Richiedenti asilo in condizioni disumane: «La Cooperativa ha dichiarato il falso»

Richiedenti asilo in condizioni disumane: «La Cooperativa ha dichiarato il falso»
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Richiedenti asilo in condizioni disumane: «La Cooperativa ha dichiarato il falso».

Nei giorni scorsi il Forum sociale anticapitalista bresciano con la sezione del Basso Garda, Prc Basso Garda e Comitato senza confini Brescia hanno denunciato alla Prefettura di Brescia le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere 16 richiedenti asilo in uno stabile a Desenzano affittato e gestito dalla cooperativa Olinda.

Cooperativa Olinda

La cooperativa ha replicato alle accuse affermando che i richiedenti asilo avevano accesso all'acqua potabile, ricevevano mensilmente il poket money come da regolamento della struttura e recentemente avevano cambiato il metodo per la spesa settimanale aggiungendo che i 10 euro settimanali a ragazzo variano in base alle necessità. In merito allo spostamento dei ragazzi in altre strutture inoltre non ci sarebbe ancora nulla di certo. «La Prefettura ai primi di ottobre ha effettuato i controlli periodici previsti dalle legge - hanno aggiunto dalla cooperativa - Ed è risultato tutto a norma».

Replica

«Per cominciare, la dichiarazione della cooperativa secondo cui non sarebbero pervenute segnalazioni non ha fondamento: recenti casi legati alla situazione sanitaria sono stati sottoposti all'attenzione della stessa ma non hanno prodotto alcun risultato (sono rimasti pressoché inevasi gli interventi per malattie o infortuni) - replicano dal Forum sociale anticapitalista bresciano sezione del Basso Garda, Prc Basso Garda e Comitato senza confini - La situazione igienico sanitaria era a dire poco precaria: la cooperativa passava acqua in bottiglia vietando ai richiedenti asilo di utilizzare quella  del rubinetto in quanto la stessa proviene da pozzo di irrigazione agricolo per la quale la  Provincia  non ha mai rilasciato l'autorizzazione ad uso umano. Dai rilievi accertati si ricava che il 'nuovo sistema' di approvvigionamento lascia gli ospiti senza carta igienica e senza detergenti per la sanificazione ambientale e personale.

Ribadiamo che il nuovo sistema di fornitura derrate non è sufficiente in quanto con 10 euro a settimana a testa, cibo - igiene personale ed igiene per la casa - non si arriva al terzo giorno.
Quanto ai servizi obbligatori previsti dalla normativa, segnaliamo che, diversamente da quanto dichiarato dalla cooperativa, il mediatore culturale non si è visto da mesi e l'avvocato non si è mai presentato, ciò che la dice lunga sulle rendicontazioni presentate alla Prefettura.

Sarebbe poi interessante sapere quale idea i dirigenti della cooperativa abbiano sul destino degli ospiti nel caso in cui non venisse rinnovato il contratto d'affitto per questa cascina: ripetiamo con forza che i richiedenti asilo sono persone e non pacchi postali da spostare da una casa all'altra della provincia e che tutte le relazioni che si sono create sul territorio sono dovute esclusivamente alla intraprendenza e alla determinazione degli ospiti, non sicuramente a percorsi di integrazione dovuti ma mai attuati dalla cooperativa. Il lavoro dignitoso che alcuni di loro hanno trovato non è piovuto dal cielo, ma è frutto di una serie di relazioni con cittadini e associazioni che hanno seguito la situazione di alcuni di loro in particolare. In ogni caso gli ospiti della cascina sono disposti a fornire la loro testimonianza e non vedono l'ora che la loro situazione possa essere affrontata e divenire umana.
Non ci dimentichiamo inoltre dei lavoratori dipendenti della cooperativa che con grande impegno e ingegno cercano di gestire al meglio la situazione nonostante i mancati pagamenti dello stipendio».

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