Chiari

Requiem in memoria delle vittime del Covid

Un imperdibile concerto con ospiti d’eccezione si terrà sabato 23 aprile in Duomo. L'evento sarà diretto da Giuseppe Orizio.

Requiem in memoria delle vittime del Covid
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La pandemia ha segnato Chiari irrimediabilmente. Sono ben più di 4.000 i concittadini colpiti dal virus e oltre 70 quelli che hanno perso la vita.
"Per non dimenticare", questo è il nome del concerto in suffragio di tutti i defunti Covid della nostra comunità.

Requiem in memoria delle vittime del Covid

L’appuntamento con la magistrale "Messa da requiem" di Giuseppe Verdi», per soli coro e orchestra sinfonica, è in programma per sabato 23 aprile alle 21, nel Duomo dedicato ai santi patroni Faustino e Giovita. L’evento, con direzione artistica del maestro Giuseppe Orizio, porterà a Chiari le grandi voci soliste, anche alla Scala di Milano, di Roberta Salvati (soprano), Agnese Vitali (maestro soprano e nostra concittadina), Luigi Albani (tenore) e Alberto Rota (basso). Sarà inoltre presente l’orchestra sinfonica dei Colli Morenici (il cui fiore all’occhiello è proprio la salda esperienza in opere del repertorio sacro e sinfonico) e il coro Canticum Novum, diretto dalla maestra Erina Gambarini. A presentare la serata, invece, sarà il giornalista Claudio Baroni. Inoltre, per la grande occasione, resterà allestita in chiesa (oltre la Pasqua) la macchina delle Quarantore, di grande vanto e importanza per la nostra città. Proprio Agnese Vitali, grande orgoglio clarense, insieme al maestro Orizio ha avuto l’idea di proporre l’incredibile concerto all’Amministrazione che si è subito attivata per fare in modo che il tutto diventasse realtà.

Il requiem

Come riportato nelle note a cura di Attilio Ravelli, il Requiem (propriamente: Missa defunctorum) è una liturgia eucaristica secondo l’antica forma tridentina del rito romano della Chiesa cattolica in suffragio di uno o più defunti.

L'uso popolare della parola requiem deriva dalla parola iniziale dell'Introito, antifona d’ingresso alla Messa. Nella Messa dei defunti dell’attuale Messale Romano riformato è stato tolto il Dies irae, sequenza prima del Vangelo, e il Libera me Domine, canto di commiato per l’aspersione ed incensazione finale. I testi delle composizioni musicali della Messa di Requiem corrispondono a quelli che per molti secoli venivano cantati su melodie gregoriane: si tratta di testi antichi alquanto drammatici nella loro rappresentatività che hanno attirato l'attenzione di tantissimi compositori ispirandone le opere. Già nel Rinascimento molte versioni di Messa da Requiem erano eseguite in polifonia con il canto a cappella senza strumenti musicali, mentre a partire dal XVII secolo i compositori preferirono sempre più spesso l'uso di strumenti per accompagnare il coro, includendo anche voci soliste.

La sequenza del Dies irae, attribuita a Tommaso da Celano è ritenuta una tra le più riuscite composizioni poetiche medievali in lingua latina. In essa si rappresenta il drammatico quadro del giorno del giudizio che ha offerto ai compositori innumerevoli spunti: dal suono della tromba che raccoglie le anime davanti al trono di Dio, alla rigida separazione tra i meritevoli salvati e i malvagi condannati al fuoco eterno.
Fonte d’ispirazione artistica è pure la suggestiva invocazione del Domine Jesu Christe affinché il re della gloria liberi le anime dei defunti dall’oscuro destino della morte accompagnandole ad una radiosa vita eterna. Anche l’accorata richiesta del Libera me Domine si presta, nella tragicità del testo, ad esprimere la vena poetica dei musicisti che però spesso, in conclusione delle loro opere, non mancano di lanciare con le ultime note un fiducioso e rasserenante messaggio di speranza.

L’opera di Verdi

Come ben noto, Giuseppe Verdi (Le Roncole di Busseto, Parma, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è un compositore italiano universalmente ritenuto uno dei più grandi operisti di ogni tempo. Le sue opere rimangono ancora tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare l'Aida, il Nabucco, la cosiddetta «trilogia popolare»: Rigoletto, Trovatore e Traviata. La Traviata è l' opera più eseguita al mondo. Ogni 7 minuti in un posto del mondo viene rappresentata.

Dopo il successo di Aida (1871), Verdi si ritirò per un lungo periodo dal teatro d'opera. Non smise tuttavia di comporre e il lavoro più importante di questo periodo è appunto la Messa da Requiem. In realtà egli pensava da tempo ad un’opera di questo tipo, tanto che nel 1869 aveva proposto a undici compositori italiani l'organizzazione di una messa a più mani come omaggio collettivo a Gioachino Rossini a seguito della scomparsa del maestro pesarese, ma il progetto non andò a buon fine. Verdi rimase molto impressionato dalla morte del compatriota Alessandro Manzoni, avvenuta il 22 maggio 1873. Manzoni, si era impegnato per l'unità d' Italia avvenuta pochi anni prima, e condivideva dunque con il maestro Verdi i valori tipici del Risorgimento, di giustizia e di libertà. La sua morte gli fornì dunque l'occasione per realizzare il vecchio progetto, questa volta componendo l'intera messa da Requiem. Il 3 giugno successivo Verdi scrisse alla casa editrice Ricordi: «Io pure vorrei dimostrare quanto affetto e venerazione ho portato e porto a quel grande poeta e scrittore e che Milano ha tanto degnamente onorato. Vorrei mettere in musica una Messa da Requiem da eseguirsi l'anno venturo per l'anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande coro, ci vorrebbero anche quattro o cinque cantanti principali». L’opera, che Verdi offrì alla città di Milano, fu eseguito in occasione del primo anniversario della morte di Manzoni, il 22 maggio 1874, nella Chiesa di San Marco. Fu diretto dallo stesso Verdi. Il successo fu enorme e la fama della composizione superò presto i confini nazionali. La Messa da Requiem, dedicata ad Alessandro Manzoni, è una composizione sacra per coro, voci soliste e orchestra. Il manoscritto autografo è conservato presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano.

Il direttore artistico

Alla direzione artistica e concertistica, l’evento vanta la presenza di un grande maestro, ben noto nel panorama musicale: Giuseppe Orizio.
Orizio ha studiato tromba, composizione, direzione di coro e d' orchestra presso il Conservatorio di Brescia e successivamente in quello di Parma. Originario di Cazzago San Martino e attualmente residente a Palazzolo sull’Oglio, il bresciano ha partecipato a molti corsi di perfezionamento nella direzione con maestri di fama nazionale e internazionale. Con oltre quarant'anni di esperienza come direttore ha al suo attivo molteplici eventi musicali, nazionali ed esteri attraverso esecuzioni di prime mondiali, festival musicali, concerti commemorativi, concerti di carattere sacro, sinfonico e operistico nei quali vi è stata l'attenzione dei Mass Media e il consenso di pubblico e critica. Più volte è stato anche protagonista di eventi e trasmissioni radiofoniche e televisive. In commercio e sui social sono presenti programmi musicali di importanti compositori del repertorio sacro e profano che testimoniano il serio lavoro effettuato in tanti anni di attività. Orizio ha diretto formazioni orchestrali di stile Barocco, classico, operistico e contemporaneo con programmi musicali dei più rilevanti compositori del repertorio sacro e profano. Inoltre, è stato presidente di giuria in concorsi vocali e strumentali. Tra le opere che ha diretto ci sono l’Aida, la Traviata, il Trovatore, Rigoletto e Rigoletto di Giuseppe Verdi; la Tosca e la Boheme di Puccini, il Barbiere di Siviglia di Rossini, la Cavalleria Rusticana di Mascagni; i Pagliacci di Leoncavallo; arie e cori delle opere più importanti del repertorio operistico.
Inoltre, ci sono anche la Nona sinfonia di Beethoven; il Requiem di Mozart e di Verdi; lo Stabat di Mater di Pergolesi, il Gloria e molte composizioni sacre di Vivaldi; la Messa in Sol Maggiore e le sinfonie di Schubert; il Te Deum e altre opere sacre di Mozart, i concerto di Bach, Vivaldi, Corelli, e altri importanti compositori oltre che le sinfonie di Haydn, Mozart, Beethoven e altro ancora.
«Porteremo a Chiari l’opera delle opere - ha spiegato Orizio - Protagonisti saranno ben 60 musicisti di fama internazionale, più un’ottantina di coristi e i 4 solisti della Scala. Un evento raro e che resterà nella storia».

L’intervento del primo cittadino

Non poteva mancare l’intervento del primo cittadino Massimo Vizzardi.

Credo che gli ultimi due anni siano stati tra i più complessi mai affrontati. Abbiamo perso affetti, certezze, lavoro e la coda lunga degli effetti è ancora in buona parte da stabilire. La Comunità, nella sua stragrande maggioranza, ha trovato la forza di rialzarsi insieme, di mettersi in gioco, di rinunciare all’individualità per il bene comune. Il coraggio che ho visto negli occhi degli operatori sanitari, dei tanti volontari e dei familiari che cercavano di tranquillizzare i propri cari sono le immagini che voglio ricordare. Non voglio dimenticarmi della forza che ho visto anche nelle situazioni più drammatiche, della capacità di reagire che ho visto nei piccoli e negli adolescenti. Della resilienza delle famiglie che hanno affrontato, spesso in condizioni complicate, giorno per giorno dei mesi che sembravano infiniti. Ricordare quanto è successo ci deve portare ad impegnarci per un futuro migliore.

Le prenotazioni

L’evento è gratuito, ma su prenotazione. Per assicurarsi un posto a questo imperdibile appuntamento è possibile inviare una mail all’indirizzo cultura@comune.chiari.brescia.it oppure telefonare al numero️ 030.7008369 da martedì al sabato (dalle 9 alle 12).  La partecipazione all’evento è regolamentata in base alle vigenti normative in materia di misure antiCovid (green pass e mascherina obbligatori).

Non resta dunque che attendere il grande giorno in cui Chiari ospiterà un concerto che omaggerà i defunti e regalerà alla città un evento di altissimo livello.

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