Supercampione in tv, il dottor Blasetti ha donato metà della vincita
Medico chirurgo all'ospedale di Chiari, è stato in testa in 12 puntate del programma Don't Forget the Lyrics! sul Nove
Da quasi un decennio la città di Chiari ha imparato a conoscerlo e apprezzarlo per le sue qualità umane e professionali. Il dottor Francesco Blasetti, 43 anni, originario della provincia di Pescara, presta infatti servizio da 9 anni e mezzo all’ospedale cittadino come chirurgo oculista. Nelle ultime due settimane, però, il medico ha svelato un altro talento: per ben 12 puntate ha infatti conquistato il titolo di campione al noto programma televisivo Don't Forget the Lyrics!, in onda ogni sera alle 19.30 sul Nove, condotto da Gabriele Corsi. Una memoria eccezionale per i testi, alimentata da una grande passione per la musica e da tanto studio, gli ha permesso di superare avversari davvero preparati e di vincere ben 35mila euro. Solo un lapsus, accompagnato da una sfortunata convergenza di circostanze, gli è costato lo scettro durante la 13esima puntata, trasmessa mercoledì 20 novembre.
Supercampione in tv, il dottor Blasetti ha donato metà della vincita
Il bilancio di questa esperienza in televisione è comunque positivo e il dottor Blasetti ha accettato di raccontarsi in questa intervista.
Da dove nasce la partecipazione a Don't Forget the Lyrics!?
C’è uno studio dietro. Da quando mi sono appassionato al programma ho iniziato a prepararmi sui testi. Ma la mia passione per la musica nasce quando ero bambino e “rubavo” i 45 giri di papà. Lui mi ha accompagnato in questa avventura e il suo supporto è stato determinante. Gli studi sono a Roma e averlo lì è stato per me un riferimento prezioso e anche un’occasione per stare un po’ insieme, visto che io vivo a Chiari e lui è rimasto a Pescara. La musica comunque nella mia vita c’è sempre stata. Da ragazzo ho studiato pianoforte, mi sono diplomato al Conservatorio. Ma non faccio concerti e non canto al karaoke....
Ci sono stati dei provini?
Sì, ho fatto una selezione online ed era stata brillante, su trenta canzoni ne avevo cantate correttamente ventotto.
Come si è trovato in studio?
Per me era la prima apparizione televisiva, non avevo mai partecipato a un quiz, quindi ero molto teso, ma mi sono trovato benissimo. Gabriele Corsi è un grande professionista, è molto umano, mette in risalto le qualità dei concorrenti, riesce a fare battute senza essere mai volgare o trash. Resta un po’ di amarezza perché quello dell’altra sera è stato il mio primo errore in assoluto. E’ stato un lapsus, la canzone ("Non dirgli mai" di Gigi D’Alessio, ndr) la conosco molto bene. La cosa assurda è che le parole che ho indovinato sarebbero bastate in tutte le altre puntate, l’unica volta in cui avrei dovuto cantarne cento, ho sbagliato. Sono comunque contento, è stata una bellissima esperienza.
Come è stato incontrare Ermal Meta, ospite del programma?
Io sono un suo fan, lo seguo da anni quindi è stata per me una sorpresa meravigliosa. Nel blocco pubblicitario ho avuto la possibilità di salutarlo, ma in passato avevo già avuto modo di incontrarlo. Lui ha scritto un libro bellissimo, che è stato candidato al Premio Strega. E’ un personaggio eclettico. La prima volta che l’ho visto in concerto era il 2016 al Teatro Romano di Verona, lui apriva il concerto di Enrico Ruggeri.
La canzone che l’ha emozionata di più?
Nella penultima puntata ho cantato "Tango" di Tananai e sono davvero felice di averlo fatto perché esalta il valore dell’amore che vince su tutto, anche sulle guerre che ci sono nel mondo.
Quelle che invece l’hanno messa più in difficoltà?
Tra le più difficili "Tutta colpa mia" di Elodie e "Scrivile scemo” dei Pinguini Tattici Nucleari, un brano che è meno vicino al mio “mondo” musicale.
Come è stato il ritorno in ospedale a Chiari?
Ho ricevuto un’accoglienza davvero calorosa. Ringrazio tutta la squadra e in particolare il mio primario, il dottor Franco Spedale, per avermi permesso di partecipare. Ho rinunciato a parte delle ferie per questa esperienza ma ne è valsa la pena. E’ stato bellissimo, lo rifarei altre cento volte.
Mantenere il titolo per più di due settimane le ha dato anche una certa notorietà: com’è scoprire di essere diventato famoso?
E’ strano, le persone mi fermano al supermercato mentre faccio la spesa. Non me l’aspettavo. La cosa bella è che ho ricevuto solo complimenti e commenti positivi. Visto che i detrattori ci sono sempre, mi aspettavo qualche critica, invece mi hanno scritto solo per esprimere apprezzamenti. La competenza sicuramente paga, ma un pizzico di fortuna ci vuole sempre!.
Lei però si è dimostrato un campione anche nella solidarietà...
Ho deciso di donare metà della mia vincita alla Fondazione Veronesi, che si occupa della ricerca e cura dei bambini affetti da malattie di tipo oncoematologico.
Un gesto che rivela che, dietro alla bravura, c’è anche un grande cuore.
(di Stefania Vezzoli)