la protesta

Depuratore del Garda: presidio a oltranza fuori dal Broletto per salvare il Chiese

Per le associazioni la nomina del commissario ha cancellato con un colpo di spugna il complesso e annoso lavoro di confronto e mediazione fra istituzioni comunali, provinciali e associazioni locali che da tempo lavorano sul caso.

Depuratore del Garda: presidio a oltranza fuori dal Broletto per salvare il Chiese
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È iniziato ieri, lunedì 9 agosto, il presidio a oltranza in Piazza Paolo VI delle associazioni e dei comunitati uniti per "salvare il fiume Chiese" e contro la nomina del commissario. A manifestare c'erano gli esponenti della Federazione del Tavolo delle associazioni che amano il Fiume Chiese e il suo Lago d’Idro, del Tavolo provinciale Basta Veleni, del Comitato referendario Acqua Pubblica e di quello Ambiente Territorio Basso Garda.

Salviamo il fiume Chiese: picchetto

Secondo i manifestanti, la nomina del commissario per risolvere il problema della depurazione sulla sponda bresciana del lago di Garda a giugno costituirebbe "un atto antidemocratico gravissimo e autoritario in sfregio alle
istituzioni comunali e provinciali", e avrebbe ignorato "la realtà delle possibili soluzioni in casa propria del lago di Garda, dimostrate anche con uno studio preliminare inviato direttamente al Ministro Cingolani e alla Cabina di regia ben due volte".

Ma nonostante la protesta infiammi la provincia, la prefettura non si è fermata. Ieri l'Ato ha comunicato di "aver dato avvio al procedimento e alla convocazione della conferenza dei servizi preliminare in forma semplificata e in modalità asincrona, ovvero mediante la semplice trasmissione per via telematica delle comunicazioni, delle istanze con le relative documentazioni e delle determinazioni". Il termine per la presentazione di eventuali osservazioni da parte degli enti coinvolti è stato fissato al 22 settembre.

Per cosa protestano i comitati

Di seguito le ragioni esposte durante la manifestazione iniziata ieri e portata avanti anche oggi e nei prossimi giorni.

La nomina del Commissario ha generato un gravissimo e profondo strappo istituzionale, dato che

  • le decisioni in materia di collettamento del Garda spettano alla Provincia in forza della Costituzione italiana ai sensi dell'art. 118 e disposizioni attuative mentre di fatto il Decreto di nomina del Commissario esclude la Provincia da ogni scelta;

  • in base all'art. 120 della Costituzione il governo può sostituirsi agli enti locali solo in casi estremi o di grave pericolo per la sicurezza pubblica, presupposti assolutamente inesistenti in questa vicenda;

  • la Repubblica italiana, in tutte le sue articolazioni, sancisce il principio di leale collaborazione fra tutti i livelli istituzionali.

Il comitato ha registrato "un'insolita quanto sospetta fretta" nell'accelerare l'iter di approvazione del Decreto di nomina del Commissario, il Governo ha infatti abrogato il decreto n. 92 del 23 giugno 2021 inglobandolo nel precedente decreto n. 80 del 9 giugno 2021 per “misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia", già convertito in legge.

Riteniamo gravissimo che il Commissario:

  • non abbia tenuto conto del principio sancito democraticamente dal Consiglio provinciale bresciano con lacosiddetta "Mozione Sarnico", che recita "i depuratori consortili vanno realizzati nei territori dei comuni afferenti";

  • non abbia rispettato l’Amministrazione provinciale bresciana, decidendo di comunicare la propria decisione alMinistro Cingolani senza nemmeno attendere che i rappresentanti provinciali lo incontrassero, comerichiesto;

  • abbia basato la propria scelta su un presupposto imminente collassamento della condotta sublacuale, ma evidentemente non ha letto la relazione che Acque Bresciane srl il 16 giugno 2021 ha consegnato all’Ufficio d’ambito di Brescia, sullo stato delle condotte sublacuali Toscolano Maderno-Torri del Benaco, redatta al termine dellamanutenzione in alto fondale svoltasi da marzo 2021, da cui emerge la sostanziale immobilità nel numero e della gravità delle bioconcrezioni rispetto alle ispezioni del 2020. La stessa dice che “lo stato delle condotte è ottimale” e con le manutenzioni in atto “il termine è estensibile a 50 anni”, dunque al 2035. Pertanto la condotta sublacuale non costituisce una bomba ecologica a orologeria e non richiede nessuna tempestiva dismissione.

"Il bacino del Chiese non può essere corpo ricettore dei reflui fognari gardesani"

I manifestanti chiedono con forza che tutti gli enti e le istituzioni competenti si adoperino per far rispettare il principio sancito dalla "Mozione Sarnico", affinché vanga imposto alle comunità del lago di Garda di risolvere il problema della ristrutturazione, dell’adeguamento e dello scarico della depurazione dei propri reflui fognari all'interno dello stesso bacino idrografico gardesano e affinché venga garantita la salvaguardia del bacino idrografico del Chiese lungo tutta la sua asta, in quanto estraneo al bacino idrografico del Garda.

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