Viabilità

Corda Molle, anche la Provincia si schiera per la gratuità ma il tempo stringe

Libretti (Pd): "Non è una questione locale: riguarda la mobilità quotidiana dei bresciani. Imprescindibile che la Regione affianchi concretamente Comuni e Provincia nel confronto con il Ministero"

Corda Molle, anche la Provincia si schiera per la gratuità ma il tempo stringe

Corda Molle, anche la Provincia di Brescia si schiera per la gratuità e chiede più trasparenza sui dati relativi al traffico. Dopo le 10mila firme raccolte tra i cittadini bresciani contro l’introduzione del pedaggio, e al culmine di un dibattito che si sta trascinando ormai da più di un anno, anche il Broletto ha preso posizione sul tema più caldo della viabilità bresciana in questi anni. Lo ha fatto lunedì, approvando all’unanimità una mozione presentata dal clarense Maurizio Libretti (Pd), parzialmente emendata dalla maggioranza, in cui per la prima volta anche l’ente provinciale si schiera con i sindaci dei Comuni coinvolti e sposa la battaglia già portata al tavolo del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il testo era in realtà già arrivato in Provincia lo scorso maggio, ma l’assise aveva optato per rimandarne l’approvazione. Ora che il tempo stringe (il ministro Salvini aveva assicurato che soltanto per tutto il 2025 la fondamentale arteria viabilistica sarebbe rimasta gratuita), il Consiglio ha preso posizione, rafforzando così la già unanime protesta del territorio.

Cavalcavia sulla Corda Molle

Corda Molle, interviene anche la Provincia

La mozione approvata chiede di esprimere sostegno alla posizione dei sindaci e di sollecitare in questo senso anche la Regione; di chiedere al Ministero delle Infrastrutture di sostenere la gratuità del tratto interessato all’esito del confronto con il concessionario (Autovia Padana) per il riequilibrio del Piano Economico Finanziario, o perlomeno di ritardare l’avvio del pedaggio fino all’adozione di proposte condivise con la Provincia di Brescia e i Comuni coinvolti. Non solo: il testo sottolinea la necessità di rendere trasparenti i dati di traffico sulla Corda Molle e del raccordo Manerbio-Brescia Centro, ma soprattutto di «richiedere in ogni caso compensazioni economiche o soluzioni alternative che non penalizzino i cittadini e le imprese bresciane».

Perché è importante che resti gratuita (per il territorio)

I dati più recenti per la tratta Ospitaletto-Travagliato-Montichiari parlano di un transito complessivo medio, tra auto e mezzi pesanti, di circa 20/22mila mezzi al giorno: una massa di veicoli che se per motivi di risparmio non percorresse più la Corda Molle, finirebbe per intasare la viabilità secondaria. La stessa tangenziale sud di Brescia è ormai prossima alla saturazione con quasi 80mila veicoli al giorno. L’impatto economico del pedaggio – che pure era largamente previsto e preventivato fin dalla costruzione della strada – non sarebbe irrisorio. Circa 2,50 euro per i veicoli leggeri come le automobili, e 5 euro per quelli pesanti. Il tutto per un’estensione stradale di 29,3 chilometri. Nel suo nucleo fondamentale da Concesio a Azzano Mella, la Corda Molle era stata realizzata dalla Provincia di Brescia e pagata quindi con i soldi dei bresciani, come Strada provinciale 19. Nei primi anni Duemila, tuttavia, sopraggiunte nuove esigenze di ampliamento e potenziamento chiamarono in causa prima Autostrade Centropadane poi l’attuale gestore Autovia Padana (una società del gruppo Astm) che a inizio 2020 iniziò a riqualificare radicalmente il tratto residuo della Corda Molle destinato a trasformarsi a pagamento, ossia i 12 chilometri da Azzano Mella a Ospitaletto.

Ma il gestore deve rientrare dall’investimento

A lavori conclusi, ora il gestore conta tuttavia di rientrare dell’investimento, che ammonta a svariate centinaia di milioni di euro. Salvo che nel frattempo la Corda Molle, anche grazie alla gratuità, è diventata uno strumento viabilistico di capitale e strategica importanza per l’intera provincia. Che i bresciani non vogliono veder trasformarsi in una costosa riedizione dell’A35 Brebemi, con lunghe code all’uscita di Chiari Est formate dai tanti pendolari che vogliono evitare di incappare nel casello a pagamento. Così tra promesse elettorali mancate e contratti di concessione che invece richiederebbero la giusta remunerazione degli investimenti privati, la bagarre è arrivata forse al capolinea: a gennaio i caselli «free flow» già installati potrebbero entrare in funzione.

«Un risultato che considero particolarmente significativo – ha commentato soddisfatto Libretti – Tutte le forze politiche hanno scelto di convergere su un indirizzo comune, mettendo al centro l’interesse dei cittadini, dei pendolari e delle imprese del nostro territorio. Ritengo strategico aver chiesto che la Regione venga coinvolta in maniera attiva e responsabile. Il tema della Corda Molle non è una questione locale: riguarda la mobilità quotidiana dei bresciani, la sostenibilità del sistema viabilistico e l’equilibrio economico del territorio. Per questo considero imprescindibile che la Regione affianchi concretamente Comuni e Provincia nel confronto con il Ministero e con il concessionario, garantendo un sostegno politico forte e coerente. Il nostro obiettivo rimane quello di evitare che il pedaggio scarichi ulteriori costi su cittadini e imprese e che generi ricadute negative sulle strade comunali».