dolore al piede

Dolore all’esterno del piede? Cosa fare in caso di frattura del quinto metatarso

Dolore all’esterno del piede? Cosa fare in caso di frattura del quinto metatarso
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A volte un semplice incidente domestico o sportivo può provocare la frattura del quinto metatarso. Con delle conseguenze a dir poco spiacevoli, specialmente per i piedi che sono gli arti più soggetti a distorsioni, a «storte» e a urti di ogni genere.
Come agire quando si percepisce dolore al piede laterale? Lo abbiamo chiesto al dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico sul territorio bresciano e in Franciacorta, specializzato nelle patologie del piede e nelle tecniche chirurgiche mini invasive più evolute.

Dolore all'esterno del piede dopo una distorsione o un trauma

Il dolore all’esterno del piede (vicino alla caviglia) è piuttosto frequente, in particolare dopo una distorsione «classica» che causa lo stiramento o lo strappo dei legamenti. Può essere però anche la conseguenza della frattura dell’osso per avulsione. Cioè nel caso in cui, in seguito a una distorsione o a un trauma, il legamento strappi via un piccolo frammento di osso.
Un dolore laterale al piede può quindi essere il campanello di allarme della frattura del quinto metatarso. Ossia l’osso, piccolo ma lungo, che precede il dito mignolo e che è quindi collocato nella parte esterna del piede.
"Molto frequente nella traumatologia ortopedica, questa frattura colpisce indifferentemente sia uomini che donne. I sintomi della rottura sono, oltre al dolore localizzato, anche gonfiore ed ematoma lungo il bordo esterno del piede (non sempre presenti)" spiega il medico.

Frattura del quinto metatarso: le cause

Le fratture del piccolo osso sono quasi sempre dovute a traumi in seguito a distorsioni del piede verso l’interno. O conseguenti a cadute dall’alto con atterraggi scomodi, su terreni dissestati o senza la adeguata preparazione atletica.
Le cosiddette «frattura da strappo» sono le più frequenti e avvengono in seguito a una distorsione di caviglia.
Gli sportivi che praticano discipline in cui il salto ricorre, come il rugby, la danza, il calcio, il basket sono i soggetti più a rischio specialmente per quanto riguarda le fratture dette acute traumatiche che sono causate da un urto violento e improvviso.
Esistono anche le cosiddette fratture da stress, provocate invece da una ripetizione di microtraumi alle ossa che non danno sintomi improvvisi, ma a lungo andare provocano dolore e limitazione della funzionalità.

La frattura del quinto metatarso si può prevenire?

«Se è ovviamente difficile, se non impossibile, prevenire i traumi acuti al piede, è però possibile porre attenzione al modo in cui si pratica l’attività fisica allo scopo di evitare il più possibile le fratture da stress. Ad esempio portare scarpe adeguate, programmare attentamente gli allenamenti, gestire i riposi e saper riconoscere i sintomi di eventuali fratture da stress sono tutti consigli utili che possono ridurre molto il rischio di immobilizzazioni forzate e interruzioni anche lunghe degli allenamenti sportivi» spiega il dottor Carbone.

La diagnosi

Generalmente questo tipo di frattura è accompagnata da un evento traumatico, per cui, il primo luogo dove ci si rivolge è il pronto soccorso. Dopo una visita, il medico prescrive una lastra RX, l’esame principe per diagnosticare questa evenienza.
Nel caso di una frattura del quinto metatarso da stress è possibile che il medico prescriva un ulteriore esame per approfondire, e generalmente si orienta su una Tac o una Risonanza Magnetica, che mettono in evidenza edema,e la condizione in cui versa la testa del metatarso.
Bisogna in questo caso rivolgersi a un bravo ortopedico che riuscirà a inquadrare perfettamente il problema e a decidere come intervenire.

Quando ricorrere alla chirurgia

Quasi sempre le fratture del metatarso subiscono un trattamento conservativo, che escludono l’intervento chirurgico e si basano sul riposo e l’immobilizzazione, come spiega il dottor Guido Carbone.
«Se la frattura del quinto metatarso è composta, è sufficiente una immobilizzazione del piede tramite il gesso o un tutore. Poi si riprende gradualmente a camminare, associando la fisioterapia per il recupero della mobilità della caviglia. Seguendo un corretto percorso terapeutico, tutto si risolve di solito in un paio di mesi, senza postumi. Questo tipo di trattamento vale anche per le fratture da stress, che a volte hanno però bisogno di più tempo per guarire. In caso di frattura scomposta è invece necessario l’intervento chirurgico, mirato a riallineare i due monconi di osso bloccandoli con una vite per far guarire bene e più velocemente la frattura».

Ortopedia in provincia di Brescia e Franciacorta

Il dottor Guido Carbone è medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia con oltre venti anni di esperienza nelle tecniche chirurgiche in campo traumatologico-ortopedico.
A seconda delle patologie e dei casi specifici, il dottor Carbone saprà indicare il trattamento più indicato: quando operarsi e quali tecniche preferire.

Ogni giorno è al servizio dei pazienti all’Istituto Sant’Anna di Brescia (030.31971119), al Poliambulatorio San Matteo di Roncadelle (030.2585435), al Poliambulatorio San Gregorio di Cologne (030.7156761), presso il poliambulatorio Corte dei Disciplini di Travagliato (030.6862404) e, infine, a Travagliato nel suo studio privato.

Per maggiori informazioni: 335.6635217 o visitare il sito dottorguidocarbone.it

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