Migranti in paese: una sfida di vera integrazione
E’ presente da gennaio in paese un Cas (centro d’accoglienza straordinario) che ospita una ventina di ragazzi dai 18 ai 25 anni

"Migranti in paese": quanta paura fa questa frase? Colpa dei "media", di una narrazione non sempre veritiera, ma qui a Verolavecchia si vuole scrivere un’altra storia.
L’interrogazione della minoranza
Ecco perché la minoranza guidata da Laura Alghisi ha voluto vederci chiaro sulla presenza di migranti, ormai da gennaio, a Verolavecchia.
"I sottoscritti consiglieri comunali hanno atteso mesi auspicando di essere aggiornati sulla questione ma non avendo avuto alcun cenno dalla maggioranza e sollecitati dalla popolazione sono ad interrogare il sindaco e la giunta relativamente all'apertura di un centro di accoglienza nel territorio di Verolavecchia ed in particolare chiedono la tipologia del centro di accoglienza presente sul territorio: se è un Cas, centro di accoglienza straordinaria, o Cara, un centro di accoglienza richiedenti, la struttura fa parte degli accordi nel quadro triennali banditi dalla prefettura di Brescia nell'anno 2024, qual è la capienza massima vista dalla struttura, qual è il numero di persone ad oggi ospitate, è intenzione dell'Amministrazione attivare convenzioni con il gestore, la Prefettura, per attività di integrazione delle persone presenti o per l'utilizzo degli stessi in attività di volontariato e pubblica utilità?"
La risposta e il lavoro svolto in queste mesi
Non si fa attendere la risposta del sindaco Maura Gualdi che in questi mesi con la sua squadra e di concerto con il Prefetto di Brescia Andrea Polichetti, ha lavorato perché "integrazione" non rimanesse una parola, ma diventasse un fatto.
"Dal mese di gennaio è attivo un centro accoglienza straordinaria (CAS) - ha esordito il primo cittadino - l’immobile è stato recentemente acquistato con tale finalità da un privato, che già da tempo collabora con la Prefettura di Brescia, per l’accoglienza di immigrati, presso altre realtà in provincia. Trattasi di Cas affidato al gestore dalla Prefettura con trattazione diretta".
L’immobile destinato all’accoglienza
"L’Amministrazione Comunale, avvalendosi della Polizia Locale, ha gestito in emergenza il primo arrivo degli stranieri, perché antecedente alla richiesta e rilascio delle autorizzazioni da parte dell’UT comunale. Nelle more, il Sindaco pro tempo di Verolavecchia, avvocato Maura Gualdi, unitamente al geometra comunale, Candida Sala, ha incontrato l’avvocato amministrativista che assiste il Comune di Verolavecchia, per una consulenza tecnico-urbanistica sulla questione. Successivamente, attraverso regolare Scia per la ridistribuzione interna dei locali e progetto di cambio d’uso dell’immobile, autorizzata, l’edificio è stato dal proprietario organizzato e modificato internamente, per la creazione di due unità abitative autonome - ancora Gualdi - la capienza massima abitativa dell’immobile nel suo complesso è di 24 persone. Attualmente il centro è al completo. L’arrivo degli ospiti è stato graduale. Nonostante tale struttura di accoglienza non necessiti di assenso comunale, il Sindaco, preliminarmente e nel corso dei mesi, ha incontrato la proprietà, affinché vengano applicate le norme di legge, a tutela delle persone che occupano gli alloggi, e rispettata nel numero l’idoneità alloggiativa".
Tali circostanze sono costantemente controllate nell’interesse degli ospiti, ma anche a tutela dell’ordine pubblico e della comunità stessa.
"Inoltre, sin dal deposito di Scia presso il Comune di Verolavecchia da parte del gestore, il Sindaco, affiancato dal Consigliere Provinciale, Daniele Mannatrizio, ha tenuto incontri preliminari con la Prefettura di Brescia, nella persona di Sua Eccellenza dottor Andrea Polichetti. Attesa l’ubicazione dell’immobile in un paese privo di stazione dei Carabinieri e con un solo agente di Polizia Locale, per la migliore gestione dell’ordine pubblico, si chiese e si convenne che potessero essere ivi ospitati soltanto stranieri già da tempo presenti sul territorio, e quindi non di nuovo sbarco, e ben predisposti a collaborare in favore della loro integrazione sociale e lavorativa. Gli arrivi, ad oggi, sono in linea con gli accordi: gradatamente il Cas ha accolto stranieri provenienti da Pakistan e Bangladesh, già in Italia da mesi, se non addirittura da qualche anno", ha sottolineato il sindaco.
I ragazzi accolti dalle istituzioni
Il sindaco Gualdi ed il Comandante della Polizia Locale Roberto Scarpellini, hanno incontrato più volte gli ospiti.
"I ragazzi, alcuni anche giovani, sono stati tutti accolti, per un incontro conoscitivo, presso il Municipio dal Sindaco, dalla Giunta comunale, dai servizi sociali comunali e dal Comandante di Polizia Locale - ha continuato il sindaco - in sede di incontro col Prefetto, il Sindaco chiese collaborazione anche per la loro collocazione lavorativa. A tal fine, sotto la regia della Prefettura si tenne un incontro tra il Sindaco ed i servizi sociali comunali con il direttore di Coldiretti Brescia ed il responsabile della sezione locale di Verolanuova per valutare inserimenti presso aziende agricole. Nel frattempo gli stranieri si sono iscritti nel registro volontari del Comune con la volontà di dedicarsi a lavori minori sul territorio (come spazzamento manuale strade ecc.), mentre tre di loro, attesa la loro esperienza maturata nel paese d’origine, si stanno occupando del rifacimento della tinteggiatura degli immobili comunali, unitamente ad un concittadino impegnato in un progetto di lavori socialmente utili".
Ragazzi che si sono già messi all’opera in quella che sta diventando a tutti gli effetti la loro comunità.
"Abbiamo volto incontrare questi ragazzi per conoscerli - ha sottolineato l’agente Scarpellini - alcuni sono apparsi molti timidi, tutti educati e gentili come abbiamo riscontrato tra i cittadini. Ci tengo a sottolineare che da quando sono arrivati non è mai stata fatta alcuna segnalazione su di loro, ma anzi si sono sempre comportati molto bene: la situazione è tranquilla e tutto è sotto controllo".
Un progetto d’integrazione
"Prima di avviare un percorso lavorativo, anche il più semplice, è tuttavia indispensabile che venga insegnata loro la lingua italiana e per coloro che svolgeranno lavori in favore del Comune è altresì in programma un corso di formazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro - ancora il sindaco nella sua risposta all’interrogazione - presso il Cas sono dal gestore gestiti corsi di italiano. Tuttavia, le ore dedicate allo studio della lingua presso il centro sono insufficienti. Per questo motivo, il Sindaco ha chiesto nuovamente collaborazione al Signor Prefetto. Ancora una volta, visto l’interesse e la serietà manifestata dalla presente Amministrazione comunale, la Prefettura è in procinto di organizzare in Verolavecchia, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, un corso ben strutturato ad integrazione delle ore disposte dal centro. Non solo, il Sindaco ha personalmente contattato una cooperativa che si occupa di inserimenti sociali, NEXT network for inclusion, con sede in Parma e, invitata dalla Presidente, ha programmato in maggio una visita, per toccare con mano questa realtà così da portare idee per la gestione del Cas in Verolavecchia. La Prefettura di Brescia, nella persona del Signor Prefetto e del Signor Vicario, dottoressa Anna Chiti Batelli, mantiene costanti contatti, anche telefonici, con il Sindaco, affiancandolo per la migliore gestione di questa realtà sul territorio comunale".
L’integrazione non è mai facile, ma quando c’è la volontà, da ambo le parti, i risultati si vedono: i ragazzi appena arrivati stanno muovendo i loro primi passi nella comunità di Verolavecchia e l’Amministrazione sta lavorando perché questo avvenga su basi solide: studi, lavoro, volontà di mettersi in gioco.