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Quando il tatuaggio non ci rappresenta più: perché lo si può voler rimuovere?

Quando il tatuaggio non ci rappresenta più: perché lo si può voler rimuovere?
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La rimozione dei tatuaggi con il laser è una pratica più diffusa di quanto si possa immaginare. D’altronde, sono numerose le motivazioni che possono portare alla cancellazione di un tatuaggio. Motivazioni che, a dispetto di ciò che il senso comune suggerisce, non sono legate solo a questioni sentimentali o a banali pentimenti successivi.

Nell’articolo che segue esploriamo queste motivazioni e forniamo informazioni specifiche per chi vuole procedere con la rimozione dei tatuaggi con il laser.

Le motivazioni “sentimentali”

Una parte consistente delle motivazioni che portano alla richiesta di rimozione del tatuaggio è certamente collegata alla sfera emotiva. Ciò non deve stupire: sono “emotive” anche le ragioni che portano alla sua esecuzione. Ecco una panoramica dei perché.

  • Il tatuaggio ha esaurito la sua funzione. Il tatuaggio è un simbolo, uno strumento di rappresentazione del sé, un viatico per comunicare un aspetto della propria personalità o un modo di essere. Il problema è che le persone cambiano, e quindi può verificarsi uno scollamento tra l’oggetto rappresentato (la propria personalità) e l’oggetto che rappresenta (il tatuaggio). Da qui, la sensazione che il tatuaggio sia un corpo estraneo e non più in grado di svolgere la sua funzione.
  • Riferimenti a cose o persone ormai sgradite. Può capitare che il tatuaggio sia stato eseguito per ricordare un avvenimento o per celebrare il rapporto con una persona. Può capitare però che il seguito di quell’avvenimento generi ricordi dolorosi o che il rapporto con quella persona sia cambiato o addirittura si sia esaurito. Ecco che il tatuaggio diventa un incomodo, un elemento fastidioso. Per l’appunto, da rimuovere.
  • Pentimenti successivi. L’esecuzione di un tatuaggio può derivare da una decisione presa su due piedi, sull’onda dell’emotività, sulla base di un impulso estemporaneo. Da qui, il pentimento successivo. Ciò non deve stupire. A suo modo, il tatuaggio è un elemento “forte”, che impatta sulla propria immagine.

La motivazioni tecniche

Come già anticipato, esistono motivazioni che non hanno nulla a che vedere con le questioni emotive e sentimenti. Motivazioni per così dire tecniche, e che non offrono margine di movimento. Insomma, che rendono la rimozione del tatuaggio obbligatoria.

  • Accesso a particolari posizioni lavorative. Se il tatuaggio presenta un contenuto borderline o controverso, rappresenta una causa di esclusione dalla Polizia, dai Carabinieri e dall’Esercito. Per chi ambisce a farne parte, dunque, la rimozione dei tatuaggi con il laser, piuttosto che con qualsiasi altro metodo, diventa una scelta obbligata. Anche tatuaggi che fuoriescono dalle eventuali divise estive quindi posizionati su braccia, avambracci, mani, collo, gambe e piedi sono criteri di esclusione dai concorsi nelle forze armate.
  • Invecchiamento. Molti fanno i tatuaggi quando sono ancora giovani, la pelle è ben tesa e in salute. Con il passare degli anni, però, compaiono le rughe e la pelle perde di elasticità. Insomma, viene a mancare il “supporto”. Ciò porta a una trasfigurazione del tatuaggio, e quindi a un effetto estetico sgradevole.
  • Scarsa qualità del tatuaggio. Può capitare che molto banalmente il tatuaggio sia realizzato male e quindi debba essere rifatto (se possibile da un altro tatuatore). Non c’è niente di più deludente di un tatuaggio fatto male. La sua funzione rappresentativa viene meno e incide in maniera negativa sull’immagine di sé che si trasmette al prossimo.

Rimozione dei tatuaggi con il laser: come si fa

Approfondiamo ora la tecnica della rimozione dei tatuaggi con il laser. Una tecnica versatile, che è salita alla ribalta qualche anno fa e spicca per la sua efficacia.

Il laser agisce come strumento di scomposizione dei pigmenti, i quali vengono poi assorbiti dal sistema linfatico senza generare alcun danno. In virtù di ciò, la rimozione dei tatuaggi con il laser non avviene in una unica seduta, ma nel corso di almeno quattro sedute. A seconda della complessità cromatica del tatuaggio e delle sue dimensioni, possono rendersi necessarie fino a dieci sedute.

Il trattamento è sostanzialmente dolorososo, ma l’utilizzo di un criogeno permette di rendere questa pratica sopportabile, anche se si potrebbe avvertire un bruciore immediato e localizzato. Alcuni però avvertono una sensazione un po’ fastidiosa, simile a quella generata dalle punture di spillo. Per quanto concerne le cicatrici, queste non si formano, al limite compaiono piccole o medie flittene cioè vescicole bollose piene di liquido che rappresentano una conseguenza fisiologica, ma scompaiono dopo una decina di giorni. Il trattamento è anche sicuro, sebbene sia necessaria una blanda copertura antibiotica (della durata inferiore alla settimana)in caso di flittene oppure in mancanza di esse è sufficientemente una buona idratazione per l’eritema generato.

Il prezzo, infine, è piuttosto basso. Si parla di poche centinaia di euro a seduta (minimo 100, massimo 500) a meno di tatuaggi incredibilmente estesi e complessi.

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