Rovato

Tensioni in Consiglio: la discussione dura quattro ore

Sempre più profonda la spaccatura tra la maggioranza e la coalizione guidata da Valentina Remonato. Vani i tentativi di mediazione del gruppo RovatoW.

Tensioni in Consiglio: la discussione dura quattro ore
Pubblicato:
Aggiornato:

Se si vuole fare una cronaca fedele della seduta di Consiglio comunale di giovedì 21 gennaio, prima di entrare nel merito dei punti all'ordine del giorno, bisogna necessariamente affrontare il tema delle tensioni, sempre più manifeste, tra la maggioranza e la minoranza e, nello specifico, i gruppi della coalizione che fa riferimento a Valentina Remonato. Un dibattito incalzante, dai toni affilati e non sempre rispettosi, che si è svolto nella sala civica in cui, per ragioni sanitarie, non era ammesso il pubblico (presenti solo i giornalisti), ma con oltre cento persone collegate in diretta streaming. E probabilmente la grande partecipazione da parte dei cittadini è una delle poche note positive a margine di una discussione che si è protratta per oltre quattro ore e nella quale non sono mancati i colpi di scena, come l'uscita dall'aula della consigliera Remonato durante un duro intervento a lei indirizzato dal sindaco Tiziano Belotti.

Tensioni in Consiglio a Rovato

Quali sono le ragioni di questa spaccatura, sempre più profonda, tra le parti? E perché i tentativi di mediazione dell'altro gruppo di minoranza, RovatoW, sono caduti nel vuoto? Cercando di fare un'analisi politica a partire dalle dichiarazioni fatte dal sindaco, dai capigruppo e in generale dai rappresentanti della maggioranza che hanno preso la parola durante la seduta, appare piuttosto chiaro che la squadra di Centrodestra che governa la Città di Rovato contesta soprattutto l'atteggiamento e gli strumenti utilizzati dai gruppi di minoranza Rovato Vale, Rovato 2020 e La Civica. Più di una volta il primo cittadino ha rimarcato la suddivisione dei ruoli, sottolineando che la Giunta e il sindaco hanno il compito di amministrare mentre al Consiglio spetta l'onere di indirizzare ma anche di controllo e verifica. Il continuo ricorso a Pec, interrogazioni, mozioni e richieste di convocazione del Consiglio comunale, secondo la maggioranza, pur essendo legittimo, non dovrebbe diventare la regola. "Tali strumenti dovrebbero essere utilizzati con parsimonia e intelligenza, perché sono meccanismi delicati", ha lamentato Tiziano Belotti. Dietro le righe, insomma, sembra che la maggioranza percepisca il modo di procedere dei consiglieri dei gruppi Rovato Vale, Rovato 2020 e La Civica una sorta di attacco al potere che va oltre la dialettica tra le parti. A supporto della sua tesi il sindaco ha più volte fatto paragoni con il precedente mandato, denunciando un clima completamente diverso e più disteso nei rapporti con la minoranza. Diametralmente opposta la posizione dei consiglieri Stefano Fogliata, Valentina Remonato, Elena Zoppi e Luciana Buffoli, che hanno invece difeso le scelte fatte utilizzando gli strumenti che la democrazia mette a disposizione e ribadendo che le proposte sono state fatte in ottica costruttiva, con l'obiettivo di migliorare Rovato partendo dalle cose che ancora non ci sono. I consiglieri hanno precisato che l'utilizzo di modalità diverse è riconducibile al fatto che nei banchi di minoranza oggi siedono persone diverse rispetto al precedente mandato, e più volte hanno chiesto un maggiore rispetto da parte della maggioranza. In questa spaccatura si è inserito, nel tentativo di mediare, il gruppo RovatoW. Il consigliere Andrea Giliberto ha presentato un emendamento volto ad avvicinare le parti, e il capogruppo Renato Bonassi ha chiesto di superare "l'impasse che si è creato sull'opportunità di chiedere o meno un Consiglio straordinario e di entrare nel merito per trattare gli argomenti davvero importanti". Appelli che non hanno sortito gli effetti sperati e anzi, soprattutto nella prima parte della seduta, il dibattito e i toni sono degenerati, al punto che durante un intervento del sindaco piuttosto duro contro la consigliera Remonato (nel corso del quale, tra le altre cose, Belotti ha detto "Non si può uscire con delle stronzate che non stanno né in cielo né in terra), quest'ultima ha abbandonato temporaneamente l'aula.

L'ordine del giorno

Per quanto riguarda i punti sul tavolo, in estrema sintesi dopo la surroga del consigliere dimissionario Stefano Belotti con il ritorno in maggioranza di Renato Parzani (civica Tiziano Belotti sindaco) la seduta ha sancito la revoca delle due mozioni che erano state approvate durante il Consiglio di Santo Stefano. Revoca ottenuta attraverso due mozioni presentate dai capigruppo di maggioranza che hanno contestato le modalità procedurali con cui le delibere sono state approvate, dalla sola minoranza data l'assenza in massa della maggioranza, e dunque senza interlocuzione tra le parti politiche, ma hanno anche addotto questioni tecniche. Nello specifico, sullo sportello antiviolenza la maggioranza ha difeso l'operato e la strutturazione attuale dei Servizi sociali, che fornisce già un'assistente sociale dedicata e una serie di consulenze e servizi gratuiti per le donne vittime di violenza, collaborando attivamente con la Rete di Daphne e le Forze dell'ordine, mentre per quanto riguarda il Piano Cave ha rimarcato la competenza provinciale. Respinta la mozione presentata dalla minoranza sullo streaming del Consiglio comunale (attivato a partire dal 26 dicembre scorso) e delle Commissioni consiliari, per le quali la maggioranza non ha ritenuto opportuno garantirne la pubblicità. Sul tavolo anche le due interrogazioni presentate dai consiglieri Remonato, Zoppi, Fogliata e Luciana Buffoli sulla Concert Hall Franciacorta e sull'ex Pepe Nero, tuttora chiuso. Sul maxi teatro previsto a ridosso della rotonda Bonomelli il sindaco ha definito l'intervento fuori scala. "Se fosse una sala da mille posti si poteva valutare, ma i conti economici sono molto bizzarri. Il progetto attuale sembra una scimmiottata di quello del 2016. Io sono molto critico, ma mi piacerebbe trovare una posizione condivisa con i Comuni contermini", ha spiegato Belotti. Sull'ex Pepe Nero, il primo cittadino ha spiegato che il Comune sta incassando regolarmente l'affitto nonostante la società che ha vinto, in seconda battuta, l'appalto, non abbia ancora iniziato i lavori di adeguamento. "A noi interessa anche che il servizio funzioni: pensavo che i lavori iniziassero subito, invece purtoppo non sono in grado di fare previsioni", ha ammesso. Una nota di colore: al termine della seduta non è stata subito interrotta la trasmissione del video. Nel fuori onda al primo cittadino, nel commentare la durata del Consiglio, è scappata una bestemmia, cosa che non è ovviamente sfuggita all'opposizione. Il Consiglio comunale non è la casa del Grande Fratello, e nessuno rischia la squalifica, ma le parole, come del resto dichiarato anche dal vicesindaco Simone Agnelli durante il dibattito, hanno un significato e si spera che, per il futuro, si presti una maggiore attenzione anche al linguaggio utilizzato.

Seguici sui nostri canali