a trasformarlo nella sua grandiosa residenza cittadina. Vincenzo Gaifami, infatti, era null'altro che un parvenu di una famiglia che solo con uno stratagemma riuscì ad entrare nell'alta nobiltà bresciana. Pertanto, il suo palazzo, doveva essere un'affermazione di ricchezza e potenza. Il progetto di rinnovamento, probabilmente lo si deve allo stesso Vincenzo. Con la morte dei suoi figli, la famiglia si estinse. Passò così di mano in mano, fin quando nel 1941 non fu acquistato dalla Croce Bianca, che ancora oggi ne detiene la proprietà.

Il Palazzo è l'eredità più importante di Carlo Innocenzo Carloni (o Carlone) a Brescia. Molto attivo in Europa, riconosciuto come artisticamente paritario al Tiepolo, in Italia lavorò pochissimo. Il suo stile, che porta alle estreme conseguenze le armonie coloristiche del Rococò Internazionale, giunge nel palazzo Gaifami al suo apice. Le sue opere sono inserite in quadrature dello Zanardi e Molinari. La bellezza e la luminosità delle opere (in parte restaurate) permette di apprezzarne lo stile.

Ex magazzini generali

Il complesso di natura industriale delle Casere, già parte della vasta struttura dei Magazzini Generali, si colloca nella periferia cittadina in un contesto di confine fra le aree abitate di formazione tardo novecentesca e le aree già industriali, ora dismesse ed in attesa di riqualificazione. Gran parte del complesso dei Magazzini è stato raso al suolo enucleando le Casere dal loro contesto originale. La crisi edilizia perdurante ha poi rallentato, praticamente arenato, la riqualificazione dell'area così che gli edifici di nostro interesse si collocano a margine di un parco recente.

Loggetta del Monte di Pietà

Platea nostra magna è l'appellativo che le fonti più antiche riservano all'attuale Piazza della Loggia, fulcro, ancora oggi, dell'identità civile di Brescia. Questo grande spazio pubblico a pianta rettangolare è circondato da edifici di foggia rinascimentale che assolvono alle funzioni del potere locale e delle attività produttive. Fra essi spicca la cosiddetta "Loggetta", una galleria sopraelevata che caratterizza il lato meridionale della piazza con la sua facciata policroma.

Omb Saleri Spa Sb 

La OMB Saleri SpA SB si trova nella zona di via Rose di Sotto, un quartiere periferico di Brescia. Negli anni l'azienda si è strutturata suddividendo la propria attività in 5 unità: Divisione idrogeno, dove si producono valvole e componenti per la mobilità ad idrogeno; automotive, che è focalizzata sullo sviluppo di valvole per la gas mobility; applicazioni domestiche, che produce valvole e dispositivi di sicurezza per gas e acqua; metal machining, che fornisce lavorazioni meccaniche di precisione e e customizzate; Aerospace e Cryogenics.

Artogne

Castellino

Il ‘Castellino' è una proprietà privata di Artogne, poco distante dal centro del borgo, in luogo sopraelevato e strategico a ridosso della parete rocciosa e dell'orrido a picco sul torrente che lo separa dalla vicina Piancamuno. Abbarbicata sul costone roccioso, la struttura si sviluppa su tre livelli cinti da una muratura merlata; il dislivello tra la parte inferiore e superiore è rimarcato da una impervia mulattiera che s'inerpica verso l'antica via che conduce alla frazione di Piazze i cui gradini consunti dal tempo mostrano i segni di un passato che va ben oltre la struttura medievale.

La posizione, particolarmente suggestiva, gode di una vista aperta che va dal lago d'Iseo al Pizzo Badile: strategica per il controllo della valle Camonica e dei suoi accessi, presenta tracce preistoriche in una roccia attigua, dove sono visibili le tipiche ‘coppelle'.

La storia del Castellino e delle sue evidenze architettoniche risale al tardo medioevo, quando la potente famiglia camuna dei Federici, di parte ghibellina, aveva opportunamente fortificato le sue proprietà per avere costantemente il controllo della Valle. La struttura, un tempo circoscritta alla parte superiore dove oggi trova spazio il terrapieno merlato, era probabilmente costituita da un casamento rettangolare, protetto dalla natura circostante e anteceduto da una torre di avvistamento. Nel terrazzamento inferiore un secondo edificio, caratterizzato da mura possenti, tracce di camini e un forno. Il complesso, recuperato in anni recenti e restaurato con rispetto dagli attuali proprietari, è stato ripristinato nella struttura abitativa inferiore, mentre per la parte superiore si è mantenuto il terrapieno e gli interventi si sono concentrati sulla torre d'avvistamento, trasformata in colombaia.

 

Casa Rota, già Casa Vielmi

Casa Rota, già Casa Vielmi dal nome della famiglia nobiliare di cui si può vedere lo stemma ottocentesco, si trova nel comune di Artogne, piccolo borgo in Valle Camonica (BS) conosciuto principalmente per la sua vicinanza alla località montana di Montecampione. Casa Rota si colloca nelle vicinanze della piazza del paese (Via IV Novembre 2) nel pieno centro abitato, più nello specifico, nella parte bassa del paese nell'antico nucleo della Imavilla dove sorgono gran parte delle dimore signorili del paese.

Si ipotizza che l'abitazione sia nata attorno al 1600 e nel corso dei secoli ha subito modifiche e ridimensionamenti. Durante il secondo con'itto mondiale la casa di proprietà di Girolamo Vielmi, fondatore della Banca Valle Camonica, era abitata dalle vedove Nini Rota e da sua cognata Cherubina Canevali. In questi anni la casa è stata occupata dal sottotenente fascista Giorgio Albertazzi. Alla fine del con'itto la casa è tornata in possesso della famiglia Vielmi-Rota.

L'abitazione si sviluppa su due piani con portici ad arcate e colonne in arenaria grigia di Sarnico per il piano terra. Di forte impatto il cortile con un a'resco raffigurante la Madonna del Rosario realizzato dall'artista Giuseppe Rota e la fontana con nicchia di decantazione. All'interno troviamo una grande casa signorile con decorazioni di inizio XIX secolo sempre ad opera del Rota, una grande stufa decorata in maiolica, un camino funzionante e diversi ritratti della famiglia Vielmi-Rota.

Passeggiata tra palazzi federici, vaso, re e mulino 

Artogne è un borgo di Valle Camonica dalla lunga storia, sorto lungo l'antica "via Valeriana" principale arteria di collegamento per la valle la cui espansione e trasformazione nei secoli si ricollega alla presenza di nobile famiglie locali ed attività tradizionali di cui ancora oggi si individuano le tracce.

Dalla piazza principale del paese (Piazza Caduti del lavoro), dominata dall'imponente chiesa parrocchiale dedicata a San Cornelio e Cipriano dalle linee settecentesche, si diramano le originarie vie del centro storico che con i loro edifici ed anche toponimi consentono di ricostruire momenti di vita del passato, di scoprire aneddoti, storie e curiosità di ieri ma anche sino ai giorni nostri. Il percorso proposto sarà ad anello ed inizierà addentrandosi in una corte privata di origine medievale - probabilmente appartenuta alla nobile famiglia camuna dei Federici che nel borgo ha lasciato molte tracce di sé.

Il percorso proseguirà tra antiche mura e grandi spazi, utili per comprendere l'imponenza dell'abitazione nel passato, si scorgerà anche un singolare affresco votivo datato alla metà del 1500. Sempre guidati dalle vicende che antichi portali in pietra locale e i loro stemmi di famiglia raccontano, così come da cortili ed edifici che un tempo erano connessi a particolari attività produttive ed usi della comunità di Artogne si continuerà il cammino. Un esempio è l'ex asilo del paese, oggi dimora privata inserita in un palazzo di impronta chiaramente rinascimentale e del quale si apriranno le porte della piccola cappella sconsacrata ma che ha conservato decorazioni pittoriche dei primi del ‘900. La conclusione del percorso sarà dedicata al cosiddetto "Canale Opificieri", antico condotto artificiale comunemente conosciuto anche come Vaso Ré, che derivando l'acqua dal torrente a monte dell'abitato, azionava le ruote di mulini e fucine sfruttandone l'energia per la loro produzione. Un aspetto straordinario del borgo soprattutto perché conservato nel corso dei secoli nonostante la chiusura degli opifici con l'avvento della modernità. Lungo il tratto ancora oggi visibile del vaso Ré si ricorderanno le attività e ci addentreremo nell'antico mulino ora chiuso al pubblico.

Chiesa di Sant'Andrea

A pochi passi dall'abitato di Artogne, una piccola, ma deliziosa chiesetta quattrocentesca si distingue per il suo imponente campanile e un suggestivo portale architravato in arenaria rossa, arricchito da decorazioni ad arco. Si tratta della Chiesa dedicata a Sant'Andrea, sicuramente la più antica chiesa di Artogne le cui origini vengono fatte risalire al XIV secolo, ma potrebbe trattarsi di un ampliamento di un edificio antecedente.

Esperienza interattiva al museo della stampa Ludovico Pavoni

Il Museo della Stampa Lodovico Pavoni è stato inaugurato nel 2009 grazie a Simone Quetti, tipografo e linotipista che, ad Artogne, negli anni '70 avvia una propria linotipia. Simone Quetti, negli anni '60, è stato allievo della Scuola Tipografica di Brescia fondata da Ludovico Pavoni e a lui ha poi voluto dedicare il Museo. La struttura raccoglie e conserva materiali, attrezzature e macchinari che seguono lo sviluppo cronologico della produzione della carta stampata, dal 1400 ai nostri giorni con le moderne tecnologie computerizzate. Tutte le macchine sono ancora funzionanti.

Qcinque: serigrafia e ricamificio in funzione!

All'interno del Comune di Artogne numerose sono le attività artigianali che partecipano al cuore lavorativo della Valcamonica. Questo sito produttivo che presentiamo si connota per un fortissimo legame con il passato nel settore della stampa, e più precisamente della linotipia, cioè la composizione automatica delle lettere di una pagina fatta da strumenti meccanici. Questa attività originaria attraversa cambiamenti ed evoluzioni tecniche fino a oggi quando l'azienda Qcinque decide di convertire la sua esperienza di stampa su carta in stampa su materiali tessili.

Calcinato

Villa Caffetto

La Villa, dell'estensione di circa 500 mq, si trova nel Comune di Calcinato. Quando venne costruita la zona era periferica e la costruzione era attorniata da un'area ambientale rurale e verde pubblico. Negli anni l'urbanizzazione è andata incrementando, anche se la casa è posta all'interno di un parco di circa 2000 mq e ciò consente di mantenere un' adeguata distanza dalle abitazione circostanti.

Lumezzane

Villaggio Operaio Gnutti

Il Villaggio Gnutti venne realizzato nel 1938 e inaugurato nel 1940 dai fratelli Gnutti in memoria del padre Serafino, medaglia d'oro al valor militare. Furono realizzati 430 vani utili e 380 accessori, compresi l'asilo infantile, le scuole materna ed elementare, la casa di riposo per gli anziani e l'ospedale; ma anche trattorie, negozi, un campo sportivo e il cimitero. La chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giorgio martire, fu progettata dall'ingegnere Giovanni Zani e consacrata nel 1942.

 

Rodengo Saiano

Abbazia Olivetana dei Santi Nicola e Paolo VI

L'Abbazia Olivetana dei Santi Nicola e Paolo VI sorge a Rodengo Saiano, nel cuore della Franciacorta. Immersa nel verde, gode di una posizione privilegiata da cui è possibile ammirare interamente le colline circostanti ed è costituita dalla chiesa rinascimentale e da tre chiostri quattro-cinquecenteschi.

Abbazia Olivetana - Percorso classico

In occasione delle Giornate FAI di Primavera sarà possibile scoprire la storia, l'arte e l'architettura dell'Abbazia olivetana attraverso due percorsi, uno solitamente accessibile ai visitatori e uno esclusivo per gli iscritti FAI. Affrontando il percorso classico, che si snoda interamente al piano terra, si potrà godere innanzitutto delle peculiarità dei tre chiostri, caratterizzati uno da capitelli che riportano lo stemma di Monte Oliveto, uno da maioliche invetriate, uno dal sistema architettonico delle "serliane". Sarà inoltre possibile visitare la foresteria, il refettorio e l'antirefettorio e ammirarne gli splendidi cicli di affreschi, opera in particolare di Girolamo Romanino e di Lattanzio Gambara.

Chiesa di Cristo Risorto

Padergnone, frazione di Rodengo Saiano, è per metà borgo antico e per metà abitazioni moderne, affiancata dai vigneti della Franciacorta, con il bosco ceduo della collina a fare da sfondo. Circondata da vasto prato e preceduta da un viale di giovani cipressi, vi sorge la chiesa di Cristo Risorto, un grande monumento, un locus theologicus in cui si fondono intelligenza tecnica e fede. Nel vestibolo il testo in latino della lapide annota date, intenzioni e uomini che hanno concorso all'edificazione di questo nuovo tempio. Comodo parcheggio.

San Salvatore nel castrum di Saiano

Via Castello e dintorni sono un luogo denso di storia. Nel Medioevo qui c'era un castrum, struttura difensiva con fossato, rifugio di persone e di beni in caso di scorrerie, con ingresso rivolto a est. Nei successivi secoli divenne sede di dimore fisse, subendo varie trasformazioni, fino all'assetto attuale dove, in mezzo a un gruppo di case modeste, sorgono l'antica chiesa di S. Salvatore ex parrocchiale e il grande palazzo Bettoni, villa settecentesca, separati da un silenzioso vicolo. Tutto con la cornice di un parco secolare. Ampio parcheggio nella vicina via S. Rocco.

Convento dell'ordine francescano dell'Accademia Symposium 

Il Convento dell'Ordine francescano, chiamato "il Calvario" per la presenza di una cappella modellata sulla basilica del S. Sepolcro. Lo si può raggiungere a piedi tramite una lunga scalinata fiancheggiata da cipressi che era in passato l'unica via di accesso. Oggi una comoda strada con alcuni tornanti porta al piazzale del parcheggio.

Il convento vanta una storia lunga cinque secoli, movimentata per il susseguirsi di diversi protagonisti. Le origini del sito risalgono al 1534, quando il conte Scipione Provaglio, giureconsulto, politico e cavaliere al servizio della Repubblica di Venezia fece voto di edificare una chiesa, a cui nel 1590 si affiancò il convento dei Terziari regolari di S. Francesco. Alterne vicende videro il susseguirsi dei Padri della Pace di Brescia, dei Frati Minori dell'Osservanza, del canonico S. Ludovico Pavoni e dell'Istituto degli Artigianelli del beato Piamarta. Nel Novecento il ritorno dei Francescani favorì l'ampliamento delle strutture destinate all'istruzione dei "fratini", ragazzi chiamati a una possibile vita conventuale. Nel 1930 vi si contava la presenza di 200 "fratini".

Roncadelle

Spazio Almag

Spazio Almag nasce all'interno di un'ala amministrativa dell'Azienda ALMAG di Roncadelle, e si sviluppa su due piani per un totale di 1250 mq. La collezione è nata per volontà del Presidente Giorgio Gnutti, che ha trasmesso alla primogenita Umberta la passione per l'arte. Da tempo desideravano realizzare un'esposizione personale, così in accordo con l'attuale Presidente Gabriele Gnutti è stato deciso di realizzare l'area espositiva all'interno dell'azienda di famiglia in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

Villa Mondella

Villa Mondella si trova in località Muraga, zona di Rodengo Saiano che gode di condizioni fisiche e climatiche particolarmente favorevoli. Terreno fertile, acqua sorgiva, esposizione a sud, con il monte Delma a proteggere dai venti settentrionali. Per questo vi sorsero palazzi signorili con vasti broli, destinati alla villeggiatura. Alti muri di recinzione e strade strette, un tempo acciottolate, delimitano le diverse proprietà. Si parcheggia di fronte alla villa nel cortile della scuola di Casa S. Giuseppe delle Suore di S. Marta.

Toscolano Maderno

Chiesa di Sant'Andrea

La pieve di S. Andrea a Maderno è una delle chiese di maggior interesse storico artistico del romanico-lombardo; costituisce uno traordinario esempio di stratificazione architettonica, le cui origini ci portano al mondo latino, se seguiamo le tesi di alcuni autori che l'hanno ritenuta fondata sulle rovine di un antico tempio romano, dedicato ad Apollo o alle Giunoni1, o in grembo alla religione cristiana, se risaliamo ad una fondazione paleocristiana. Comunque sia, il viaggio è lungo ed affascinante e il monumento è per noi, che vogliamo percorrere la sua vita a ritroso, il documento più attendibile. Pochi, tutto sommato, sono infatti gli assiomi che troviamo nei documenti e nelle tracce stratigrafiche, pertanto la sua storia è spesso ricostruita con i piccoli tasselli che gli storici e gli archeologi hanno sinora composto.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli è la parrocchiale di Toscolano, frazione di Toscolano Maderno Posta nel centro dell'abitato di una delle perle del Garda bresciano, il suo orientamento è verso sud ovest.

La chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Toscolano sorge su parte dell'area occupata un tempo da una grande villa romana del I secolo d.C., appartenuta alla famiglia dei Nonii. Alcune fonti cinquecentesche tramandano che l'antica Pieve sia sorta sui ruderi di un tempio dedicato a Bacco, secondo la tradizione storiografica che riteneva le chiese cristiane costruite su templi pagani. Nella seconda metà del Cinquecento si avverte la necessità di ampliare l'edificio sacro: Il 19 marzo 1584 viene posta e consacrata la prima pietra del nuovo edificio.

Santuario di Supina

La chiesa della Madonna di Supina, dedicato alla Vergine Annunciata, è un edificio religioso tardo quattrocentesco. Si trova in località Supina, nel comune di Toscolano Maderno, una delle perle bresciane sul lago di Garda.

Verolavecchia

Villa Alghisi-Montini

Villa Alghisi Montini si trova a Verolavecchia, Comune autonomo fino al 1842, di circa 4000 abitanti, nella Bassa Pianura Bresciana. E' nota a tutti come villa del Dosso, perché sorge su una piccola altura naturale e fu residenza della famiglia di Papa Montini. Il paese, con insediamenti umani già in epoca romana e forse precedenti, è attraversato dal fiume Strone e sito nella Bassa Bresciana, a 5 km dal fiume Oglio che lo separa dal territorio cremonese.

Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo Apostoli

La Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo Apostoli si trova nel cuore di Verolavecchia, Comune di circa 4000 abitanti in provincia di Brescia. Il paese, con insediamenti umani già in epoca romana e forse precedenti, è attraversato dal fiume Strone e sito nella Bassa Bresciana, a 5 km dal fiume Oglio che lo separa dal territorio cremonese. Verolavecchia comprende le frazioni di Scorsarolo, Villanuova e Monticelli d'Oglio, Comune autonomo fino al 1842. Verolavecchia è inserita nel Parco dell'Oglio Nord.

 

 

 

 

 

 

 

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