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Perché il Centro diurno del Rustico Belfiore non riaprirà a settembre

Le spese e il nodo dell'accreditamento: facciamo chiarezza

Perché il Centro diurno del Rustico Belfiore non riaprirà a settembre
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Il Centro diurno dei disabili del Rustico Belfiore di Chiari non riaprirà a settembre. Le attività sono terminate il 31 luglio, le dipendenti sono state licenziate (seguendo le corrette modalità) e, al momento, si prosegue solo con la storica attività di volontariato della domenica. Operano regolarmente, invece, il canile e il gattile e sono in corso le trattative con la cooperativa Sana per poter riaprire il prima possibile, ma solo dopo tutti gli adeguamenti necessari che, purtroppo, si aggirano almeno intorno ai 100mila euro.

 

Cosa sta succedendo al Rustico Belfiore

E’ così che stanno i fatti secondo quanto spiegato dal presidente Giovanni Sassella, dal vice Roberto Piantoni e dal segretario Ivano Malzani che negli scorsi giorni hanno fatto chiarezza sulle insistenti voci delle ultime settimane che parlano di «buchi nel bilancio», di «vendita di tutti i beni e i lasciti in possesso del Rustico» e di «mancata voglia di proseguire con le attività dei disabili se non con il gattile e il canile».

Partendo dal presupposto che purtroppo, nel corso degli ultimi anni, numerosi degli storici utenti sono venuti a mancare, che il numero dei fruitori è drasticamente calato e che il continuo aumento dei costi e delle utenze ha gravato sulla situazione, la chiusura del servizio settimanale, prolungata il più possibile, sarebbe dunque da imputare a una spesa non sostenibile.

«Partiamo dalle origini e mettiamo in chiaro alcune cose che ci preme sottolineare - ha ribadito il presidente Sassella - Nessun consigliere o amministratore del Rustico ha mai preso un euro per il suo servizio, ma lo ha svolto solo a titolo di volontariato. Non mancano soldi e non sono stati sperperati. I bilanci, compresi quelli dei primi mesi del 2023, sono tutti pubblici, condivisi con gli Enti preposti e caricati sul sito. Inoltre, anche i verbali di tutti i Consigli sono visionabili. Durante il periodo Covid abbiamo sempre pagato le due operatrici dipendenti, nonostante il servizio fosse fermo, abbiamo poi acquistato il pulmino, per 30mila euro, e anche adibito l’appartamento sopra alla struttura per il servizio “Dopo di noi”, con un esborso di circa 62mila euro. Questo perché non c’era alcuna volontà di chiudere. Tutte le fatture sono state pagate immediatamente e il Rustico non ha alcun debito. Per quanto riguarda gli immobili, invece, la casa in montagna è in vendita ormai da un anno in quanto, a seguito di accurate perizie, è emerso che non ci sono più le condizioni di sicurezza per poterci portare i ragazzi in vacanza e il compendio economico per rimetterla in sesto sarebbe enorme».

Documenti strutturali "mancanti"

Poi, coadiuvato dagli altri esponenti del Direttivo, Sassella ha fatto luce sulla chiusura del Centro disabili.

«Si dice che questo Direttivo operi solo per il canile e gattile, ma sono anni che il nostro punto focale è il Centro diurno - hanno proseguito - Inoltre, sono mesi, e stiamo parlando di ottobre del 2022, che cerchiamo di trovare delle soluzioni. Anzi, queste erano state trovate in accordo con la cooperativa Sana, ma non sono ancora andate in porto a causa di documenti strutturali mancanti, non imputabili a noi. L’idea era di riaprire regolarmente a settembre con nuovi accordi».

L'accreditamento da parte di Regione, ancora mancante

La volontà, infatti, anche per rispondere a un bisogno effettivo dell’Ambito Distrettuale Oglio Ovest di avere più posti a disposizione nei Cse (Centro socio educativo), era proprio quella di un accordo con una cooperativa per la prosecuzione delle attività e, in concomitanza, dell’accreditamento a Regione Lombardia possibile, però, presentando tutta la documentazione richiesta.

«Ad oggi abbiamo quattro utenti - hanno proseguito - Con un incasso mensile di 2.000 euro non si può andare da nessuna parte da soli a fronte di una spesa maggiore. Abbiamo da subito capito che bisognava fare qualcosa. Ci sono le operatrici da pagare, le utenze, le spese del pulmino. Il problema sta nel fatto che quando abbiamo cercato la documentazione necessaria per diventare un Cse è emersa la mancanza dell’agibilità e di alcune certificazioni degli impianti. E’ stata una sorpresa per tutti. Abbiamo cercato ovunque. Inoltre, è difficile anche reperirle tramite gli accessi agli atti, comunque a pagamento, negli archivi comunali. I documenti riguardanti il Rustico sono a nome dei più svariati ex consiglieri ed è davvero complesso ricostruire il tutto. A questo si aggiunge che per l’accreditamento è comunque necessario adeguare le strutture e gli stessi impianti: parliamo di oltre 100mila euro. E bisogna anche pensare che comunque il canile e il gattile, per restare convenzionati con Ats, devono rispettare l’ordinamento e seguire, anche in questo caso, tutte le normative vigenti, con conseguenti esborsi economici per la sistemazione. Non si possono, dunque, utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione per i lavori di “ristrutturazione”. Non possiamo fare investimenti azzardati, ma allo stesso tempo nemmeno arrenderci e per questo stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per trovare una soluzione».

Lo scoglio delle spese

Anche la cooperativa Sana ha confermato la prosecuzione delle trattative e il suo interessamento: da entrambe le parti coinvolte, infatti, è emerso che qualora non ci fossero state le difficoltà burocratiche legate ai documenti mancanti e i conseguenti, e ingenti, lavori economici da effettuare, l’accordo sarebbe già andato in porto.
Non resta dunque che attendere e se mai qualcuno volesse farsi avanti per dare una mano e contribuire alle spese affinché il Centro diurno possa aprire il prima possibile, non deve fare altro che dirlo ai diretti interessati.

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