raffica di cancellazioni e disdette

Coronavirus: durissimo colpo per il turismo sui laghi

Un calo quantificato con una media del 40% delle prenotazioni turistiche in meno. Ma in alcuni casi si parla anche del 90% delle disdette.

Coronavirus: durissimo colpo per il turismo sui laghi
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Raffica di cancellazioni e disdette. L’effetto domino causato dall’emergenza sanitaria Coronavirus ha colpito duramente anche il turismo, specialmente nella zona del Garda e del Sebino.

Coronavirus: durissimo colpo per il turismo sul lago d'Iseo

L’ufficio turistico di Iseo ha registrato una media del 40% delle disdette, ma la situazione varia in base alle tipologie delle strutture. C’è chi resiste con qualche camera prenotata, chi invece ha ricevuto il 99% delle disdette e chi, infine, ha già avuto richieste di annullamento anche per i mesi primaverili.

"Si sta creando un effetto domino che non giova al turismo - hanno commentato dall’Iseo Lago Hotel - Per questa settimana eravamo full: avevamo in programma un meeting che è stato annullato a seguito delle ordinanze emesse e siamo rimasti con un cliente solo. Abbiamo avuto il 90% delle disdette per il mese di marzo, mentre ad aprile per ora siamo al 20%. Gli strascichi di quest’emergenza si sentono già e ci auguriamo che si possa avere un minimo di recupero. Il disagio è forte sia per gli albergatori che per i turisti e anche a livello di immagine avremo sicuramente ripercussioni. Non c’è nulla che impedisca alle persone di venire sul lago, salvo la paura personale. Gran parte del lavoro è stata compromessa. L’emergenza Coronavirus ha creato un impatto mediatico dai risvolti negativi per il nostro settore, mi auguro che si possa ridimensionare il tutto, ma le conseguenze ci sono già".

La situazione sul Garda

Un calo quantificato con il 40% delle prenotazioni turistiche in meno. É questo il dato che allarma gli esercenti del lago di Garda, legato a doppio filo con l'emergenza Coronavirus che sta mettendo a dura prova il Nord Italia.

Le prime stime parlano di un durissimo colpo al settore turistico, un colosso da 90 miliardi di euro l'anno in Italia e che proprio tra febbraio e marzo vede i mesi più "caldi" per le prenotazioni estive. Prenotazioni che stentano ad arrivare, sia dall'Italia che dall'estero, anche se le disdette vere e proprie al momento non sono tantissime, in attesa dell'evolversi della situazione.

Alcune famiglie tedesche han comunque deciso per altre mete, come accaduto a Sirmione: "A causa dell'epidemia di Coronavirus in Lombardia abbiamo deciso, per ora, di annullare il nostro viaggio. Vi contatteremo quando la situazione sarà migliorata".

Discorso simile, ma non totalmente analogo per quanto riguarda le tante squadre di calcio che proprio in queste settimane avevano prenotato hotel e campi di allenamento per trascorrere qualche giorno sul Garda. La forte pressione delle agenzie e degli hotel, unite alle linee guida promosse da Regione Lombardia (che in un primo momento aveva ordinato la chiusura totale dei centri sportivi) hanno permesso di aprire uno spiraglio: le squadre straniere potranno allenarsi regolarmente, a patto che non utilizzino gli spogliatoi. Condizioni sufficienti per confermare qualche centinaia di prenotazioni, ma a far davvero paura è la pubblicità negativa che potrebbe influenzare le scelte estive di migliaia di famiglie.

Preoccupazione tra associazioni e titolari di strutture ricettive

C’è la preoccupazione da contagio in primis, e poi per le rigide misure che sono state adottate dalla Regione.

"Non posso che essere preoccupato per i danni al turismo e al suo indotto, facendo passare l’Italia come paese infetto – ha commentato in merito il vicepresidente dell’associazione Desenzano Sviluppo Turistico, Gregorio Trebucchi - L’Italia gode di una delle migliori Sanità al mondo, il nostro Governo ha operato con serietà e correttezza, creando regole e isolamenti. Sono stati effettuati 9mila tamponi, individuati circa 400 contagiati, ovvero il 4%. Gli Stati Uniti hanno fatto meno di 500 tamponi e il 10% è risultato infetto. In Francia 300 tamponi. In altri paesi niente o quasi. Il nostro turismo rischia di ritrovarsi in ginocchio e le nostre quote divise tra altri paesi. Mi aspetto, da parte degli organi che di occupano di turismo, una adeguata campagna promozionale a tutela della nostra economia".

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