Amianto, oli esausti e una discarica a cielo aperto: pugno di ferro della Locale contro i reati ambientali
Fioccano le denunce a Coccaglio per smaltimento e abbandono incontrollato di rifiuti
Amianto, oli esausti e una discarica a cielo aperto: pugno di ferro della Locale contro i reati ambientali.
Le denunce
Il pugno di ferro contro i reati ambientali della Polizia Locale del Montorfano ha portato ad altre denunce nei confronti di alcune aziende e cittadini responsabili a vario titolo di abbandono abusivo e incontrollato di rifiuti, ma anche di abusi edilizi accertati dagli agenti e dal comandante Luca Leone.
I controlli hanno permesso di risalire ai titolari di un’azienda di Treviglio che smaltivano materiale contenente amianto senza i dovuti permessi, nè le precauzioni, del caso in un fabbricato a Coccaglio: le lastre di eternit (ora sequestrate come disposto dalla Procura) venivano infatti smantellate senza protezione sollevando polveri potenzialmente cancerogene e nocive per la salute: oltre a loro sono stati denunciati i due proprietari del fabbricato e il direttore del cantiere.
Amianto, oli esausti e una discarica a cielo aperto
Ulteriori violazioni sono state registrate in un’azienda metalmeccanica dove gli oli esausti, invece di essere regolarmente smaltiti, venivano riversati nei tombini. Un caso fotocopia era stato accertato due mesi fa sempre a Coccaglio, e anche in questo caso il titolare dell'azienda dovrà rispondere di abbandono e smaltimento illecito di rifiuti, oltre che per aver deposito incontrollato.
Infine, gli accertamenti si sono sono estesi al cortile di un negozio di elettrodomestici: uno spazio di oltre 100 metri quadrati trasformato in una discarica a cielo aperto abusiva, per non parlare delle pessime condizioni igieniche. Il titolare dell'attività, oltre alla denuncia ambientale, dovrà rispondere anche abuso edilizio.
All’attività della Polizia Locale si accompagna una legislazione che negli anni ha inasprito notevolmente le pene e le sanzioni per chi si macchia di reati ambientali: per il deposito incontrollato e lo smaltimento di rifiuti pericolosi si rischia l’arresto da sei mesi e due anni e un’ammenda fino a 26mila euro, mentre per l’abuso edilizio può essere disposto l’arresto fino a due anni e una multa che va da un minimo di 5mila (solitamente applicato in caso di ripristino e sanatoria) a un massimo di 51mila euro.
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