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Bosco Stella, la nuova variante "scongiura" un futuro da discarica

Il Consiglio ha approvato le modifiche, ma l'opposizione storce il naso sulla quantità di materiale che servirà per riempire la cava

Bosco Stella, la nuova variante "scongiura" un futuro da discarica
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A Castegnato si discute ancora di Bosco Stella, ma il punto fermo arriva dall’ultimo Consiglio comunale.  Nella seduta di lunedì, è stata approvata in forma definitiva, con i soli voti della maggioranza, la quinta variante al Piano di governo del territorio relativa al sito Bosco Stella.

Bosco Stella, la nuova variante "scongiura" un futuro da discarica

«La trasformazione dell’area risponde a obiettivi di riqualificazione e rigenerazione in coerenza con quelli espressamente indicati dal vigente Piano territoriale regionale d’area della Franciacorta, che prevedeva una destinazione produttiva da realizzare con piano attuativo - ha spiegato l’Assessore all’urbanistica Francesco Mazzetti, affiancato dall’estensore della variante, l’architetto Antonio Rubagotti - L'azione è volta a escludere processi di riconversione di aree di cava in discarica, generare risorse per interventi pubblici di valenza ambientale ed ecologica, contribuendo così a perseguire l’obiettivo del contenimento del consumo di suolo».

La nuova variante, secondo l’Amministrazione, scongiura in modo definitivo il rischio che l’area si tramuti in discarica in via emergenziale. Per fare ciò, la soluzione proposta è «il riempimento con terre e rocce da scavo e solo in minima parte end of waste per favorire un eventuale insediamento produttivo al fine di consolidare il terreno». A validare la tesi della maggioranza sono i pareri di Arpa, Regione Lombardia e della Provincia di Brescia, espressi puntualmente dell’architetto Rubagotti durante il Consiglio, fortemente partecipato dai cittadini castegnatesi.

"Una scelta politica. Con gli altri Comuni? Comunione di intenti"

Storce il naso il gruppo di minoranza Uniti per Castegnato che, citando il Circolo franciacortino di Legambiente sfavorevole all’operazione, fa leva sulla quantità di materiale, «3 milioni di metri cubi», e sulle tempistiche (ci vorranno diversi anni prima che i lavori giungano al termine).

«Non immaginiamoci un’area industriale cupa ma aziende di un certo profilo», è intervenuto il sindaco Gianluca Cominassi, parlando delle possibili attività che potrebbero insediarsi a zona livellata.  «Si tratta di un procedimento con un orizzonte di almeno dieci anni e di rapporti condivisi con i comuni limitrofi – ha spiegato il primo cittadino, riferendosi a Paderno, Passirano e Ospitaletto - Con gli altri comuni si è trovata una comunione di intenti sull’operazione, un progetto sovracomunale, ed è questo il vanto dell’Amministrazione. Si tratta di una scelta politica con la “P” maiuscola: in questo modo la regia ce l’ha in mano il Comune e non un ente privato con scopi propri».

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