L'intervista di fine mandato a Vizzardi: "Ho dato alla città i miei anni migliori"
Il bilancio del sindaco uscente, in carica fino all’elezione in Regione della scorsa primavera ma che ha amministrato la città per 9 anni
di Federica Gisonna
Dalla crescita demografica alle scuole, passando per la pandemia, le dimissioni e non senza qualche riferimento agli avversari politici. Vizzardi si è raccontato alla redazione di ChiariWeek.
L'intervista di fine mandato a Vizzardi: "Ho dato alla città i miei anni migliori"
Si è dimesso per adempiere al ruolo di consigliere regionale, ma ha ricoperto quello di primo cittadino di Chiari per 9 anni, lasciando una forte impronta del suo passaggio. Sindaco uscente, e nessuno può dire il contrario dato il ruolo, anche ingombrante, che ancora oggi ricopre in qualità di coordinatore di maggioranza, è Massimo Vizzardi avvocato, 45 anni.
Lunedì mattina è puntualmente arrivato in redazione, vestito della sicurezza che lo ha sempre contraddistinto, per l’intervista di fine mandato. Ignaro delle domande, che a onore del vero, non ha richiesto in anteprima, ha preso posto al tavolo e ha risposto con pacatezza ed eleganza a tutto quanto gli è stato chiesto, compresa l’accusa di essere il «burattinaio della maggioranza» e di voler «offuscare» Chiari Virtuosa con Chiari Capitale e il candidato in corsa alle elezioni, Domenico Codoni, da lui fortemente voluto, con la sua stessa presenza. Andando a ritroso nel tempo, ha raccontato cosa si porta dietro di questi due mandati, della scelta di dimettersi per far sentire la voce di Chiari in Regione, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa (evitando accuratamente di fare nomi, ma lanciando solo qualche frecciatina) e ha ammesso di aver dedicato alla città «i suoi anni migliori».
Cosa si porta dietro di questi due mandati amministrativi?
Mi porto dietro che i sogni si possono realizzare e che alla nostra bellissima città, comunque, sognare piace. Ho imparato che bisogna lavorare in questa direzione, aperta alle possibilità, e che la buona politica è possibile.
Cosa la rende orgoglioso?
Senza ombra di dubbio il lavoro fatto nell’ambito scolastico: i due nuovi poli. Abbiamo lavorato per dare il segnale che per migliorare il mondo è necessario partire dai ragazzi che devono avere a disposizione la miglior struttura possibile, sicura e in grado di rispondere a tutte le esigenze. Un’altra, invece, ancora si sta realizzando. Parlo dell’aver riportato a Chiari un centro di cultura con il nuovo cinema-teatro Sant’Orsola. Questo, fortemente connesso e in pieno centro storico, potrà riportare socialità e seminare nuova cultura, anche popolare. Ci aiuterà a far rivivere il nostro territorio. Un terzo aspetto del quale vado fiero, è certamente quello di aver riempito il gap di servizi che si era venuto a creare negli scorsi anni. Avremo una nuova Caserma dei Carabinieri, entro il 2026, che assicurerà a Chiari la presenza della Compagnia, senza più il rischio di perderla come permesso in passato con la Guardia di Finanza, abbiamo realizzato nuove piste ciclabili, dato alla città circa 1.000 nuovi parcheggi, distribuito quasi 500mila euro di contributi alle attività commerciali, abbiamo fortemente investito sul centro storico e siamo riusciti ad abbassare le tasse in periodi non facili. Inoltre, sono ottimi anche i dati relativi alla raccolta differenziata ed è stato fatto un grande lavoro sulla municipalizzata Chiari Servizi negli anni: inizialmente è stata risanata e poi, anche grazie agli ultimi e necessari cambi di governance, abbiamo oggi una farmacia con un bilancio positivo e arriverà un nuovo direttore, selezionato tramite un bando che non ha lasciato spazio a vie preferenziali, che con la sua competenza sarà in grado di ottimizzare e rendere efficiente questa «macchina». Si aggiunge a ciò la realizzazione delle nuove palestre (una ancora in corso) e tanto altro ancora. Abbiamo dato un segnale importante e ridato vita alla città: la lasciamo in ordine, attiva e dinamica. Ci apprestiamo a consegnare una Chiari che ha capito che può essere città e non paese, un fatto sul quale io ho sempre puntato, cercando di far comprendere che come tale dobbiamo comportarci.
La città è quindi cresciuta in questi ultimi anni...
A partire dagli anni 2000, la città aveva un po’ perso vigore. Quello della popolazione è un importante dato politico da considerare. Questo vuol dire che chi ha amministrato fino al 2014 ha sbagliato, fatto scelte sbagliate. Nel 2002 eravamo la cittadina più popolosa del territorio, con circa 17.400 abitati. Poi, nel corso degli anni c’è stato il calo e nel 2014, al nostro insediamento, ci siamo trovati con Palazzolo da 20mila abitanti, Rovato da 18mila e Chiari che ne aveva poco più di 18mila. Negli ultimi anni della Giunta Facchetti e in particolare in quella di Mazzatorta (che, ricordo, si ripresenta in questa tornata elettorale), si è sbagliato qualcosa. Oggi, possiamo dire con fierezza che nonostante il Covid abbia influito pesantemente sulla nostra cittadinanza, siamo quelli che hanno avuto una crescita maggiore. Quando si perde la popolazione, lo stesso avviene con i servizi. Invece, ci siamo tenuti l’ospedale, avremo la Casa di comunità più grande, e di nuovo la guardia medica, e siamo tornati ad essere punto di riferimento. Basti pensare anche all’Istituto Einaudi che, grazie ad una dirigente molto brava e attenta, e al nostro impegno che ci ha portato a rinunciare ad oneri di costruzione per mettere a disposizione di una scuola nuovi spazi: oggi abbiamo un indirizzo Agrario che è punto di riferimento per molti. Abbiamo ridato dignità alla città, avuto visione. Si pensa che le cose nascano per caso, non è così. Oggi Chiari ha una maggior consapevolezza di quella che è: importante non solo per la Bassa Bresciana, il Sebino e la Franciacorta, ma anche per la Bergamasca. Sono fiero e orgoglioso quando mi dicono che Chari è una bella e ricca città.
Ci sono stati periodi particolarmente difficili?
Diciamo che sono stati anni complessi e non fortunatissimi, ma ciò ha fatto si che il mio impegno e la mia attenzione fossero sempre massimi. Abbiamo attraversato la crisi edilizia, il taglio dei trasferimenti statali, le guerre, le difficoltà legate alle partite energetiche e i loro costi, ma soprattutto il Covid. Ci è costato la vita di molti concittadini e ci ha sfiancato. Eppure, in questa difficoltà si è vista la meraviglia della nostra città, sempre impegnata, attenta, volenterosa di aiutare l’Asst Franciacorta, in prima linea nella lotta, e pronta a supportare il centro vaccinale, da noi gestito in collaborazione con gli altri Comuni. Nell’emergenza, siamo stati insieme. Ci portiamo le ferite, ma ne siamo usciti più forti, come comunità. Questi momenti di difficoltà mi hanno aiutato ad entrare nelle case e instaurare un buon rapporto con la cittadinanza.
Un anno fa le dimissioni per adempiere all’incarico di consigliere regionale. Cosa l’ha portata a questa decisione? Crede di aver deluso i cittadini che l’avevano scelta come sindaco?
E’ stata proprio la pandemia a far maturare questa decisione. Quando c’è stato bisogno, Chiari non ha avuto la giusta attenzione nonostante fosse fortemente colpita. Questa cosa mi ha fortemente indignato, così come il tema dei trasporti. E questi sono i due argomenti che mi stanno maggiormente a cuore nell’impegno in Regione. Il mio obiettivo è sempre stato quello di portare Chiari, così come la provincia di Brescia, ad aver un ruolo di maggior rilievo. Per questo, ovviamente, devo ringraziare ancora i miei concittadini che mi hanno dato fiducia in modo così evidente, molto più che ad altri esponenti di partito strettamente legati alle loro città e comunità. Non credo di aver deluso nessuno, se non forse qualcuno, ma parlo di politici (e ride, ndr). I cittadini clarensi restano, a prescindere, la mia priorità. Lo sanno.
Cosa risponde a chi dice che Lei è il «burattinaio» della maggioranza”?
Rispondo che sto continuando e porterò sempre avanti l’impegno che ho preso con la città. Resto, comunque, il sindaco uscente. Che piaccia o no, sono stato votato. Mi sono dimesso, ma politicamente porto avanti il mio impegno: lo faccio per responsabilità e in veste di eletto alla guida di questa maggioranza. Non sono più entrato in Comune, ho lasciato completamente la veste amministrativa, ma il dovere politico è un’altra cosa e lo porterò avanti fino a giugno. Ho dato alla città i miei anni migliori, quelli che di solito si dedicano alla carriera e alla famiglia. Ho messo al primo posto la responsabilità e il dovere e anche per questo mi sento di poter indicare alla città quello che è il gruppo e il candidato migliore a portare avanti il mio impegno. In Democrazia c’è un dato che spesso non piace, soprattutto alla Sinistra e ai suoi partiti, ma io continuo ad avere poca fiducia in quel partitismo che pensa alla politica come esercizio di potere e di poltrone. Sto parlando del voto, innegabile e sacrosanto. Nelle votazioni degli ultimi 9 anni, ho sempre avuto la massima fiducia dei cittadini e io continuerò a ripagarla.
Pensa che la neonata Chiari Capitale possa offuscare il cammino ultra decennale di Chiari Virtuosa? Che la sua forte presenza e il suo grande peso possa in qualche modo mettere in ombra il candidato sindaco che ha fortemente voluto?
Chiari Capitale nasce intorno alla candidatura di Domenico Codoni, mentre Chiari Virtuosa è la sua casa, la nostra, che ha già esperienza sulle spalle. La scuola politica è già stata fatta, c’è un gruppo operativo e numeroso. Chiari Capitale, invece, è una proposta nuova, per persone che vogliono fare esperienza e che, mi auguro, possano viverla al meglio. Si riprende un percorso quasi da zero, accompagnati da persone che, invece, negli ultimi anni hanno già amministrato. Il tutto ha preso vita già a settembre, con l’esperienza di Officina politica. Si è pariti dalle basi, da incontri formativi. L’obiettivo era far capire a coloro che si erano appena avvicinati il funzionamento della macchina comunale e tutto ciò che ne sta dietro (bilancio, politiche sociali, pianificazione, edilizia e tanto altro ancora). Sono due gruppi diversi, ma che camminano di pari passo. Chiari Virtuosa cammina con le sue gambe, mentre Chiari Capitale inizia a muoverle con nuovo entusiasmo. Il nome ha creato scalpore, ma forse non è stato nemmeno realmente compreso. Chiari Capitale intende dire che dobbiamo essere consapevoli del patrimonio che abbiamo, anche umano. Conosco i campanilismi, li apprezzo, ma non dobbiamo mai caderci dentro completamente. Bisogna guardare al futuro, avere visione: Chiari deve avere pieno rispetto della sua storia, ma anche saper guardare al futuro e pensare in grande. Dunque, sono tutte polemiche sterili. E per quanto riguarda, invece, Domenico, ci tengo a ribadire che è stato scelto perché riteniamo che lui sia il candidato più forte e proprio per questo non potrà mai essere guidato da nessuno, me compreso. Ha personalità, ingegno, un’innata capacità di fare squadra e di gestire le cose e i problemi, proprio come fa sul lavoro. E’ un leader, autorevole e completo. Sono pronto a condividere la mia esperienza, a dare una mano, mettendomi a disposizione, in caso, in Consiglio comunale, ma lui farà la sua strada e io mi dedicherò soprattutto alla Regione, sempre con uno sguardo più attento a Chiari. Ci tengo a ribadire che al contrario di altri, lui è un civico vero. Preparato e attento. Io ho masticato la politica fin da giovane, a casa. Lui ha imparato a farlo negli anni. Chiari ti schiaccia se non hai la forza, se sei manovrabile. Sono un po’ preoccupato per gli altri candidati, più deboli e impreparati, con un programma non ancora ben definito e lo stesso per la squadra. A Domenico non manca nulla: ha un programma chiaro e non copiato, una squadra forte, volenterosa e competente. Non ha eguali. Auspico che i cittadini possano riconoscerlo.
Crede di essere stato un buon sindaco? Che consiglio vuole dare a chi verrà dopo di Lei?
A questa domanda non dovrei essere io a rispondere. Posso dire che penso di aver fatto del mio meglio, chiaramente con i limiti che sempre ci contraddistinguono. Credo però che si siano notate la mia passione, il mio senso di dovere e la volontà di portare a Chiari una politica pulita. Anche il mio essere stato Scout ha aiutato: non ho mai fatto scelte ideologiche, ma solo per il bene della città. Anche quando erano più scomode. Sono fiero di aver contribuito al cambiamento della classe dirigente e mi auguro si possa continuare su questa traiettoria. A chi verrà dopo di me voglio solo dire di essere sincero. Mai mentire. Essere chiari e coerenti aiuta a guidare una città complessa come Chiari. Se la città capisce dove la vuoi portare, che ci metti il cuore, poi ti segue e comprende anche le decisioni più dure.
Un sassolino dalla scarpa o una considerazione finale, anche in merito a future alleanze?
In politica ogni tanto tendiamo a fare ciò che non faremmo mai nella vita privata come, per esempio, dare in mano un’azienda a chi non è competente o i nostri figli a chi non sa occuparsene. L’esperienza e la competenza contano, ma spesso ce lo dimentichiamo. Si preferisce andare sulla simpatia, dimentichiamo ciò che è stato fatto. Dimentichiamo politici che hanno fatto scelte sbagliate, alzato le tasse, scegliamo persone che non si sono mai sedute in Consiglio comunale o che hanno dimostrato di non saper gestire momenti complessi, società o il personale, che non hanno badato alle scuole o che hanno lasciato che la città perdesse terreno, fosse sporca e tanto altro ancora. Credo che le scelte politiche debbano essere fatte con gli stessi criteri con i quali vengono prese quelle che riguardano la nostra vita privata. E per quanto riguarda il futuro, guardo con ottimismo ad un ottimo risultato, a chiudere la partita subito. Il civismo, mi piace ricordare, riesce ad abbracciare e prendere le istanze di chi non si colloca né a sinistra, né a destra. Domenico non ha ideologie. Non subirà pressioni su chi dovrà sedere in Consiglio comunale o in Giunta. A lui auguro di poter fare bene, con gruppi che possano insieme a lui lavorare bene. Per il bene della nostra città. Altri ragionamenti, mi risultano difficili.