Crisi case: il lago è sempre più solo per turisti
Residenti e lavoratori stagionali faticano a trovare alloggi. Il Governo interviene con 120 milioni per lo staff housing

Crisi case: il lago è sempre più solo per turisti.
Sul Garda è crisi case
È sempre più complicato trovare un’abitazione tra i paesi del lago. Da Sirmione a Desenzano fino a Padenghe e Manerba, la situazione non cambia. Le parole trovano conferma nei numeri. Quelli estrapolati dal “Piano di zona dell’Ambito 11 Garda”, documento di programmazione per i servizi sociali e il welfare.
I dati
Secondo questo piano, su 101.173 abitazioni censite nei 22 comuni del Garda, solo il 57 per cento risulta occupato stabilmente. Le altre 43.461 case sono vuote o utilizzate come seconde case. Sono sufficienti i dati su alcuni comuni per comprendere ancor di più il fenomeno delle abitazioni non occupate: a Desenzano del Garda sono il 30 per cento, a Moniga il 52 per cento, a Padenghe il 51 per cento, a Sirmione il 55 per cento e a Manerba il 61 per cento. A ciò vale la pena aggiungere che l’offerta di affitti brevi sottrae costantemente immobili al mercato residenziale, generando una competizione che penalizza i lavoratori stagionali e i residenti, spesso impossibilitati a trovare casa.
«Questa criticità – dice Andrea Maggioni, coordinatore per il Garda di Confesercenti - ha impatto sulla qualità dei servizi per via della carenza di collaboratori e di conseguenza sulla esperienza del turista. Alcuni colleghi, per ovviare il tema, hanno acquistato in questi anni interi alberghi in disuso per poi utilizzarli come foresterie per i dipendenti. Un ulteriore onere in capo all’imprenditore del settore che oggi, grazie al provvedimento del Governo, riceverà un aiuto significativo ma non risolutivo».
Molti imprenditori acquistano anche appartamenti e come accade tra Desenzano e Padenghe, offrono un lavoro e la possibilità di alloggio proprio nelle case acquistate tra i paesi del lago.
«Il tessuto commerciale sul Garda Bresciano – aggiunge Maggioni - conta migliaia di esercizi commerciali strettamente legati al turismo. Il comparto produce, insieme alla ricettività alberghiera, oltre 1,2 miliardi di euro ogni anno di valore, con profonde e diffuse ricadute positive su tutto il territorio ed i residenti. Questi numeri sono il beneficio dell’essere una delle mete turistiche più amate in Italia, ma che soffre di una crisi abitativa dovuta alla priorità immobiliare orientata alle seconde case e agli affitti brevi. Questo fenomeno colpisce non solo i residenti, ma anche i collaboratori stagionali, che ogni anno faticano a trovare alloggi accessibili dove vivere durante il periodo lavorativo».
Per questo motivo, le associazioni di categoria hanno accolto con favore il programma di staff housing del Governo che prevede uno stanziamento complessivo di 120 milioni di euro in tre anni (44 milioni nel 2025, 38 nel 2026 e altri 38 nel 2027) per la costruzione, la riqualificazione e l’ammodernamento degli alloggi destinati ai lavoratori del comparto turistico-ricettivo e della ristorazione. Tutto ciò per aiutare il comparto turistico e i lavoratori del settore, anche se il problema è molto più esteso e riguarda le persone che lavorano anche in altri settori: dalla scuola alle aziende pubbliche e private.