Franciacorta
Rinomata palestra chiude definitivamente: “Il Covid ci ha rubato il futuro”
Lo storico centro fitness Gymnasium di Erbusco ha annunciato la decisione di chiudere.

di Stefania Vezzoli
Non sta andando tutto bene, decisamente no. Lo storico centro fitness Gymnasium di Erbusco ha annunciato la decisione di chiudere. Pochi ristori e nessun supporto: in ginocchio un’azienda e 34 anni di vita di una famiglia.
Rinomata palestra chiude definitivamente: “Il Covid ci ha rubato il futuro”
E’ difficile mettere la parola fine a una storia fatta di impegno, duro lavoro, sacrifici e, perché no, anche tanti sogni. Purtroppo, però, per il centro fitness Gymnasium è giunto il momento di chiudere. L’effetto devastante della pandemia, che pochi giorni fa sempre a Erbusco ha «spento» un noto ristorante stella Michelin, ha costretto la storica palestra franciacortina a interrompere l’attività.
«Siamo partiti nel 1987 e siamo stati parte della vita di tante persone, perché la nostra conduzione familiare portava ad avere lo stesso spirito anche con i nostri clienti – hanno raccontato i titolari – Siamo stati tra le prime palestre in Franciacorta, con visione avevamo intuito subito l’importanza del benessere fisico. Abbiamo visto passare generazioni nella nostra struttura e siamo cresciuti praticamente insieme a loro, passando dalle iscrizioni a mano al mondo del digitale. Negli anni tutto ciò che guadagnavamo lo abbiamo sempre reinvestito nella nostra azienda per poter offrire un servizio migliore e per essere innovativi».
Dalla prima sede, a Rovato, il centro fitness si è trasferito in quella attuale, in via dell’Industria a Erbusco, a poca distanza dal casello autostradale A4. «Nel 2000 ci siamo ampliati e abbiamo realizzato una struttura che poteva soddisfare qualsiasi esigenza, quindi non solo sala attrezzi ma anche una piscina, una zona benessere e un centro estetico – hanno spiegato – Poi è arrivata la grande crisi del 2008 e tutto divenne più difficile. Abbiamo provato a reinventarci ma gestire un’impresa, lo dice la stessa parola, è “un’impresa”, altrimenti si sarebbe chiamata “semplice”, comunque siamo riusciti a risollevarci».
Superate le difficoltà legate alla crisi economica, l’attività si è rinnovata attraverso un passaggio generazionale all’interno della famiglia Bocchi. «Dal 2015 la gestione è passata a mia figlia perché ci si è resi conto che la comunicazione è diversa, che i tempi sono cambiati e lei ha un linguaggio più giovane, fresco, e ha anche tanta energia – ha sottolineato Donatella Infuso – La scelta si è rivelata vincente perché effettivamente tutto si trasforma e nuovamente anche i nostri clienti lo colgono ed apprezzano. Lo spirito resta quello di farli sentire a casa coccolandoli ancora di più».
L’avvento del Covid
A vanificare ogni sforzo e ogni progetto ci ha pensato il Covid-19, che oltre a portare tanto dolore in territorio bresciano, ha letteralmente paralizzato il settore dello sport e delle palestre. «Poi è arrivata la pandemia e ci ha bloccati completamente già a febbraio 2020 – ha ricordato Donatella – Siamo stati i primi a venire chiusi definitivamente. Ciò nonostante abbiamo dato lezioni quotidiane online per continuare a offrire il servizio. A giugno a garanzia dei nostri clienti sono state adottate tutte le misure di sicurezza: si sono messe in campo tutte le precauzioni richieste per sanificare, chiudere gli spazi, installando anche un’applicazione che gestisce gli ingressi per evitare pericolosi assembramenti, investendo soldi e risorse. Tutto questo è durato circa quattro mesi (tra l’altro estivi in cui per noi il lavoro è penalizzante) e poi siamo stati comunque costretti a chiudere».
Anche Gymnasium, come le altre strutture sportive del territorio, ha investito per adeguarsi alle norme anti contagio, ma questo non è servito a nulla. «La gestione a marzo del 2021 non vede futuro, i ristori sono arrivati solo all’inizio e poi più nulla, l’azienda ha dimensioni importanti con notevoli spese fisse che portano solo a un continuo e accresciuto indebitamento – ha aggiunto Donatella – Siamo giunti quindi alla scelta di chiudere la gestione. Il nostro futuro sicuramente è incerto e da definire. Questa categoria non ha avuto il supporto adeguato e un anno come questo è riuscito a mettere in ginocchio un’azienda e 34 anni di vita di una famiglia. Ho la sensazione che non si sia trovato un percorso virtuoso e costruttivo tra impresa, lavoratori, territorio, banche, clienti, e che prevalga sempre più l’io rispetto al noi. Comunque sia, da sognatori e imprenditori faremo il possibile per dare un nuovo volto alla nostra storica realtà».
Una testimonianza che fa riflettere e che porta prepotentemente a galla l’impatto economico e sociale della pandemia e delle restrizioni disposte al fine di contenere i contagi. Tutelare la salute pubblica resta tuttora una necessità, ma il prolungarsi dell’emergenza sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di interi settori. E il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie appare davvero appeso a un filo.
Poco tempo fa, sempre a Erbusco, aveva chiuso anche il ristorante Da Nadia.