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Mattarella consegna il tricolore agli atleti italiani in partenza per le Olimpiadi

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto mercoledì 23 giugno 2021 al Quirinale gli atleti italiani in partenza per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.

Mattarella consegna il tricolore agli atleti italiani in partenza per le Olimpiadi
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Mattarella consegna il tricolore agli atleti italiani in partenza per le Olimpiadi.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto mercoledì 23 giugno 2021 al Quirinale gli atleti italiani in partenza per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.

La folta rappresentanza di atlete e atleti azzurri, tecnici e dirigenti era guidata dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò e dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

Nel corso della cerimonia, aperta dall’esecuzione dell’Inno nazionale da parte della Banda Musicale Interforze e dalla proiezione di un video di RAI-Sport, sono intervenuti il Presidente Malagò, il Presidente Pancalli e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Valentina Vezzali.

Il Presidente Mattarella ha quindi pronunciato un discorso, dopo avere consegnato la Bandiera italiana agli Alfieri della squadra olimpica Elia Viviani e Jessica Rossi, e agli Alfieri della squadra paralimpica, Beatrice Vio e Federico Morlacchi, che hanno espresso un breve saluto di ringraziamento.

L'incontro si è concluso con l'esecuzione dell'Inno dei Giochi Olimpici.

Le parole di Mattarella

«È un grande piacere darvi il benvenuto qui al Quirinale - ha spiegato Mattarella -. La consegna del Tricolore è un’occasione di festa; lo è certamente anzitutto per lo Sport, ma lo è per l’intera comunità nazionale. È un momento importante per i vostri percorsi sportivi.

A Tokyo affronterete le gare per le quali vi siete preparati intensamente, per le quali avete tanto lavorato e compiuto grandi sacrifici. Chi assiste alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi in TV alle volte non si rende conto di quanto lavoro preparatorio vi sia per accompagnare il talento e farlo esprimere, quanti sacrifici gli atleti devono compiere e affrontare per poter arrivare con la giusta preparazione. E anche di questo vi ringrazio.

L’augurio che qui formuliamo a tutti voi è sincero e va esteso ai dirigenti sportivi, agli allenatori, ai medici, ai fisioterapisti, agli accompagnatori. In realtà lo sport, anche per discipline individuali, è comunque sempre un gioco di squadra.

Nel tempo che stiamo attraversando questo augurio, che viene rivolto a voi da tutto il Paese, contiene anche un carico di speranza di cui già questa mattina abbiamo ascoltato l’evocazione. Un carico di speranza che dà un valore speciale allo Sport perché supera anche il suo ambito.

Come tutti sappiamo, la storia delle Olimpiadi è stata attraversata, sovente bloccata, da guerre, da tensioni, persino dal terrorismo. Queste sono le prime Olimpiadi e Paralimpiadi dopo la pandemia, dopo questa pausa di un anno; una pandemia che, come sappiamo bene, ha provocato milioni di morti, ha frenato l’economia mondiale, ha compresso la vita sociale in tutto il mondo.

E quindi il sentimento di speranza, il desiderio di riavviarsi che i giochi suscitano in tutti – nel nostro come negli altri Paesi - è anche rafforzato, è molto avvertito, è molto sentito da tutti i nostri concittadini, ma è anche rafforzato dal carattere di universalità che le Olimpiadi esprimono, dal messaggio che esse inviano – Olimpiadi e Paralimpiadi - di universalità.

Nel mondo abbiamo necessità e responsabilità comuni. Questo ci lega strettamente a tutti gli altri popoli. Avvertiamo il bisogno di comprenderci, di cooperare, e possiamo vincere le sfide più grandi che ci si presentano soltanto se le affrontiamo insieme.

Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono un’occasione straordinaria per sottolineare, ribadendoli, questi principi di collaborazione internazionale.

È sempre stato così: le Olimpiadi e le Paralimpiadi mandano un messaggio di pace, di fraternità, di universalità.

Voi rappresenterete l’Italia, ma insieme alle atlete e agli atleti degli altri Paesi rappresenterete anche questo sentimento di speranza diffuso in tutto il mondo.

Poc’anzi il Presidente Pancalli e Bebe Vio hanno inviato un messaggio ad Alex Zanardi. Vorrei far mio questo messaggio di augurio ad Alex Zanardi e, inviando a lui questo messaggio, questo pensiero, ribadiamo oggi qui la comunanza di prospettive e di intenti tra Olimpiadi e Paralimpiadi.

Noi italiani avvertiamo l’orgoglio di essere stati gli apripista a Roma 60. Da allora, tanta strada è stata percorsa, come emerge dalle parole del Presidente Pancalli.

A Jessica Rossi, a Bebe Vio, a Federico Morlacchi, a Elia Viviani vorrei esprimere i complimenti e gli auguri più intensi per questo ruolo, per questa responsabilità. È un onore e una responsabilità che vi è affidata.

Sarà molto bello quest’anno vedere sfilare una coppia di portabandiera per le Olimpiadi e una coppia di alfieri per le Paralimpiadi.

Ringrazio il Presidente Malagò per aver sottolineato che questo avverrà in coincidenza con il traguardo della mia - non più giovanile – età. Vorrei assicurare che questa non mi impedirà di seguirvi nel corso dei Giochi con particolare affetto.

Speriamo, naturalmente, di ascoltare spesso l’Inno nazionale.

È bene puntare a un bel medagliere. È anche bene puntare a superarsi, a migliorare sempre i propri rendimenti, le prestazioni che si esprimono. Ma come voi sapete, non è soltanto il risultato a conferire importanza ai Giochi Olimpici e Paralimpici. Il successo della partecipazione ai Giochi è dato soprattutto dalla conseguenza che il movimento possa crescere, che ne tragga vantaggio la sua considerazione tra i giovani, che tutti siano aiutati a percepire lo Sport per quello che è e rappresenta: una straordinaria opportunità di crescita, di amicizia, di miglioramento personale.

Voi ci rappresenterete e farete onore alla maglia nazionale che recherete.

Il vostro impegno renderà onore alla Bandiera che presenterete, quel giorno, all’apertura delle Olimpiadi. Noi vi seguiremo e, statene certi, saremo con voi».

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