Solidarietà

The House of Life: quando una speranza diventa realtà

Da Alfianello all’Uganda, un legame indissolubile. A Bethlehem c’è finalmente la casa della vita

The House of Life: quando una speranza diventa realtà
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A Bethlehem c’è finalmente la casa della vita. Da Alfianello all’Uganda, un legame ormai indissolubile grazie a Marco Sacchi.

The House of Life: quando una speranza diventa realtà

"The House of Life: quando una speranza diventa realtà". A Bethlehem c’è finalmente la casa della vita. Da Alfianello all’Uganda, un legame ormai indissolubile dello storico volontario della Fondazione Canossiana Voica Marco Sacchi, da anni in prima linea per affrontare le difficoltà in nome della vita.
A raccontarlo è proprio lui, riportandoci a un fatto accaduto due anni fa.
"Era l’estate 2022 una donna in pieno travaglio, sfinita, tra le lacrime ed in preda ai dolori del parto, venne caricata su una moto per raggiungere l’ospedale più vicino per salvare lei e la nuova vita che stava nascendo – ha raccontato Marco – Qualcosa andò storto, il bambino purtroppo non ce l’ha fatta, il tasso di mortalità è ancora molto alto".

"Se anche una sola vita sarà salva, allora ne sarà valsa la pena"

Qualcuno in quell’occasione disse al giovane alfianellese "la nostra comunità avrebbe necessità di una piccola struttura per accogliere mamme e neonati" la voce è quella di Cosmas, parroco del villaggio ugandese Bethlehem. Nella mente di Marco echeggia la frase "Se anche una sola vita, una soltanto, sarà salva, allora ne sarà valsa la pena". In un martedì di aprile 2023, grazie al contributo di Cuore Amico e al sostegno di Cassa Padana, intorno al vecchio dispensario di Bethlehem iniziarono i lavori per la realizzazione di una piccola nuova maternità. Un sogno che stava diventando realtà. Una speranza diventa Vita. “The House of Life”, si chiamerà: la casa della vita.
Lo scorso settembre, a un anno e mezzo dall’inizio lavori, Sacchi è ripartito per il villaggio della polvere e della gioia. Lungo il sentiero che costeggia la scuola primaria e che conduce alla collina di Najjinga, passeggiando con Maurine ed il suo piccolo Jerome, finalmente i suoi occhi vedono la Casa della Vita e l’emozione prende il sopravvento:
"È un minuscolo seme di vita, composto da una sala parto attrezzata con un ecografo, una saletta pre e post parto, un bagno, un magazzino ed il salone con una decina di posti letto – ha raccontato il volontario – Ma sarà il luogo dove tutte le mamme in attesa potranno trovare ciò di cui hanno bisogno per partorire in tutta sicurezza e dove verrà garantito l'accesso ad un'assistenza sanitaria, seppur minima, anche alle piccole vite che lì vi nasceranno".
Quel legame indissolubile di Marco, tra paese d’origine e Uganda è diventato ancor più forte, perché in accordo con le famiglie, il luogo di vita è stato dedicato alla memoria di Andrea Bulgari e Diego Pini, due suoi compagni di classe di Alfianello che hanno terminato troppo presto il loro percorso tra noi.
"Ancora una volta, davanti a ciò che la generosità della gente riesce a costruire, la mia anima scoppia di gratitudine, la stessa gratitudine che ho letto negli occhi del personale che opererà nella maternità, quando ho consegnato loro i tantissimi vestitini per neonati che molte persone mi hanno donato: Ti preghiamo: ringrazia con tutto il cuore ognuno di loro! Così mi hanno ripetuto ogni giorno Therese e Passy, le ostetriche referenti. "Non mancherò" – ha raccontato Marco – La stessa gratitudine che ho letto negli occhi della madre del piccolo Vincent, che al termine dell'inaugurazione voleva inginocchiarsi per ringraziarmi. "Questo è un dono immenso per il nostro villaggio", mi diceva commossa. Ci siamo abbracciati e mi sono seduto vicino al suo piccolo: "Questa vita è il vero dono", le ho detto. È in questi momenti che ricordo quanto sono fortunato, spesso così tanto da sentirmi colpevole. Forse è per questo che sento che quel che faccio non è mai abbastanza. Che potrei fare di più. Che qualcosa che non ho per me è spazio e tempo in più per qualcuno che ha necessità".

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L'inaugurazione

Lo scorso 26 settembre, il giorno dopo l’inaugurazione, la House of Life ha accolto la sua prima nuova vita: Joy Anne, una bellissima bambina di oltre tre chili e Marco ha sentito il suo primo pianto.
"Alla sera sono andato ad abbracciarla e ho lasciato alla sua giovane madre qualche vestitino. Credo che questa vita abbia ancora tanto da insegnarmi. Ho stampata nella testa questa frase: un giorno, quando non ci sarai, rimarrà di te quello che hai seminato. Non so cosa resterà di me in questo mondo, così come non so se ho seminato bene. Penso che vorrei essere una persona migliore. Ma per ora chiedo solo questo: che questo minuscolo seme, questa casa, che da speranza è diventata Vita, possa riuscire a confermare il mio sogno più grande: Sì, ne è davvero valsa la pena".
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