Brescia

Sacro al femminile: gli allievi bresciani del Moretto in mostra

L'esposizione, dedicata alle opere di Francesco Ricchino, Luca Mombello e Agostino Galeazzi, sarà visitabile dal 12 febbraio al Museo Diocesano.

Sacro al femminile: gli allievi bresciani del Moretto in mostra
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Dal 12 febbraio al 12 giugno 2022, il Museo Diocesano di Brescia, all’interno del complesso cinquecentesco di San Giuseppe, ospita la mostra Sacro al femminile. L'esposizione presenta 13 opere realizzate dai principali allievi bresciani di Alessandro Bonvicino detto il Moretto: Francesco Ricchino (1509/1513-1573), Agostino Galeazzi (1523 - 1576/1579) e Luca Mombello (1518/1520–1594/1595). Quadri provenienti dalla collezione del Museo Diocesano di Brescia, dai Musei civici di Brescia e da raccolte private.

Sacro al femminile: gli allievi bresciani del Moretto in mostra

La rassegna, curata da Davide Dotti, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Fiorella Frisoni, Valerio Guazzoni, Angelo Loda, è promossa e organizzata dal Museo Diocesano di Brescia, con il patrocinio della Fondazione Provincia di Brescia Eventi. Essa completa il percorso dell’esposizione Donne nell'Arte da Tiziano a Boldini, allestita fino al 12 giugno a Palazzo Martinengo a Brescia, che documenta come la raffigurazione della donna abbia rivestito un ruolo di primo piano nella storia dell’arte italiana, dagli albori del Rinascimento alla Belle Époque. Il biglietto d’ingresso alla mostra di Palazzo Martinengo consente la visita gratuita all’esposizione Sacro al femminile e alle collezioni permanenti del Museo Diocesano di Brescia. In alternativa (al costo di 6 euro l'intero e 3 euro il ridotto) è possibile acquistare il biglietto per la mostra e le collezioni permanenti del Museo. Orari d'apertura: tutti i giorni, tranne il mercoledì, 10-12 e 15-18.

La presentazione dell'esposizione

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La mostra è stata presentata in anteprima alla stampa venerdì 11 febbraio, alla presenza di Nicoletta Bontempi, presidente Museo Diocesano di Brescia, Mauro Salvatore, direttore Museo Diocesano di Brescia e Davide Dotti, curatore della mostra.

Nicoletta Bontempi ha evidenziato la qualità dell'esposizione:

"E' una piccola mostra, un piccolo scrigno con 13 opere di grande qualità. Il percorso dialoga con la mostra Donne nell'arte di Palazzo Martinengo valorizzando il concetto di museo diffuso. Noi crediamo fortemente nella rete per offrire a più persone possibili l'opportunità di incontrare l'arte".

Il direttore del Museo Diocesano ha invece portato l'attenzione sul tema:

"Al centro c'è la donna, ma anche la cura del particolare e della natura che la circonda. Una sacralità che si spande nel terreno. La mostra sarà esposta fino a giugno e confidiamo nelle visite delle scolaresche".

Affascinante l'intervento di Davide Dotti, che ha ripercorso la genesi dell'esposizione ma anche la storia di alcuni dei capolavori presenti.

"La mostra ha un carattere scientifico e filologico. Sono presenti delle novità assolute, tra cui tre opere inedite di Galeazzi. Due dipinti, tra cui la Pala della cappella del vescovo (Madonna con il bambino tra le sante Cecilia e Caterina d'Alessandria e committenti della famiglia Luzzago ndr), sono esposti qui dopo 118 anni dall'ultima esposizione. Ho chiesto al mio comitato scientifico di indagare la simbologia delle opere. Ed è stato fatto anche uno studio sulle cornici di Luca Mombello, una delle quali, (quella che adorna il quadro Dio padre e la Vergine Immacolata ndr), è un capolavoro assoluto. Esistono mostre molto ampie che affrontano un tema a 360 gradi, questa invece è una piccola mostra, raffinata. Le opere provengono per la maggior parte da chiese o cappelle private bresciane. Ma una di Luca Mombello proviene da una fattoria in provincia di Crema".

 

 

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