«La valutazione di impatto odorigeno è errata e ci sono dati che lo testimoniano».
C’è questo e molto altro nel documento che il Comitato Cittadini di Calcinato ha trasmesso alla Provincia e agli enti preposti per concedere o negare l’autorizzazione a procedere per il maxi-impianto di trattamento del Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) che A2A vuole costruire al confine tra Bedizzole e Calcinato, lungo via Fusina, tra l’ex Faeco e Tobanelli Metalli.
Un colosso da 75mila tonnellate
L’impianto per la produzione di biometano è un colosso da 75mila tonnellate di organico per un investimento di oltre 30 milioni di euro da parte della multiutility di Brescia e Milano, ma sulle autorizzazioni a procedere non c’è ancora il via libera e dopo il preavviso di diniego del giugno scorso, i tecnici di A2A sono ancora al lavoro per ottenere i permessi per partire. Dall’altro lato si schierano apertamente i Comitati che in una zona già fortemente impattata vogliono fare di tutto per impedire l’apertura di un nuovo impianto e per farlo hanno presentato un nuovo interessante studio che rimette in discussione le previsioni di impatto odorigeno presentate dai tecnici di A2A.
La scelta della centralina
Cruciale, nello studio, ci sarebbe la centralina meteorologica scelta per effettuare le simulazioni. A2A avrebbe scelto la centralina di Padenghe, distante circa 7 chilometri dall’impianto, ma soprattutto interessata da un microclima decisamente diverso in quanto influenzato dal lago di Garda, mentre Bedizzole – nell’entroterra – avrebbe precipitazioni e direzionalità dei venti ben diversa (e fondamentale nelle previsioni d’impatto, in quanto gli odori si muovo con il vento e con le piogge). In un lavoro svolto in sinergia con il Centro Meteorologico Lombardo, il Comitato ha trovato e incrociato dati più consoni, come quelli della centralina di Bedizzole Villaggio Magri (meno di 3 km dall’impianto).
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