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Influenza aviaria H5N1, la causa della moria di gabbiani sul Garda: i rischi

La raccomandazione alla popolazione, senza alimentare allarmismi, è di evitare il contatto diretto con animali selvatici

Influenza aviaria H5N1, la causa della moria di gabbiani sul Garda: i rischi
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Sono numerose le positività ad Influenza aviaria ad alta patogenicità da H5N1 riscontrate nelle regioni del Nord Est Italia (Lombardia, veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna) in volatili selvatici, tra le quali rientrano i recenti casi di mortalità nei gabbiani sulle rive del lago Garda.

Influenza aviaria: cosa c'è da sapere

La situazione è quindi in linea con i riscontri in selvatici e in allevamenti avicoli in altri Paesi europei e evidenzia, per il comparto zootecnico avicolo, una situazione di rischio elevato di introduzione e diffusione. Gli strumenti di difesa nei confronti di tale rischio risiedono in primo luogo nella attenta e puntuale adozione di misure di biosicurezza e cioè di misure finalizzate a evitare l’introduzione del virus negli allevamenti. Anche in ragione di questa esigenza, in caso di segnalazione di mortalità in selvatici, occorre non soltanto effettuare campionamenti che confermino o meno la malattia ma anche adottare misure di cautela atte a non disperdere il virus nell’ambiente e ad evitare il contatto con il pollame allevato, non solo per contatto diretto con animali o carcasse, ma anche per il tramite di contatti indiretti (mani o altre parti del corpo non lavate e disinfettate, indumenti e strumentazione contaminata).

I rischi per il personale della Polizia provinciale e dell'Ats

Il personale della Polizia provinciale e dell’ATS, che si reca sui siti di segnalazione e che agisce in conformità alle disposizioni regionali e nazionali, adotta pertanto queste misure precauzionali e le carcasse di animali infetti vengono raccolte e smaltite in condizioni di sicurezza. Poiché inoltre alcuni ceppi di virus influenzali, quali l’H5N1, recano un rischio, valutato comunque dall’Organizzazione Mondiale della Sanità da basso a moderato per gli operatori professionalmente esposti, chi manipola direttamente animali infetti e provvede alla loro raccolta e smaltimento, deve adottare opportune cautele proteggendosi con mascherine che evitino l’inalazione di polveri da feci infette e lavandosi le mani.

Basso il rischio per la popolazione

Il rischio per la popolazione in generale è invece da ritenersi basso. E’ opportuno tuttavia raccomandare alla popolazione, senza alimentare allarmismi, di evitare il contatto diretto con animali selvatici, in particolare nel caso appaiano malati, moribondi o siano deceduti e di non provvederne autonomamente all’accudimento o alla raccolta e allo smaltimento delle carcasse. Le segnalazioni di mortalità anomala devono essere fatte alla polizia provinciale e alla ATS competente per territorio. In caso di eventuale contatto involontario si dovrà provvedere a lavarsi accuratamente le mani e a lavare ad alta temperatura (60°C) gli indumenti entrati in contatto con potenziali fonti di contaminazione e si dovranno evitare contatti con pollame d’allevamento nei tre giorni seguenti.

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