la situazione un anno dopo

Covid e ospedali: a Chiari riconvertiti reparti e chirurgie per far posto ai malati

A delineare il quadro della situazione del presidio ospedaliero dell'Asst Franciacorta è il dottor Gabriele Zanolini, primario di Medicina.

Covid e ospedali: a Chiari riconvertiti reparti e chirurgie per far posto ai malati
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E' passato un anno, ma gli ospedali sono di nuovo pieni e Brescia è nel pieno della terza ondata. Anche al Mellino Mellini sono stati riconvertiti alcuni reparti e alcune sale chirurgiche per aprire nuovi posti letto in rianimazione per i pazienti che necessitano della ventilazione meccanica.

Covid e ospedali: a Chiari riconvertiti reparti e chirurgie per far posto ai malati

Un anno dopo, l’ospedale di Chiari è ancora (di nuovo) pieno di pazienti Covid positivi. Gli interventi chirurgici sono stati ridotti al minimo per riuscire a incrementare i posti di terapia intensiva per i pazienti che necessitano di ventilazione meccanica. Ma anche in reparto la situazione non è delle migliori: in Pronto soccorso continuano ad arrivare casi di anziani e giovani sintomatici. Il personale dell’Asst Franciacorta, impegnato anche con la campagna vaccinale negli hub di Iseo e Chiari, si sta occupando di centodieci pazienti Covid e sono scattati anche i trasferimenti in altri ospedali lombardi.

Il quadro della situazione delineato dal primario di Medicina generale del presidio ospedaliero di Chiari fa ben capire come l’emergenza sanitaria in atto da un anno a questa parte sia tutt’altro che superata. Anzi.

"Stanno aumentando parecchio i casi di pazienti Covid positivi che vengono ricoverati - ha spiegato il dottor Gabriele Zanolini - I pazienti che arrivano in ospedale con sintomi sono molti e siamo in difficoltà a gestirli tutti: abbiamo riconvertito alcuni reparti e abbiamo 110 posti letto Covid positivi. Stiamo trasferendo pazienti anche in altri ospedali, ne arrivano tanti insieme e l’ospedale è sotto pressione".

Sembra di riguardare un film drammatico già visto, con scene che si sperava di poter dimenticare in fretta. Il Covid non è sconfitto e il bresciano è nel pieno della terza ondata.

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L'età media si è abbassata: "Pazienti sempre più giovani"

"Il paziente, rispetto a chi vedevamo fino a due o tre mesi fa, è più giovane - ha sottolineato - L'età media si è abbassata e arrivano anche tanti giovani che peggiorano dal punto di vista respiratorio e vanno trattati con le maschere Cpap. In terapia intensiva avevamo cinque posti, tutti pieni; ne abbiamo aperti altri quattro nel blocco operatorio, riducendo l'attività ordinaria della chirurgia". E’ rimasta una sala per gli interventi non rinviabili e per le urgenze, ma l’attività non Covid è ridotta al minimo.

Il presidio ospedaliero di Iseo, invece, per il momento è ancora un’isola Covid free e, anche in quel caso, parte del personale è stato dirottato sul Centro vaccinale allestito all’Antonietti.

"Ci sono stati tanti medici che sono venuti a darci una mano, ma la necessità è sempre tanta. Altre specialità hanno chiuso i reparti e ridotto l'attività, quindi il personale è stato dirottato sui Centri vaccinali - ha continuato - Anche la direzione ci ha molto aiutato. L’emergenza non è finita e le indicazioni da seguire sono sempre quelle: utilizzare la mascherina, lavarsi le mani ed evitare gli assembramenti, andando in giro il meno possibile. Perché il virus non va in giro da solo". Evitare i contatti è il miglior modo per prevenire il diffondersi del Covid.

Dopo un anno "conosciamo il virus e abbiamo attrezzature e Dpi"

"Rispetto all'anno scorso i numeri sono sempre alti, il vantaggio è che ora conosciamo il virus, conosciamo i sintomi che provoca, abbiamo le attrezzature e i Dpi - ha spiegato il dottor Zanolini - Abbiamo soprattutto parecchi casi legati alla variante inglese, che ha fatto precipitare la situazione a partire dai focolai della zona, Castrezzato compreso. Arrivano ancora famiglie intere con padre, figlio e nonni tutti positivi. La contagiosità della variante inglese è maggiore, mentre l’aggressività del virus resta uguale al Covid con cui abbiamo avuto a che fare finora, ma nel momento in cui aumentano i casi, in proporzione aumentano anche i ricoveri in gravi condizioni".

Ci sono tanti asintomatici, ma anche giovani che hanno problemi ai polmoni e al cuore. "Abbiamo anche dei 40enni ricoverati - ha voluto precisare - Una 47enne è in terapia intensiva, un 45enne ha la Cpap. E’ aumentata la contagiosità nelle persone più giovani, specialmente nella fascia d’età fra i 50 e i 60 anni, con tanti pazienti che si trovano in difficoltà respiratoria". Le terapie restano quelle utilizzate già nelle precedenti ondate: eparina, cortisone al momento giusto e l’eventuale copertura antibiotica. I monoclonali restano ancora di nicchia e la speranza è riposta nella vaccinazione di massa e nel rispetto delle norme anti contagio.

"A martedì avevamo 27 pazienti ventilati su 104, più gli intubati - ha precisato - I tempi di dimissione restano sempre lunghi e questa è un’altra criticità. Prima c'erano tanti posti riabilitativi nelle strutture private per Covid positivi, mentre ora facciamo fatica a dimettere il paziente, che ha bisogno di ossigeno per parecchio tempo. Ci sarebbe necessità di aumentare i posti di riabilitazione post ricovero".

In seguito alla vaccinazione il contagio nei dipendenti è drasticamente calato. "E’ il segnale che il vaccino funziona - ha concluso - Un ringraziamento va a tutti i medici e agli infermieri che si stanno facendo in quattro con turni difficili e pesanti. Il virus è ancora qui e non è finita. Tanti si sono lasciati andare, un po' si è stanchi di questa situazione e pesano le difficoltà economiche, ma se non sconfiggiamo il virus anche gli sforzi per l’economia sono vani".

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