Il caso

All'asta la farmacia comunale: esplode la polemica a Rovato

Dibattito rovente in Consiglio e duro attacco post seduta dalle minoranze: "Vogliono cancellarci, ci tolgono la voce"

All'asta la farmacia comunale: esplode la polemica a Rovato
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La farmacia comunale di via Cesare Battisti sarà messa in vendita e il prezzo base d’asta, sulla base della perizia effettuata da un professionista, ammonta a 1.870.000 euro. Si è aperta con uno scontro duro tra maggioranza e opposizione, figlio di visioni politiche diametralmente opposte, l'ultima seduta del Consiglio comunale rovatese. La scelta di alienare la farmacia, una realtà consolidata della cittadina (intestata al Comune di Rovato fin dal 1971, nel 2022 ha ottenuto il riconoscimento di attività storica), è stata infatti attaccata dalle minoranze e le motivazioni fornite a inizio seduta dal sindaco Tiziano Belotti non hanno per niente convinto i consiglieri.

All'asta la farmacia comunale: la spiegazione del sindaco

"Le farmacie comunali siffatte ormai sono scomparse tutte o quasi - ha precisato il primo cittadino - La nostra sconta, in termini di difficoltà di fatturato e di utile, il fatto che nel frattempo sono nate tre nuove farmacie, due delle quali nelle frazioni, che ne rappresentavano il principale bacino d’utenza. Come Comune, non abbiamo gli strumenti per implementare il servizio, garantendo ad esempio l’apertura in pausa pranzo o la domenica. Comunque resterà un servizio pubblico, non andrà disperso e anzi sicuramente verrà migliorato. Se un privato investe dei soldi, lo fa funzionare meglio e nelle farmacie questo è stato ampiamente dimostrato, lavorano in modo eccellente. A noi sarebbe piaciuto implementare i servizi, c’era tanta buona volontà, ma le cose non sono andate in porto".

Un dibattito rovente in Consiglio

Una spiegazione che si è scontrata con accese critiche dai banchi dell’opposizione. "E’ una scelta sbagliata che non risponde ai bisogni dei cittadini. Bisognerebbe aprire un dialogo per migliorare i servizi", ha lamentato Valentina Remonato (Rovato 2020, Rovato Vale e La Civica), mentre Luciana Buffoli ha espresso tutto il suo dispiacere. "Un Comune si differenzia anche per la capacità di fornire dei servizi". Per Andrea Giliberto (RovatoW) "manca completamente una visione politica sulla funzione di una farmacia comunale sul territorio".Un altro tema caldo del dibattito è rappresentato dai dipendenti, attualmente cinque, di cui tre a tempo pieno (due farmacisti e una commessa) e due part time. "Si tratta di cedere la farmacia e non il personale - ha precisato Belotti - I dipendenti potranno scegliere se restare nel personale comunale oppure essere assunti dalla nuova farmacia. In questo momento sembra che abbiano intenzione di restare, due sono in procinto di andare in pensione. Noi comunque abbiamo carenza di personale". Per il capogruppo di RovatoW Renato Bonassi si tratta però di una scelta discutibile. "Non era più opportuno inserire nel bando anche la cessione dei dipendenti? Che ruolo avranno all’interno del Comune? Da parte nostra c’è preoccupazione anche a fronte dell’aumento dei costi del personale". Ancora più spietato il giudizio di Stefano Fogliata (Rovato Vale): "La farmacia è stata spostata per avere maggiori spazi, nel 2022 è stato fatto un concorso per assumere un nuovo farmacista e adesso smantelliamo tutto? Cosa può fare un farmacista in Comune? E’ una risorsa che non viene valorizzata, un costo improduttivo. Vendete un patrimonio pubblico e non sapete nemmeno per fare cosa". La destinazione del ricavato rappresenta infatti un altro tasto dolente. "Ci vogliamo fare degli investimenti che sono ancora da condividere con la maggioranza - ha spiegato il sindaco - Le opere da fare sono tante: un parcheggio a Lodetto, un nuovo ingresso a Duomo, una piccola palestra per le associazioni, la cappella del cimitero.... Dobbiamo ancora confrontarci". Un’incertezza che non è piaciuta alle minoranze. «Ci sono altri modi per fare cassa. Non ci sembra che quello che volete fare abbia lo stesso valore di una farmacia», ha concluso Giliberto. Anche perché, come evidenziato un po’ da tutti i consiglieri di minoranza, la farmacia dà un utile (pari a 107mila euro nel 2022). "Adesso è in utile, magari lo sarà ancora per qualche anno, ma in futuro? La seconda farmacia comunale (affidata a un privato, ndr) produce per il Comune un utile maggiore di quello della farmacia sul viale della stazione", ha ribattuto il sindaco.

Il clima degenera: necessaria una sospensione

Il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale di giovedì 27 aprile, appunto la messa in vendita della farmacia comunale, ha surriscaldato il dibattito, ma la discussione ha mantenuto toni civili fino quasi alla votazione. Da lì in poi, invece, la situazione è degenerata e si è resa addirittura necessaria una sospensione di alcuni minuti per riportare la normalità in aula.Ma andiamo con ordine. Le rimostranze sono scattate nelle fasi conclusive della discussione del punto 1, quando il sindaco Tiziano Belotti ha alzato la voce contro il consigliere Stefano Fogliata: "Lezioni io da te non ne prendo", ha dichiarato, prima di lasciare la seduta per "cose più importanti" da fare. "Non è stato rispettato il diritto di replica, se vengono violati i diritti sono obbligata a uscire", ha lamentato Valentina Remonato. "Trovo tutto questo inqualificabile, l’ordine non si riporta togliendo la parola - ha proseguito Stefano Fogliata, rivolgendosi alla presidente del Consiglio - Lei giudica i miei interventi polemica: le ricordo che dovrebbe garantire imparzialità". Sulla stessa lunghezza d’onda Renato Bonassi: "Presidente le ricordo che il suo ruolo non è di parte, non tocca a lei stabilire quello che possiamo dire o meno. Sono basito dalle scelte e dal comportamento del sindaco". Lapidaria la risposta della presidente Roberta Martinelli, che ha precisato: "Io non ho dato nessun tipo di giudizio, siccome voi non avete rispettato il mio ruolo, chiedo al segretario comunale di leggere il Regolamento". E’ stato al momento di discutere il punto 4 che il clima si è fatto insostenibile, in un’escalation di urla e accuse reciproche che ha portato alla sospensione della seduta.

La denuncia delle minoranze post Consiglio

La consigliera Valentina Remonato ha affidato a una nota le sue considerazioni su quanto accaduto il Consiglio. "Fatti gravissimi quelli avvenuti nell’ultimo Consiglio comunale - ha lamentato - Questa maggioranza non riesce proprio ad accettare i diritti della minoranza e decide di abbandonare la seduta nel corso del mio intervento riferito al punto 4. [....] I diritti e doveri garantiscono la nostra democrazia e nell’ultimo Consiglio sono stati gravemente e illegittimamente calpestati a più riprese". Altri consiglieri, in particolare Andrea Giliberto e Renato Bonassi (RovatoW) e Stefano Fogliata e Luciana Buffoli (Rovato Vale) hanno deciso di convocare una conferenza stampa congiunta per lamentare il "disagio istituzionale" patito. "Per la maggioranza è come se il Consiglio fosse una perdita di tempo - ha esordito Giliberto - Assistiamo a uno svilimento delle funzioni del Consiglio comunale, a un’alterazione istituzionale inaccettabile".
Fogliata ha ricordato che: "Noi rappresentiamo i cittadini che ci hanno eletto e l’Amministrazione dovrebbe rappresentare l’intera cittadinanza. Invece i temi importanti vengono buttati in caciara. Questo clima non fa bene a nessuno, non diamo un’immagine decorosa. Il sindaco mi ha detto di avere di meglio da fare che rispondermi su cose trite e ritrite: ma un sindaco cosa può avere di più importante di un Consiglio comunale, da lui convocato?". La collega Luciana Buffoli ha rincarato la dose: "Per l’ennesima volta non siamo stati rispettati per il nostro ruolo. Quando si vanno a toccare argomenti delicati ci tolgono la voce, ci mortificano". Renato Bonassi ha criticato la gestione del Consiglio da parte della presidente e ribadito l'intenzione di fare critiche costruttive: "Noi vorremmo solo avere la possibilità di discutere dei punti importanti. La farmacia è stata portata in Consiglio ma il sindaco ha detto di non essersi confrontato con la maggioranza (sulla destinazione degli introiti, ndr). Quindi è solo   il sindaco che decide? O nella maggioranza ci sono degli scricchiolii?". I due gruppi hanno poi ribadito la volontà comune "informare i cittadini e portare la discussione fuori dalle sedi istituzionali, dove ci viene tolta la possibilità di esprimerci. Notiamo che il clima si surriscalda sulle scelte importanti, dove la voce della minoranza viene cancellata".

Sulla farmacia un incontro nella sede del Pd

Nella seduta del 27 aprile non era presente la consigliera Elena Zoppi della lista La Civica, legata politicamente al Pd. Il partito è però voluto intervenire a posteriori sulla vicenda, organizzando una serata dedicata appunto all'alienazione della farmacia comunale.

" Martedì 9 maggio alle 20.30 nella nostra sede affronteremo il tema della vendita della farmacia comunale deciso dall'Amministrazione comunale rovatese con il voto sul relativo bando avvenuto nell'ultima seduta del Consiglio comunale. È questa una decisione che evidenzia molto chiaramente chi ritiene prioritario garantire un servizio pubblico di prossimità e chi ritiene che possa essere tranquillamente delegato a dei privati. Ma qual è la reale situazione della farmacia comunale rovatese? È davvero necessario arrivare alla sua vendita? Cosa hanno deciso altre realtà sulle farmacie comunali del loro territorio? Ne parliamo con l'ingegner Marco Salogni, già presidente e amministratore delegato di Chiari Servizi, società pubblica che gestisce la farmacia comunale clarense".

Così il Direttivo del circolo, che ha sede in piazza Palestro, ha presentato in sintesi l'incontro, invitando la cittadinanza a partecipare.

 

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