Fronteggiare il fenomeno dell’abuso di droga attraverso l’esempio dei rappresentanti istituzionali con l’idea di sottoporli periodicamente a test antidroga volontari. Succede a Chiari, dove durante lo scorso Consiglio comunale è stata discussa una proposta dalla consigliera di Chiari Virtuosa Chiara Facchetti. Ci è voluto un dibattito fiume e una mediazione. Tuttavia, alla fine, è arrivato l’impegno unanime per portare avanti iniziative contro l’uso delle droghe. Un lavoro lungo ma che ha accontentato (quasi) tutti. Meno forse le due liste di minoranza (oltre a quella di Facchetti, anche «Chiari Capitale») che avevano inizialmente avanzato la proposta
La risposta dell’Amministrazione, che porta il cane Athena in aula
La risposta del primo cittadino Gabriele Zotti non si è fatta attendere, elencando le misure messo in campo finora per la lotta agli stupefacenti, simboleggiate dalla presenza in aula del cane antidroga Athena, frutto della convenzione con la Città di Treviglio per l’azione di monitoraggio sul territorio. Un’apparizione che non ha lesinato critiche dalla stessa minoranza.
Mentre la Giunta ha bollato la proposta dei test come «inutile e strumentale che sottintende che sindaco o altri della maggioranza facciano uso di sostanze stupefacenti. Cosa lontanissima dai nostri valori». Dello stesso avviso la consigliera Romina Viola: «È un’offesa e un autogol clamoroso».
Il sindaco inoltre ha annunciato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con Cogeme e altri Comuni come Rovato, Palazzolo sull’Oglio e Iseo. Un accordo che «mira a unire le forze per affrontare la problematica», anticipando che «verrà chiesto anche all’Ats di sedersi al tavolo delle discussioni per una strategia comune».
Ma anche il centrosinistra è scettico
Scettico sulla proposta dei colleghi di opposizione anche il capogruppo del «Comitato Civico» Marco Salogni che ha definito la proposta dei test una «soluzione facile a problemi complessi che privilegia l’immagine rispetto alla concretezza». «L’iniziativa mira a dare il buon esempio, mostrare senso civico? – si è chiesto con un pizzico di ironia – un test volontario si trasforma in un’operazione d’immagine: se il test è volontario, chi si offre lo fa per dire come è pulito mentre chi non lo fa rischia automaticamente di sembrare sospetto». Argomentazioni che hanno trovato d’accordo il sindaco: «È una battaglia di civiltà parlare di droga».
Non soddisfatti i “virtuosi”
Per i civici pertanto servono azioni concrete come la prevenzione nelle scuole, il coinvolgimento dei giovani con un «forum permanente» e un miglioramento dei servizi di supporto alle dipendenze. «La droga non si combatte a colpi di slogan o con post social, ma con un lavoro serio: ci avete messo un anno per costruire politiche sul tema» ha ribattuto l’ex sindaco Massimo Vizzardi.
Eppure alla fine è necessaria una pausa fra i capigruppo per «firmare» un «armistizio». Doveroso insomma per l’importanza della tematica, aggiungiamo noi. La mozione, presentata senza il test antidroga e frutto di una sintesi condivisa che impegna la Giunta a mettere in campo ogni sforzo per sensibilizzare sui pericoli della sostanze stupefacenti, è stata votata all’unanimità.