Nega le accuse di aver picchiato la figlia che si oppone al matrimonio combinato

Ha negato ogni accusa il padre della 22enne di origini pakistane.

Nega le accuse di aver picchiato la figlia che si oppone al matrimonio combinato
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Ha negato ogni accusa il padre della 22enne di origini pakistane che ha denunciato i genitori a seguito di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio.

Il fatto

La ragazza, assieme alle sorelle, nelle scorse settimane, dopo le ennesime percosse, si erano recate al Pronto soccorso, dove, grazie anche all’aiuto degli addetti alla rete antiviolenza, avevano raccontato le loro vicissitudini familiari. Dopo aver collocato le ragazze in una struttura protetta, erano state immediatamente avviate le indagini che hanno permesso di ricostruire e riscontrare le reiterate violenze subite nel tempo dalle vittime, che già in precedenza si erano più volte recate in ospedale per le lesioni subite, ma le avevano addebitate ad incidenti domestici.

Le minacce, le botte e l’epilogo

Ad indurre le giovani a raccontare la loro drammatica situazione sono state le pressanti richieste rivolte, appunto, alla maggiore delle sorelle di recarsi in patria per contrarre un matrimonio combinato con un connazionale che sarebbe stato scelto dagli stessi genitori. Al rifiuto della figlia, il padre, in più occasioni, ha evocato la vicenda di Sana Cheema, che si ipotizza possa essere stata uccisa proprio perché aveva rifiutato un matrimonio combinato.

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