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Vela e presunti abusi: il permesso per il gazebo c’è

Il titolare del locale in via Mazzini, destinatario di un’ordinanza di ripristino a seguito dei controlli dell’Ufficio tecnico di Paratico, ha annunciato che farà ricorso al Tar

Vela e presunti abusi: il permesso per il gazebo c’è
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Sarà il Tribunale amministrativo a dover stabilire se gli interventi realizzati dal bar La Vela di Paratico per allargare e coprire il plateatico con un gazebo e per posizionare un bancone esterno al locale siano o meno abusivi. A fronte dell’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi emessa dall’Ufficio tecnico del Comune e firmata dall’architetto Mara Plebani, infatti, il titolare del bar, Giuseppe Grippaldi, ha deciso di presentare ricorso al Tar poiché "le strutture non sono fisse ma amovibili", ma soprattutto perché a marzo aveva ricevuto il nullaosta al posizionamento del gazebo e la concessione in forma gratuita per l’occupazione del suolo pubblico da parte del responsabile della Polizia Locale Pietro De Carlo.

Vela e presunti abusi: il permesso per il gazebo c’è

La questione sulla Vela di via Mazzini, sollevata dalla minoranza di Sosteniamo Paratico tramite un’interrogazione sui plateatici e la richiesta di maggiori accertamenti, si fa più complicata.

Da un lato, come si diceva, l’ordinanza di ripristino dei luoghi entro 90 giorni dalla data del 16 novembre (pubblicata in Albo pretorio solo l’1 dicembre, dal quale poi è sparito l’allegato che contiene l’ordinanza stessa), che parla di "interventi abusivamente realizzati" sotto il profilo urbanistico edilizio, di "interventi di nuova costruzione realizzati in assenza di permesso di costruire o della segnalazione certificata di inizio attività", di interventi "in assenza della comunicazione di inizio lavori" e, infine, sotto il profilo paesaggistico, di "interventi in area sottoposta a vincolo paesaggistico realizzati in assenza dell’autorizzazione".

Dall’altro la posizione del gestore, che il 6 marzo aveva chiesto alla Polizia Locale il permesso di "poter utilizzare una parte, quantificata in metri 41 di lunghezza e 6,5 di larghezza, del plateatico pubblico utilizzato come giardino adiacente al locale e di poter apportare lievi modifiche atte a rendere più planare e meno pericoloso il suolo" dove poi si sarebbero posizionati i tavoli e le sedie. Non solo, contestualmente il gestore ha chiesto di poter "posizionare dei gazebo a protezione della clientela e dei tavolini stessi", impegnandosi a effettuare la manutenzione ordinaria del plateatico e consapevole del fatto che ogni modifica apportata rispetto allo stato di fatto sarebbe stata da ripristinare a spese del richiedente allo scadere della concessione e in caso di mancato rinnovo.

Tre giorni dopo, il 9 marzo, il comandante della Polizia Locale De Carlo, sentita l’Amministrazione comunale, ha rilasciato il nullaosta per l’occupazione temporanea del suolo pubblico fino al 31 dicembre e in forma gratuita "per un totale di 266,50 metri quadrati". Basandosi su questo permesso, il gestore ha realizzato le strutture per coprire il plateatico.

"Sono otto mesi che sono in ballo con gli uffici comunali per risolvere la situazione - ha spiegato Grippaldi - Avevo ricevuto il placet verbale del sindaco e la Polizia Locale ha rilasciato la concessione per l’occupazione di suolo pubblico e per l’installazione del gazebo con la contestuale sistemazione della pavimentazione per far sedere i clienti con l’utilizzo di autobloccanti. Tutte le strutture sono amovibili, compreso il bancone esterno, che non è né cementato né fissato al suolo. Le pergotende sono state realizzate in edilizia libera: non servono autorizzazioni né la comunicazione di inizio attività. Tra l’altro, per alcune opere realizzate su area privata inizialmente (e in un’ottica di collaborazione) ci era stato detto di depositare la richiesta per la sanatoria".

Per quanto concerne il plateatico e la concessione della Polizia Locale, è saltato fuori che una parte del terreno invece è demaniale, e quindi in capo alla gestione di Autorità di bacino. "Da qui la richiesta di aspettare ancora, perché i due enti stavano valutando se passare la gestione di tutta l’area esterna al locale all’uno o all’altro, in modo da avere a che fare con un unico interlocutore", ha specificato.

Nel momento in cui la questione è stata sollevata dalla minoranza, però, sono scattati tutti i controlli, con la pubblicazione dell’ordinanza di ripristino in cui si parla di "interventi realizzati abusivamente". Lo stesso consigliere Tiberio Boni si era chiesto, dopo tanti mesi, se fosse possibile che in Comune nessuno si fosse accorto dell’ampliamento e non ci fossero state verifiche. A quanto risulta, però, il permesso di occupare il suolo con il gazebo coperto c’era.

Il titolare, inoltre, che non è d’accordo con le perizie effettuate dagli uffici, si sta muovendo legalmente. "Stiamo preparando tutte le perizie per poi depositare ricorso al Tar - ha concluso - Ho seguito le indicazioni che mi sono state date e di certo l’intenzione non era di fare abusi, ma di fare le cose in regola. Se prima però c’era collaborazione, ora fanno a scaricabarile".

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