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Nuove bombe nucleari a Ghedi: il riarmo europeo fa tremare i polsi

Mentre l’Italia ospita le moderne testate B61-12, si accende il dibattito pubblico sul piano approvato da Bruxelles

Nuove bombe nucleari a Ghedi:  il riarmo europeo fa tremare i polsi
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Bombe nucleari a Ghedi: parte (anche) da Brescia il complesso piano di riarmo dell'Unione Europea approvato questa settimana. A rivelarlo al Fatto quotidiano è stato Hans Kristensen, studioso della Federation of American Scientists, curatore del Bulletin of the Atomic Scientists.

Nuove bombe

Mentre in Europa si intensifica la discussione sulla sicurezza e sulla strategia di deterrenza nucleare, l’Italia assiste così ad un passo avanti importante sul fronte militare. L’arrivo delle nuove bombe nucleari americane B61-12 cambia infatti parecchio, in uno scacchiere mondiale in cui l'Italia, e quindi in particolare la base italiana di Ghedi e quella Nato di Aviano, in Friuli, sono già centrali. Nessun annuncio ufficiale, come è ovvio. Ma è noto da tempo che è il Belpaese ad ospitare il maggior numero di testate nucleari statunitensi ed è l’unico Stato europeo a disporre di due basi operative distinte, con armamenti di questo tipo.

Le bombe B61-12, eredi delle B61, sono state consegnateai cinque Paesi NATO che da anni ospitano armi nucleari sul loro territorio: Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia. Secondo il rapporto Nuclear Weapons Ban Monitor 2024, presentato a New York alla Conferenza sul Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, ad Aviano ci sarebbero tra le 20 e le 30 testate, mentre a Ghedi tra le 10 e le 15. Finora. A Ghedi sarebbero presenti in realtà già tra le 20 e le 40 testate. Il numero esatto, così come prima, non è – ancora una volta – confermato dalle autorità.
Non solo. È ancora tutto da chiarire quale sarà il ruolo della base militare di Ghedi all'interno di quello che a livello europeo si sta delineando come un possibile ombrello nucleare europeo, a trazione francese. La proposta del presidente dell'Eliseo Emmanuel Macron, dichiarato al giornale francese «Figaro», sarebbe infatti quella di «aprire la discussione su un deterrente nucleare» comunitario.

Dati armamenti

Pochi, per ovvi motivi, i dati pubblici sugli armamenti stoccati nella base bresciana. Sarebbero ordigni con una potenza variabile tra 0,3 e 50 kilotoni, ma con una precisione particolarmente migliorata nel lancio. Per un paragone, le uniche due bombe mai effettivamente lanciate in uno scenario di guerra, quelle su Hiroshima e Nagasaki dell'agosto 1945, avevano una potenza rispettivamente di 15 e 21 kilotoni. Intanto il dibattito si è aperto, anche dopo il voto in Parlamento europeo sul piano di riarmo proposto da Ursula Von der Leyen, approvato con 419 favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti. In Italia hanno votato a favore Fratelli d'Italia, Forza Italia e parte del Pd, mentre Lega, Verdi e Sinistra e M5S sono contrari, così come parte del Partito democratico.
Francesco Vignarca, della Rete Italiana Pace e Disarmo, ha lamentato sulla stampa nazionale come il governo italiano stia evitando ogni confronto sulla questione. Insomma: tutto sembra destinato a restare nell'ombra, come nel gioco del nascondino, ma un nascondino radioattivo dove la posta in gioco non è la tana, bensì la sicurezza di un intero Paese.

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