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Una nuotata nel lago per unire Brescia e Bergamo

L’avventura del 50enne Omar Legrenzi che ha voluto chiudere a modo suo l’anno che ha visto le due province Capitale della Cultura

Una nuotata nel lago per unire Brescia e Bergamo
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Da Predore a Clusane per celebrare l’anno della Cultura che ha unito Brescia e Bergamo. Come? A nuoto. Nel lago d’Iseo. D’inverno.

Una nuotata nel lago per unire Brescia e Bergamo

Un’avventura. Così l’ha definita Omar Legrenzi, 50 anni, «imbianchino e papà di professione» che il 16 dicembre ha percorso 1,6 chilometri in 23 minuti.
Un’esperienza che ha origini radicate nel periodo antecedente al Coronavirus.

Non ho mai saputo nuotare. Lo faccio, certo. Ma con una mia particolare tecnica senza la quale non sarei in grado. Nei confronti dell’acqua ho sempre avuto una certa paura, ma allo stesso tempo ne ero fortemente attratto. Così, ho deciso di cimentarmi e mettermi alla prova. Ho iniziato a “nuoticchiare” d’inverno, alla Rosta e poi, piano piano, ho capito che necessitavo di qualcosa di più. Mi sono deciso e ho cominciato ad andare alla piscina di Palazzolo, l’Acquarè, che ci tengo a ringraziare. Mi hanno davvero sopportato e supportato in tutto il periodo che ho cercato di sviluppare la mia tecnica, con tanto di pinne, per non andare in stress.

Piano piano, però, quella nuotata si è trasformata quasi in una necessità e l’allenamento ha preso piede fino ad arrivare a 3/4 volte alla settimana.
A questo, ovviamente, si aggiungevano o bagni alla Rosta al quale si erano avvicinate piano piano sempre più persone («un capitolo terminato per diversi motivi e visioni differenti, ma per il quale ringrazio di cuore il Circolo Canottieri»).

Per il clarense di nascita, residente a Castelcovati con la famiglia, il «Cimento invernale», questo il nome della pratica sportiva, è «un modo profondo di rilassarsi, antipanico, antistress e in grado di aiutare nella gestione dell’ansia» che dalla ricerca di equilibrio termico nel corpo (anche con l’alternanza con i bagni caldi) gli ha sempre dato tanti e ben evidenti benefici («e per questo in molti si sono avvicinati alla pratica nell’ultimo periodo»).

Ma tornando alla traversata per unire Brescia e Bergamo, il tutto è nato dalla voglia di connettersi con il lago e la sua cultura.

Ho sentito che in quest’anno è stata persa un’occasione - ha ribadito Legrenzi - Sono state create bellissime iniziative culturali, ma è venuto a mancare qualcosa, una connessione vera con il popolo. Allora ho pensato al lago, alla sua sapienza e alla sua forza e mi sono sentito completamente in unione. Ero felice mentre nuotavo, mi sentivo pieno di energia. Mi sembrava di volare. Ho terminato il percorso di 1,6 chilometri in 23 minuti, una decina in meno di quelli della prova generale, ma mi sentivo bene. In connessione con l’acqua e al massimo della forma. E’ stata una bellissima esperienza. Ringrazio la Kraken Diving School e la Croce rossa per avermi assistito. E’ stato incredibile.

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