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Al via il restauro dell'Incoronazione della Vergine" nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso

L’intervento – affidato al restauratore Antonio Zaccaria – è stato finanziato grazie a una parte del ricavato complessivo relativo all’asta delle 19 opere esposte nella mostra “Dalla Fabbrica all’Arte”

Al via il restauro dell'Incoronazione della Vergine" nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso
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Al via il restauro dell'Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola" nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in corso Matteotti a Brescia.

Al via il restauro

Ha preso il via, nei giorni scorsi, il restauro dell’“Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola” (cm 289x198), opera del Moretto conservata nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in corso Matteotti, a Brescia. L’intervento – affidato al restauratore Antonio Zaccaria, in accordo con i funzionari della Soprintendenza di Brescia, Angelo Loda e Silvia Massari – è stato finanziato grazie a una parte del ricavato complessivo (pari a 130mila euro) relativo all’asta delle 19 opere esposte nella mostra “Dalla Fabbrica all’Arte”, promossa nei mesi scorsi dai Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia e curata dal critico Davide Dotti.

“Con il restauro dell’opera del Moretto, inizia la serie di attività a scopo benefico che i Giovani Imprenditori mirano a promuovere grazie al ricavato della mostra “Dalla Fabbrica all’Arte” – commenta Francesco Veneziani, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia –. L’obiettivo è quello di restituire alla cittadinanza l’opera del Moretto, pronta per essere ammirata, prima dell’inizio dell’estate. Ringrazio quindi ancora tutte le persone che hanno contribuito all’acquisto delle opere e Anna Tripoli, da cui ho raccolto il testimone di presidente a dicembre. Nei prossimi mesi, continueremo a lavorare con la nuova squadra di presidenza per proporre iniziative legate alla cultura a tutto tondo, a partire ovviamente da quella imprenditoriale.”

Le fasi

Nel dettaglio, giovedì 7 marzo hanno avuto inizio le operazioni preliminari al restauro con la prima fase di esecuzione, a cura di Vincenzo Gheroldi, delle indagini multispettrali non invasive in ultravioletto e in infrarosso – che consentono di indagare la costruzione pittorica dell’opera e di rilevare il disegno preparatorio della composizione poi occultato dall’artista con gli strati pittorici – e in infrarosso falso colore, che permette di individuare la natura di pigmenti e materiali originali. Durante l’intervento di restauro verranno poi più volte ripetute anche sui dettagli dell’opera, anche per verificare il corretto svolgimento delle operazioni conservative.

Venerdì 8 marzo è stato quindi montato nella cappella il monumentale ponteggio autoportante, su due piani, da parte della ditta Agliardi, mentre sabato 9 marzo l’opera è stata smontata dalla muratura con l’ausilio, date le notevoli dimensioni e il peso di circa 3 quintali, di otto operatori coordinati dal restauratore Antonio Zaccaria.

“La tavola è stata fatta avanzare di circa 3 metri sul primo piano del ponteggio, in modo che sia possibile poterla studiare e analizzare nel dettaglio sia sul fronte che sul retro, oltre che applicare un trattamento preventivo di disinfestazione. – spiega Antonio Zaccaria – L’ultima occasione in cui era stato possibile visionare il retro dell’opera risale al 1988, quando fu esposta al Monastero di S. Giulia nella mostra dedicata al Moretto. Durante le prossime settimane saranno indagati a fondo tutti gli elementi costitutivi, anche dal punto di vista della carpenteria lignea, sarà effettuato il fissaggio della materia pittorica a rischio di caduta e si procederà con i primi, piccoli test di pulitura sulla pellicola pittorica, per identificare i solventi o le miscele di solventi più idonei per eliminare il vecchio film di vernice, notevolmente ingiallito e iscurito, così come i vecchi ritocchi pittorici, che talvolta occultano anche porzioni di materia pittorica originale”.

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