L'illuminazione pubblica fa discutere il paese
Critica l'opposizione de "Il paese che vogliamo" di Mairano.
Dopo la scelta dell'Amministrazione comunale di Mairano di intervenire sull'illuminazione pubblica si sono levate critiche dal gruppo d'opposizione de "Il paese che vogliamo".
I problemi della nuova illuminazione pubblica
"La nostra contrarietà non è tanto sull'opera, che riteniamo importante, ma sul metodo e sulla scelta di come eseguire quest'opera". E' questo il pensiero degli esponenti dell'opposizione de "Il paese che vogliamo". "Questi lavori vanno a completare l'iter già iniziato dalla precedente Amministrazione. Crediamo però che quest'opera potesse farla direttamente il Comune. A meno che quest'ultimo non possa accendere mutui".
La lista d'opposizione si sarebbe mossa quindi in modo differente: "Come aveva fatto la precedente Giunta ci saremmo mossi per settori di paese. Inoltre se c'era la possibilità di fare un muto lo si poteva fare ammortizzandolo con il risparmio energetico che risulta anche dai documenti ufficiali. Questo lo fa notare anche il consulente finanziario del Comune, quindi non capiamo perché l'attuale Amministrazione abbia scelto questa strada". Un'altra critica è legata al fatto che, secondo il gruppo, l'opera non porterebbe né maggiore sicurezza né una maggiore illuminazione. "Con il nuovo impianto non verranno installati i supporti per le telecamere, come altri Comuni hanno fatto. Inoltre parte del risparmio energetico deriva dal fatto che i capi illuminanti si riducono durante le ore notturne del 50%. Così il territorio è meno sicuro".
La soluzione de "Il paese che vogliamo"
La soluzione proposta sull'illuminazione pubblica sarebbe stata questa: "Se l'intervento fosse stato fatto direttamente in house dal Comune si sarebbe risparmiato notevolmente, anche perché il 30% del nostro impianto d'illuminazione non ha più di 10 anni. Per questo aveva senso l'intervento a stralcio. Si fa poi credere alla gente che quest'opera porterà un risparmio. Ma non è così. Il canone annuo è indicizzato ed è destinato a crescere e non a ridursi. Quindi i cittadini spenderanno di più, cedendo poi per 20 anni l'impianto ad un privato che sarà il vero titolare".
Il pensiero del gruppo è andato infine al futuro: "Sorprende l'enfasi di quest'opera. E' un intervento su cui le prossime Amministrazioni dovranno preoccuparsi perché si pagheranno più di 100mila euro l'anno. L'opera andava sì fatta ma con maggiore oculatezza, soprattutto in questo momento di ristrettezza economica".