Rovato

Le dimissioni del sindaco, poi ritirate, scaldano il Consiglio

Come prevedibile è stato teso il dibattito nella seduta andata in scena giovedì 23 dicembre, alla vigilia delle feste.

Le dimissioni del sindaco, poi ritirate, scaldano il Consiglio
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Era inevitabile che nel primo Consiglio convocato dopo le dimissioni annunciate, e poi ritirate, dal sindaco di Rovato Tiziano Belotti il dibattito fosse animato e teso. E come prevedibile nella seduta andata in scena giovedì 23 dicembre, alle 19, nella sala civica del Foro Boario, si è parlato molto anche della vicenda Lgh-A2a che ha innescato il terremoto politico in città.

Nota tecnica

Vista l'assenza, giustificata, della presidente del Consiglio Roberta Martinelli e della consigliera Valentina Inverardi, ha assunto la presidenza del Consiglio Stefano Fogliata (di Rovato Vale). Segnaliamo che durante lo streaming della seduta si è verificato un problema tecnico e all'inizio della discussione del punto 3 il video si è interrotto, ma la discussione in aula è proseguita. La trasmissione è stata ripristinata solo dopo una decina di minuti, e dunque alcuni interventi non sono stati visibili dal pubblico collegato (come noi) da casa.

Le dimissioni del sindaco, poi ritirate, scaldano il Consiglio

In realtà il dibattito è stato caldo fin dai primi punti all'ordine del giorno, con l'approvazione della nota di aggiornamento al Dup e del bilancio di previsione. Una discussione (che sarà approfondita sul prossimo numero di ChiariWeek in edicola dal 7 gennaio) in cui sono state sostanzialmente ribadite le forti diversità di vedute tra maggioranza e opposizione sulle opere pubbliche e la programmazione futura. E' stato però il punto 3, "razionalizzazione periodica delle partecipazioni dirette e indirette in società possedute dal Comune di Rovato alla data del 31/12/2020",  e dunque relativo a Cogeme spa, a portare i riflettori sulla vicenda Lgh-A2a e sulle dimissioni, poi ritirare, dal sindaco.

E' stato tutto un bluff?

Ma le dimissioni erano vere o è stato tutto un bluff? Questa una delle domande ricorrenti poste dai consiglieri di minoranza. "Perché nel 2015 il sindaco ha fatto qualcosa che non era convinto di fare e perché ora si dimette senza che nessuno glie lo abbia chiesto e poi le ritira inspiegabilmente. Chi gestisce quindi la governance delle partecipate, se il sindaco dichiara di far cose che non condivide?", ha chiesto il consigliere Andrea Giliberto. "Perché votare a favore di un'azione che non si ritiene corretta? Perché dare le dimissioni e poi ritirarle?", ha incalzato Renato Bonassi. "Non era convinto e ha votato a favore: perché? Perché era pressato dal Pd?", ha aggiunto Elena Zoppi. "Ma le dimissioni le ha presentate con l'intenzione di ritirarle? Perché questo sarebbe irrispettoso nei confronti dei cittadini!", ha precisato Luciana Buffoli. E' andata oltre invece, sollevando anche altre problematiche, la riflessione della consigliera Valentina Remonato. "Ritengo opprtuno riporta alcune osservazioni in ordine al bilancio Cogeme spa espresse nel corso dell’assemblea Azionisti del 6 magio 2021 - ha esordito - Il Comune di Erbusco e il Comune di Paderno Franciacorta sono convinti, come posizione di minoranza all’interno dell’assemblea, che il modello di buisness adottato metta a repentaglio il patrimonio della società e non interpreti correttamente il ruolo che Cogeme dovrebbe assumere nel contesto locale. I Consigli Comunali dei Comuni di Erbusco e Paderno Franciacorta nel corso del 2020 hanno confermato la volontà, già espressa dal 2017, di razionalizzare la partecipazione in Cogeme, operazione poi sospesa fino al 31.12.2021 da parte di Cogeme per effetto di un’interpratazione normativa non condivisa dai comuni citati. I Comuni di Erbusco e Paderno Franciacorta hanno osservato che nella gestione della società, gli Amministratori non hanno tenuto in alcun conto della liquidazione delle partecipazioni dai Comuni Soci Erbusco e Paderno Franciacorta, detentori complessivamente del 10,939% del capitale, corrispondente ad una frazione di patrimonio netto di 9,7 milioni di euro".

La spiegazione del sindaco

Il sindaco Tiziano Belotti ha spiegato che le dimissioni non sono state un bluff, ma un gesto d'impeto finalizzato a prendersi una pausa per ricostruire l'intera vicenda dopo aver ricevuto l'atto di costituzione in mora della Corte dei conti e consultarsi con i consulenti. "Fatto tutto questo ho ritenuto di rientrare in gioco, ma questi non sono giochi - ha precisato - Stiamo parlando di un'operazione da 120 milioni di euro, se la Corte dei conti dovesse riscontrare un danno erariale, è una cifra che anche lavorando tre vite non riuscirei a raggiungerla. Le dimissioni erano per me un gesto necessario per ribadire la mia differenza di comportamento rispetto ad altri sindaci. Non dico che gli altri abbiano sbagliato, ma solo che hanno agito diversamente". Belotti ha ripercorso l'intera vicenda, citando estratti del verbale dell'assemblea degli azionisti del 17 dicembre 2015 e del Consiglio comunale del 18 dicembre 2015, ribadendo di essere stato "l'unico sindaco a sollevare la questione della necessità di una gara pubblica" e di aver fortemente voluto l'inserimento di una clausola che l'operazione venisse fatta nel rispetto della legge, proprio per tutelare se stesso e i suoi consiglieri. "Mi sono dimesso per rimarcare la mia posizione di sconforto e contrarietà di fronte a questo atto di messa in mora - ha concluso Belotti - Mi sembrava l'unico modo per rappresentare la mia differenza di visione rispetto a un'operazione che ho sempre guardato con grandi elementi di criticità".

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