Consiglio regionale

Vizzardi punta i riflettori sulla dignità degli infermieri

L’esponente di Azione, già sindaco di Chiari, si è mobilitato per chiedere all’assessore Bertolaso attenzione sul tema

Vizzardi punta i riflettori sulla dignità degli infermieri
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"Durante il Covid i politici facevano a gara per congratularsi, passata l’emergenza sembra che la categoria sia stata dimenticata": queste le parole del consigliere regionale di Azione, Massimo Vizzardi, già sindaco di Chiari.

Vizzardi punta i riflettori sulla dignità degli infermieri

E’ un problema più attuale che mai e che desta sempre più preoccupazione. Sono mesi che la stampa, dal nazionale a quella locale, sta trattando un tema delicato ed importante come quello della carenza del personale infermieristico in tutta Italia (la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche "FNOPId" enuncia che il personale è insufficiente da tempo e stima che manchino a livello nazionale circa 70mila professionisti: il 45% al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud).

E, parlando della Lombardia (l’OPI “Ordine Professioni Infermieristiche” denuncia una carenza in Lombardia di circa 9.500 figure professionali di cui 3.500 nelle RSA, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia), nel mese di settembre la Commissione Sanità di Regione ha invitato ed ascoltato i referenti (gli ultimi verranno ascoltati nella seduta di domani) di settore, dai presidenti degli ordini delle varie province passando per i sindacati e gli istituti di formazione per raccogliere informazioni e capire come intervenire sia direttamente sia dialogando con il Ministero della Sanità per poter fare riforme consistenti come ad esempio quella degli stipendi (la retribuzione degli infermieri dipendenti nel 2020 risulta inferiore al salario medio di tutti i lavoratori).

Il Gruppo Azione Italia Viva, e in particolare il consigliere Massimo Vizzardi, già sindaco di Chiari, ha voluto approfondire la questione incontrando più volte le realtà associative che rappresentano gli infermieri e altri interlocutori direttamente interessati dalla professione per poi produrre due interrogazioni presentate direttamente all’assessore Guido Bertolaso, con domande chiare e mirate che però "purtroppo non hanno avuto risposte altrettanto limpide e soddisfacenti".

I temi

I grandi temi su cui sono state costruite le interrogazioni sono: avere dei dati precisi del quadro di emergenza nel quale si trova la Regione, ancor meglio provincia per provincia («dati inspiegabilmente ancora non pervenuti») e capire quali sono, "se ci sono", le strategie già messe in atto o in procinto di essere attuate per contenere questo momento di emergenza. Sono, inoltre, richieste delucidazioni sul problema degli infermieri frontalieri: quanti sono e che cosa si può fare per evitare il fenomeno migratorio di competenze e di professionalità, ma i riflettori sono stati accesi anche sul numero sempre più basso di iscritti alle facoltà d’infermieristica, "atto del trend negativo e in continua decrescita» e ipotizzare soluzioni e proposte che «rendano più attrattiva la prospettiva per un giovane d’intraprendere questa strada". E, infine sul tema degli infermieri stranieri che "possono esercitare in Italia se in possesso di idoneità ma senza contare il problema della lingua che soprattutto quando si tratta di servizi alle persone e di assistenza non può essere una barriera poiché rischia di essere un pericoloso gap assistenziale".

L'intervento

Ecco le parole di  Vizzardi:

L’assessore Bertolaso ha risposto alle nostre interpellanze in modo vago e sfuggente, alle richieste esplicite di dati e fabbisogno anche solo per far capire che il suo assessorato era a conoscenza dell’entità della problematica provincia per provincia è stato controbattuto con tabelle sommarie e poco precise.  In un’occasione si è espresso addirittura quasi negando l’esistenza della problematica dicendo che in Lombardia non c’è una situazione drammatica o quantomeno non più che in altre regioni. Alcuni dati che ci ha fornito evidenziano come dal 2019 gli infermieri frontalieri siano aumentati, se non raddoppiati, rispetto al 2019 (passando da 1286 a 2212) e questo è un segnale che oltralpe la professione è considerata in modo più dignitoso. Durante il Covid i politici facevano a gara per congratularsi con gli infermieri, circolavano promesse di aumenti di stipendio, assunzioni e chi più ne ha più ne metta. Una volta passata l’emergenza sembra che la categoria sia stata dimenticata, voci non ascoltate e soluzioni per ovviare alla carenza del personale infermieristico sempre rincorrendo il tempo e mai con programmazioni a lungo termine per riorganizzare il sistema e dare più garanzie. Questo atteggiamento è tipico di regione, si cercano sempre soluzioni tappabuchi e non si fa mai un lavoro preventivo di formulazione di strategie a lungo termine per evitare l’emergenza costante. Penso che il ruolo dell’infermiere sia di fondamentale importanza, un anello cruciale per la sanità e che come tale debba essere considerato, con dignità e con rispetto. Mi auguro che, come palesato, l’assessore Bertolaso tenga conto di quanto sopra evidenziando nella nuova finanziaria per la sanità capitoli dedicati agli infermieri e a come valorizzare la categoria.

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