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Da Alfianello all’Uganda, un legame indissolubile. A Bethlehem c’è finalmente la casa della vita
"Era l’estate 2022 una donna in pieno travaglio, sfinita, tra le lacrime ed in preda ai dolori del parto, venne caricata su una moto per raggiungere l’ospedale più vicino per salvare lei e la nuova vita che stava nascendo – ha raccontato Marco – Qualcosa andò storto, il bambino purtroppo non ce l’ha fatta, il tasso di mortalità è ancora molto alto".
"È un minuscolo seme di vita, composto da una sala parto attrezzata con un ecografo, una saletta pre e post parto, un bagno, un magazzino ed il salone con una decina di posti letto – ha raccontato il volontario – Ma sarà il luogo dove tutte le mamme in attesa potranno trovare ciò di cui hanno bisogno per partorire in tutta sicurezza e dove verrà garantito l'accesso ad un'assistenza sanitaria, seppur minima, anche alle piccole vite che lì vi nasceranno".
"Ancora una volta, davanti a ciò che la generosità della gente riesce a costruire, la mia anima scoppia di gratitudine, la stessa gratitudine che ho letto negli occhi del personale che opererà nella maternità, quando ho consegnato loro i tantissimi vestitini per neonati che molte persone mi hanno donato: Ti preghiamo: ringrazia con tutto il cuore ognuno di loro! Così mi hanno ripetuto ogni giorno Therese e Passy, le ostetriche referenti. "Non mancherò" – ha raccontato Marco – La stessa gratitudine che ho letto negli occhi della madre del piccolo Vincent, che al termine dell'inaugurazione voleva inginocchiarsi per ringraziarmi. "Questo è un dono immenso per il nostro villaggio", mi diceva commossa. Ci siamo abbracciati e mi sono seduto vicino al suo piccolo: "Questa vita è il vero dono", le ho detto. È in questi momenti che ricordo quanto sono fortunato, spesso così tanto da sentirmi colpevole. Forse è per questo che sento che quel che faccio non è mai abbastanza. Che potrei fare di più. Che qualcosa che non ho per me è spazio e tempo in più per qualcuno che ha necessità".
"Alla sera sono andato ad abbracciarla e ho lasciato alla sua giovane madre qualche vestitino. Credo che questa vita abbia ancora tanto da insegnarmi. Ho stampata nella testa questa frase: un giorno, quando non ci sarai, rimarrà di te quello che hai seminato. Non so cosa resterà di me in questo mondo, così come non so se ho seminato bene. Penso che vorrei essere una persona migliore. Ma per ora chiedo solo questo: che questo minuscolo seme, questa casa, che da speranza è diventata Vita, possa riuscire a confermare il mio sogno più grande: Sì, ne è davvero valsa la pena".